lunedì 23 febbraio 2015

A fine maratona gran lavoro per Ferdinando

Busseto, ore 14.30: Giancarlo tira un sospiro di sollievo: “Anche per quest'anno è andata” dice a mezza voce. L'ultimo piccolo impiccio si sta risolvendo, le medaglie mancanti presto saranno qui, così tutti potranno tornare alle loro case con il giusto riconoscimento per la loro fatica: hanno terminato la 18a edizione della “Maratona delle Terre Verdiane”. Approfitto di questo suo momento di relax, per salutarlo e per scambiare due chiacchiere con lui, “deus ex machina” di questa manifestazione. Presto sarà richiamato dalle ultime incombenze di questa sua gara. Eh, sì, “sua”, fortemente voluta e strenuamente difesa in tutti questi anni. Ogni anno che passa, mi raccontava, diventa sempre più difficile organizzarla: aumentano i costi e diminuiscono le persone che si impegnano. Per la verità aumentano anche le offerte per gli atleti: alla iniziale classica maratona si sono via via aggiunte negli anni la “Salso – Fidenza”, la “Mezza di Fontanellato”, la “Corsa del Principe”, come si vede, gare per tutte le gambe e, come potete immaginare, maggiori difficoltà logistiche: sì, un'unica partenza, ma quattro traguardi!

Ieri la gara è stata anche più difficile, a causa della pioggia che cadeva copiosa, non solo per gli atleti ma anche per tutto il personale sul percorso. In modo particolare credo che abbia sofferto il freddo, come e più degli atleti, il personale di alcuni ristori, in quanto non era stata prevista alcuna copertura... beh, almeno si riempivano prima i bicchieri d'acqua!
Percorso classico, non più partenza dall'outlet di Fidenza, ma ritorno alla partenza originaria di Salsomaggiore, che offre non solo il vantaggio di una partenza in discesa, ma anche la possibilità di ammirare alcune caratteristiche della bella cittadina. Prima della partenza invasione da parte dei Runners Bergamo di un bar gestito da cinesi che si sono dimostrati particolarmente gentili: non solo ci hanno permesso di utilizzare l'ampia sala sul retro del locale, provvista di sedie e tavolini, per un rapido ristoro, ma anche per cambiarci e per questo hanno pure acceso il riscaldamento. Mi spiace solo di non ricordare il nome del bar. Partenza sotto la pioggia, che sarà nostra (mia) compagna fin quasi alla fine della maratona; per fortuna temperatura non troppo rigida. Pensavo di dover correre la gara in solitaria, e questo mi avrebbe fatto pensare ai vari acciacchi, ma per fortuna ho approfittato della “sfortuna” di Lino “Il pellegrino”, che, in previsione della maratona che correrà domenica, non vuole aggravare la situazione del suo tallone ed ha deciso di correre la mezza ad un ritmo blando. Ecco quindi
"Pecore nere"
l'occasione per correre (lentamente!) e scambiare quattro chiacchiere. Scopro che Lino ha fatto diversi pellegrinaggi verso Santiago e quindi ci scambiamo consigli ed impressioni su questi percorsi. Lui ha percorso la strada al contrario, nel senso che sono molti gli atleti che diventano pellegrini, ma pochi i pellegrini che diventano atleti. Due modi di camminare e/o di correre, ma che hanno in comune la condivisione della fatica! Senza accorgermi sono alla mezza. Un saluto: da qui alla fine sarò solo. Solo con la pioggia! Eccomi per la diciassettesima volta al traguardo. Il polpaccio, che fino ad allora si era lamentato, sa che domani le esperte mani di Stefano lo metteranno a posto; la schiena saprà riprendersi con un lungo sonno ristoratore.

Tutto finito dunque? No, non ancora. Un'ultima prova: ora è lo stomaco che deve lavorare. La ditta “Nicola & Marco” o se volete “L'alpino & il Mister” ha preparato un piccolo (?) ristoro e “Non si parte finché tutto non è finito!”, meno male che non rispetteranno questa affermazione. Ecco un vantaggio di essere un gruppo, no, no, non il ristoro, ma la possibilità di condividere i momenti successivi alla corsa. Si festeggia per un record ottenuto, per la buona prestazione di qualche atleta o più semplicemente si condivide la piccola gioia di aver portato a termine la gara. Qui non ci sono vincitori o vinti, ma un gruppo di amici che condivide la stessa passione e la stessa fatica.
Da ultimo vorrei segnalare l'impegno profuso dal nuovo entrato nel direttivo, Ferdinando, che con “notevole ed encomiabile senso del dovere” ha baciato, donando una rosa, tutte le ragazze presenti alla trasferta. L'idea di consegnare un omaggio floreale è stata della già citata ditta “Marco & Nicola” (sempre la stessa ditta, ma ho invertito l'ordine per non far torto a nessuno), ma i vantaggi sono stati tutti per il “Ferdi”!

Runners Bergamo, Runners della Bassa, Medi Run, Pecore Nere... etc. etc..
Amici, insomma!

1 commento:

  1. il bar era il Capolinea di Salsomaggiore :-) !
    Complimenti ancora a tutti!!!

    RispondiElimina