lunedì 16 novembre 2015

Una candela sulla finestra, un simbolo di pace sul pettorale...

… anzi due! I recenti tragici fatti di questi ultimi giorni mettono in secondo piano la maratona che ho corso ieri. Era già capitato che prima di una maratona fatti esterni rendessero meno importante la “corsa” e più importante il “trovarsi” assieme per dimostrare che non si ha paura. Mi riferisco alla Maratona di Padova, corsa, o meglio “partecipata”, il 21 aprile 2013, una settimana dopo l'attentato alla Maratona di Boston. Allora il fatto, per quanto lontano per la distanza, era più vicino agli atleti in quanto toccava compagni di corsa. Ben diverso quello di venerdì. Il vile attacco, oltre a togliere vite umane, voleva incutere timore per azioni quotidiane, come il semplice ritrovarsi. Mi sono chiesto come e se potevo fare qualcosa per ricordare i morti e dimostrare un piccolo senso di riscossa. Nel nostro comune molti di noi hanno acceso una candela sulla finestra, candela idealmente vicina alle centinaia di candele accese in Place de la Concorde a Parigi. 

Una piccola fiammella per tenere accesa la speranza. Ho deciso che per la Maratona di Verona avrei messo sul mio pettorale un simbolo di pace. Anzi, il simbolo della pace modificato utilizzando la Tour Eiffel come logo. Molti altri atleti, in diversa maniera, hanno avuto la mia stessa idea: chi correva con la bandiera francese sulle spalle, chi la bandiera l'aveva dipinta sul volto, etc. Sorpresa alla partenza: l'organizzazione aveva predisposto degli adesivi per ricordare! Per cui i simboli sul mio pettorale sono diventati due.
Veniamo ora alla Maratona. Era da qualche anno che non correvo a Verona. Percorso completamente diverso dall'ultima volta, ma con la stessa “spina dorsale”: il fiume Adige. Questa volta il percorso era sulle rive verso la sorgente. Giro turistico nel centro della città, oltre che per la partenza e per l'arrivo, anche a metà percorso; in pratica la “maratonina” non ha mai abbandonato la sorella maggiore, la “maratona”, se non per l'arrivo. Scelta intelligente: si risparmia personale sul percorso e si riutilizzano gli stessi ristori. Quello che reputo non intelligente è far partire contemporaneamente non solo le due gare competitive, ma anche la non competitiva di dieci chilometri. I partecipanti di questa gara, non so come mai, erano mischiati con quelli delle gare competitive. Certo, vedere un serpentone di 10.000 atleti è molto scenografico, ma si deve pur rilevare che i partecipanti alla maratone erano più di 3.000 e quelli della mezza più di 3.500, per cui il colpo d'occhio sarebbe stato egualmente grandioso; non sono molte le gare in Italia che possono contare su questi numeri. Come sempre, buona la partecipazione dei Runners Bergamo: circa un centinaio di atleti e quasi al completo il gregge delle Pecore Nere, nel quale c'è stata la riscossa dello “Zio” nei confronti del “Mao”. 
Erano mesi che i due atleti si preparavano minuziosamente e … silenziosamente a questo appuntamento. Un breve accenno alla “disfida”. Partito come un razzo Dario, ma sempre tenuto a vista da Fausto; verso il 15° chilometro si è perfino rischiato l'aggancio. Li incrocio verso al 33° chilometro (io sono al 30°!). Il vantaggio ora è di soli 300 metri; aggancio dopo un paio di chilometri, poi Fausto si invola verso il successo! Riscattata Padova! Tutto finito, dunque, quest'anno? Fonti bene informate danno per certo la “bella” nella maratona di Reggio Emilia. Potrete seguire la prossima puntata dell'evento su questo blog, oppure leggendo la Gazzetta dello Sport, lunedì 14 dicembre. Tranquilla la mia gara e non poteva essere diversamente: qui ero in veste di giudice arbitro (azz... bella e originale questa scusa per andare piano!). All'ultimo giro di boa mi si affianca (rifacendo un tratto di percorso... già percorso) Gabriele, un amico di Verona, compagno di molte maratone ed in particolare di quella del Custoza. Ottima occasione per parlare dei vecchi tempi e dei “vecchi” amici, in particolare di Simone “deus ex machina” della compianta maratona del Custoza. Vengo così a sapere che si è dedicato alla bicicletta. Ma poteva Simone correre con una ultramoderna e superaccesoriata bicicletta? Certo che no! Eccolo quindi partecipare alle gare con una bicicletta di circa cent'anni!

Simone Lamacchi... 


... e la sua bicicletta

Bici d'altri tempi... corse d'altri tempi! (vedi)

Ormai sono all'arrivo in piazza Bra! 
Oppppss, scusami, Gabriele, non ti ho aspettato: dovevo decretare la pecora nera vincitrice!

Aggiornamento del 17 novembre

Oggi ho avuto una piacevole conversazione con Simone, era da Natale scorso che non ci sentivamo. E' stata non solo l'occasione per ricordare i vecchi tempi in cui correvamo assieme ma per mettere in cantiere qualche "simpatica" e futura iniziativa, ora solo abbozzata. Vedremo se sapremo concretizzarla!
PS i baffi della foto non sono posticci ma VERI BAFFI!

1 commento:

  1. Ciao oltre a essere 1 ottimo maratoneta 6 anche un buon Giornalista sportivo COMPLIMENTI .

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