lunedì 22 dicembre 2014

Una tenue nebbia ed un fumo acre

Ieri nessuna gara non competitiva a Bergamo. Anche se sono presenti in provincia due comitati non si riesce a superare un certo campanilismo, per cui in alcune domeniche si disputano 5/6 gare, in altre nessuna, come è successo ieri, appunto. A trarne beneficio è stata la “Camminata per Solidarietà di Natale”, che si è disputata a Trezzo sull'Adda ed è diventata la camminata più “bergamasca” del … milanese. Ci siamo recati abbastanza presto alla partenza, in quanto lo scorso anno vi era una lunga coda per iscriversi, cosa che quest'anno non si è verificata, anche per la presenza di un nostro amico “bagarino” che ci aveva già ritirato i cartellini di partecipazione. Stare fermi per mezz'ora o partire subito, anche se al buio? Il freddo intenso ci ha consigliato di partire: correndo ci saremmo scaldati. Credo che lo stesso pensiero l'abbiano avuto in molti, infatti una lunga colonna di podisti ci precedeva. Sullo sfondo il castello di Trezzo illuminato dalla fioca luce di qualche lampione; in primo piano corridori con giacche a vento colorate che si confondevano con lo sfondo. Questa creava una visione quasi surreale: sembrava di vedere una lunga fila di fantasmi che fluttuavano nell'aria. Infatti da lontano si vedeva solo la parte superiore delle persone, cosa resa possibile dai colori sgargianti dei giubbini, mentre la parte inferiore era nascosta dal buio. Poco dopo la lunga fila dei podisti correva o camminava al buio lungo le sponde del fiume Adda; solo alcuni podisti previdenti correvano con una lampada frontale, che li rendeva simili a novelli Polifemi con l'occhio fiammeggiante. Correre al freddo ed al buio lungo le sponde di un fiume avrebbe creato malumori se fossimo stati obbligati, ma, visto che nessuno ce lo imponeva, nessuno si lamentava. In effetti il correre in queste condizioni ha il suo fascino, soprattutto quando le prime luci del giorno prendono il sopravvento sull'ultimo buio della notte: ora si vede il fiume con più nitidezza. La nebbia che piano piano si dissolve sopra il fiume dà l'illusione che lo stesso si stia piano piano risvegliando. Ora si vedono i primi uccelli acquatici che pigramente escono dai loro nidi ed iniziano a nuotare. In cielo si ode il garrito di uno nutrito stormo di gabbiani in volo verso qualche discarica della zona per far colazione. Uhmm... forse sto divagando un po' troppo, torniamo alla camminata. Sulla discesa che dal Castello porta al fiume ci ha raggiunto il “quasi pensionato” Giulio. Per un po' corriamo affiancati. Questo risveglia l'antico agonismo di Giulio, che, benché non voglia più correre maratone competitive, vorrebbe rifare con noi la Monza-Resegone. Ci si può pensare. Ecco quindi l'occasione per gettare le basi di questa avventura. Io ho sempre sostenuto che la gara che parte da Monza ed arriva ai 1172 metri della Capanna Monza è una corsa che non corrono tre persone, ma una terna! Sembra la stessa cosa, ma pensateci bene: non lo è. Corriamo quindi per un po' affiancati. Al primo ristoro però sono già staccato dagli altri due; li seguo a pochi metri e li osservo. Ad un certo punto noto che dalle scarpe di Giulio esce un leggero fumo che però piano piano aumenta... ad un certo punto vedo Fausto che sta correndo da solo, mentre Giulio si allontana sempre più. Ah, ecco, ora ho capito il motivo del fumo che fuoriusciva dalle scarpe di Giulio: erano i freni che si erano surriscaldati! Credo che anche la nostra partecipazione assieme alla Monza Resegone si sia allontanata...
Noi procediamo lentamente verso il traguardo; riusciamo però ad affiancarci a Mario, che oggi rientra alle gare dopo un piccolo intervento; con lui tagliamo il traguardo. È l'unico dal quale siamo riusciti a non farci superare!
Trezzo deve essere il paese delle code: evitata quella alla partenza, si presente quella all'arrivo. Tutti in coda per un bicchiere di tè. Siamo sudati, fa freddo... il bicchiere di tè caldo è rimandato al prossimo anno!

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