martedì 20 gennaio 2015

E le Mura stanno a guardare

Domenica scorsa trasferta breve. Si è infatti corso a Bergamo in una gara organizzata dal gruppo sportivo “Le Tartarughe”, che per inciso è stato il mio primo gruppo, con il quale ho scoperto il mondo delle corse. Anche quando sono passato ad altra società iscritta alla FIDAL, ho mantenuto iscrizione e contatti con questo gruppo. In questo gruppo è presente il più grande esploratore di salite in Bergamo, tale Dario, meglio conosciuto come il “Mao” (tra l'altro ora siamo entrambi nei Runners Bergamo). Volete che per una volta Dario si smentisca? Potrebbe per una volta tracciare un percorso senza salite? Potrebbe, ma non lo fa, per cui anche questa volta il percorso da lui tracciato per la 14a edizione della “Passeggiando sui colli di Bergamo” ha salite a non finire. Salite che ci portano negli angoli più suggestivi della Bergamo Alta, ma pur sempre salite! Ormai tutti conoscono questi angoli, questi paesaggi, queste atmosfere; per una volta non sarebbe bello scoprire nuovi paesaggi, nuovi angoli suggestivi … in piano?

Io la sfida l'ho lanciata, vediamo se sarà accettata! Accennavo già nel post precedente all'abitudine ormai consolidata di partire con il buio. Anche qui è stato così. La vendita dei cartellini di partecipazione è iniziata alle sette, e se devo essere sincero ho visto parecchia coda. Anche qui si sono visti gruppi che vendevano cartellini di partecipazione, e non solo a propri atleti. Qui però è bene fare una distinzione. Ci sono gruppi che si sono organizzati e prendono (o hanno già i dati) degli atleti a cui vendono i biglietti di partecipazione, per cui li consegnano successivamente all'organizzazione per il loro inserimento; quello che non mi è molto chiaro è come possa l'organizzazione consegnare in anticipo cartellini “anonimi”. Come si vede anche nelle marce FIASP il fenomeno del “bagarinaggio” è ancora in uso. Anche oggi il mio compagno di avventura è stato nonno Fausto. Lungo il tracciato abbiamo “recuperato” altri due nonni: Giancarlo e Giuliano. Questi incontri mi hanno fatto venire in mente una frase di Eugenio Scalfari che avevo letto la sera prima a conclusione di un suo scritto: “La storia del passato ormai non si racconta più. È un peccato del quale sarebbe utile pentirsi per amore dei figli e dei nipoti, cioè del futuro.”. Quale passato abbiamo in comune noi nonni Runners? Le corse, naturalmente. Bene, diversi ricordi, ma soprattutto diverse aspettative future. Qui vorrei sottolineare più che i nostri ricordi, quelli sono per i nipotini, le nostre prospettive future. Giuliano anche oggi ha fatto con il suo passo la differenza in salita. Nonostante avesse solo una decina di metri di vantaggio, l'abbiamo raggiunto dopo diversi chilometri, complice la strada che spianava. Ecco, la sua speranza è portare a termine la prossima edizione della 100 chilometri del Passatore. Più che una speranza, sono certo sarà una certezza; non importa il tempo impiegato, l'importante è passare sul traguardo di Faenza!
Giancarlo si lamenta che non riesce più a correre, che fa fatica, ma chissà come mai è sempre davanti a noi. Il suo passo forse non è più veloce come quello di una volta, ma pur sempre un ottimo passo. Certo qualcuno che lui negli anni passati “lasciava indietro” ora gli arriva davanti e di questo lui se ne fa un cruccio, ma non considera gli anni in meno del suo avversario. La speranza di Fausto è di poter correre tutta la maratona, anche qui senza dare molta importanza al tempo finale: l'obiettivo è correre per 42 chilometri. Questo è quello che dichiara pubblicamente; quello che non vuole dire, quello che sta in fondo al suo cuore, anche se lui ancora non lo sa, è di poter tagliare anche lui il traguardo di Faenza, sarebbe la sua ventesima volta. Io infine spero di poter scrivere ancora per molti anni post sulla corsa: parlare di amici, descrivere sensazioni, segnalare curiosità o semplicemente raccontare, ma il tutto fatto dal di dentro. Mentre penso questo, stiamo correndo ai piedi delle mura Venete. Una prospettiva di vista che poche gare offrono. Una prospettiva che offre spunti di riflessione ulteriori. Sullo sfondo le potenti e maestose Mura, che viste dal di sotto fanno ammirare ancor di più la maestria con cui sono state costruite, mentre in primo piano si vede una gru, una scavo iniziato, una costruzione sospesa (forse da anni), una costruzione che forse non sarà mai terminata...
Ecco, noi nonni possiamo paragonarci a queste Mura: vecchie “costruzioni”, forse fuori moda, sicuramente con il passo più lento di una volta, ma ... sempre presenti.
 
 


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