Di
ritorno dalla maratona, in metropolitana, mi stavo chiedendo quale
potesse essere l'argomento del post di oggi. Mi è bastato uno
sguardo al nostro nuovo amico e tutto è diventato facile. Per un
attimo mi sono rivisto riflesso in lui: credo di aver avuto anch'io
la felicità negli occhi ed il dolore nelle gambe, quarant'anni fa,
al termine della mia prima maratona!
Ieri
il gregge delle Pecore Nere era sparso per la Lombardia: chi correva
in una non competitiva, chi stava per correre la maratona, chi ancora
era sotto il caldo delle coperte. In quest'ultimo caso non per
pigrizia, ma per acciacchi; non posso far altro che augurare una
pronta guarigione. Lasciato il gregge, mi sono unito al “gruppo
vacanze”. Infatti i nuovi compagni sembravano essere in partenza
per una vacanza più che per una gara. Beh, tutto sommato questa è
la soluzione migliore! (nda: il termine “gruppo vacanze”
non è mio, ma di Manuela, in veste di … capogruppo!).
Dopo
qualche assenza, eccomi di ritorno alla Milano Marathon,
giunta alla 17a edizione e con un percorso, per me nuovo,
infatti partenza ed arrivo in Corso Venezia e con percorso gara tutto
cittadino. Quest'anno non si sono visti, se non in un paio di
sporadiche occasioni, le solite lamentele dei milanesi riguardo alla
chiusura del traffico, questo forse per le meticolose e numerose
segnalazioni poste in essere dall'organizzazione. Da segnalare anche
la maggior rigidità e maggior controllo delle forze preposte al
controllo del traffico. Se da una parte non si è sentito il
fastidioso rumore dei clacson, altri suoni ne hanno preso il posto,
ma in questo caso suoni graditi: erano le grida gioiose e festanti
degli staffettisti nelle zone cambio, che si dispiegavano per diverse
centinaia di metri lungo il percorso.
Per
quanto riguarda l'organizzazione, secondo il mio giudizio, ha
presentato ancora luci ed ombre, con un risultato che dà sì la
piena sufficienza alla gara, ma ha ancora parecchia strada da fare
per raggiungere un ottimo risultato. Come prima annotazione, mi
sembra opportuno segnalare che nello stesso giorno in cui si disputa
la maratona a Milano anche a Roma si correva una maratona. Questo non
è certo da imputare all'organizzazione della maratona di Milano, ma
alla “cecità” della FIDAL che ha permesso (forse voluto?) la
sovrapposizione delle due gare. È di certo “colpa”
dell'organizzazione la scelta di consegnare agli atleti un'unica
spugna da utilizzare per tutta la gara. Come sapete, sono da sempre
contrario a questa soluzione. Segnalo solo che ai punti spugnaggio
erano presenti pochissime vaschette con acqua. A quello previsto al
km 32,5 le vaschette presenti erano solo cinque … non vi dico il
colore dell'acqua presente, al cui confronto l'acqua del Lambro
risulta essere una limpida sorgente! Da apprezzare invece il ristoro
finale personalizzato: subito consegnato in una pratica sacca (…
molto più capiente di quella da utilizzare per mettere gli
indumenti), ed adeguato sia per la presenza di un paio di bottiglie
che per la presenza di cibi solidi e frutta. Da rivedere la consegna
delle borse con indumenti pre-gara: gentili, veloci ed efficienti gli
addetti al ritiro, difficoltoso l'accesso alla zona consegna.
Gruppo vacanze? No Maratoneti! |
L'anno
prossimo la maratona di Milano raggiungerà la maggiore età. Spero
vivamente che possa raggiungere un punteggio che vada ben aldilà
della semplice sufficienza; in definitiva, basta poco!
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