lunedì 15 dicembre 2014

Reggio Emilia: la maratona delle piccole cose e dei grandi numeri!

Uffa, sempre più difficile scrivere un post sulla Maratona di Reggio Emilia, giunta ieri alla 19a edizione, senza cadere nelle solite banalità di tempi al chilometro, contenuto del pacco gara e cose simili. Sottolineare che sono stato sempre presente sotto il traguardo? Ok, fatto! Dire che è la maratona “provinciale” più amata dai corridori che la rendono più “nazionale” di molte che si ritengono tali? Scontato! (n.d.a. ho usato il termine provinciale non in termine riduttivo, anzi, qui ha un valore più che positivo!). Mentre correvo, come spesso accade, tenevo impegnata la mente pensando a cosa scrivere nel post, cercando di trovare qualche spunto che illumini la mia fantasia. L'unica cosa che avevo trovato era il titolo del post, “123... 19! 20? Speriamo...”, questo in riferimento al numero di pettorale, il 123 appunto, alle mie presenze, 19, e alla speranza di esserci il prossimo anno.

Per il contenuto, buio assoluto! Leggendo ieri sera il comunicato, pubblicato dall'Organizzazione, che segnalava il record degli atleti arrivati, 2.919, ho pensato che questo poteva essere un buon argomento da sottolineare. Atleti classificati: 2919... poteva forse essere diverso il numero finale? Certo che no! Anche nel numero degli arrivati si evidenzia che quella di ieri era la diciannovesima edizione! Solo fortuna, penserete voi; attenta ed accurata pianificazione, dico io, beh, con molta fortuna... Alla “MilanoCityMarathon” quest'anno hanno tagliato il traguardo 3.556 atleti. Considerando che la maratona di Milano era valida per il Campionato Italiano Master, credo... anzi sono sicuro che, se le parti si fossero invertite, cioè se fosse stata affidata alla maratona di Reggio Emilia l'organizzazione del Campionato, quest'ultima avrebbe superato come numero di arrivati la maratona organizzata nella città meneghina. Ma perché la maratona di Reggio Emilia è la “più amata dagli italiani”?
Per tante piccole cose, cose spesso giudicate banali da molti organizzatori, che considerano gli atleti partecipanti più “numeri” che “persone”.
Alcuni esempi.
Spogliatoi angusti, quando ci sono; molte volte solo le macchine posteggiate che offrono una limitata privacy e, se piove, cambiarsi prima di una maratona è un dramma. Qui c'è un intero palazzetto a disposizione per potersi cambiare con tutta calma al caldo e lasciare la borsa, senza dover fare interminabili file che, se fastidiose per la consegna, diventano insopportabili per il ritiro.
Stare fermi nelle gabbie per parecchi minuti prima della partenza, soprattutto in una giornata invernale, non è cosa piacevole. Certo, ci si scalda chiacchierando con gli amici, ma una tazza di tè caldo certo aiuta. Qui non viene negata a nessuno.
I ristori sono sempre ben forniti (ho sempre trovato tè caldo... anche sotto la copiosa nevicata di qualche anno fa) e con personale sempre sorridente. Il penultimo, sempre gestito dal Team Paterlini che si fa sentire già parecchi chilometri prima, è sempre il più gradito... le canzoni dei “I Nomadi” ti spingono verso i sette chilometri finali. A ciò si aggiunge il cioccolatino offerto da un solitario addetto che presidia un solitario incrocio in mezzo al nulla. Gentilezza e sicurezza sono sempre in primo piano! In questi ultimi anni la crisi ha colpito pure qua! Ai gruppi folcloristici sul percorso, occasione per una foto e qualche passo... di passo, si sono sostituiti personaggi del posto, alcuni dei quali da sempre presenti: ieri vecchi lavoratori, oggi giovani pensionati. Proprio come il sottoscritto.
Qui agli spugnaggi si ha la possibilità non solo di avere le spugne (cosa scontata, direte voi, non è proprio così: alla MilanoCityMarathon (vedi) ed alla FirenzeMarathon (vedi) in alcuni spugnaggi le spugne non c'erano), ma di averle fredde, calde o tiepide!
Non voglio parlare del pacco gara, comunque in linea con altri e con alcuni prodotti tipici locali, ma della quota di iscrizione. Quota decisamente bassa, se si considera il servizio ricevuto, ma soprattutto che tiene in considerazione il particolare momento in cui si trova il Paese. Meglio qualche euro in meno in cassa, ma qualche partecipante in più al quale offrire un'occasione per trascorrere una sana giornata di sport in compagnia di amici. Per la verità quasi tutte le gare organizzate da queste parte hanno questa caratteristica, sarà per la lunga storia che sta alle spalle delle genti di questa parti.
Fin qui cose “materiali”: un bicchiere di tè, il pacco gara, lo spogliatoio caldo, etc., ma la Maratona di Reggio Emilia offre anche qualche soddisfazione “morale” a tutti. Da sempre vi è Paolo ad attendere sul traguardo gli atleti, dal “top” che taglia per primo il traguardo, al “trip” che chiude la fila, ma soprattutto Michele (Marescalchi) e Roberto (Brighenti) offrono a tutti un qualcosa in più: un attimo di visibilità, che, se è cosa normale per i vincitori, è cosa rara (e per questo ancora più gradita) per gli ultimi. Come in ogni gara ci sono i primi e gli ultimi, ma non atleti importanti, a cui offrire ore di commento, ed atleti meno importanti, da evitare. Anche loro, come Paolo, sempre “al vento” fino all'arrivo dell'ultimo atleta.
Come dicevo qualche riga fa, sono le piccole cose che fanno grandi le maratone!
Da ultimo un particolare ringraziamento al Mister. Ieri era alla Maratona di Reggio Emilia non in veste di atleta, ma in veste sia di organizzatore della trasferta dei Runners Bergamo, sia di “uomo delle relazioni”, compiti ottimamente eseguiti. Credo che sia importante per un gruppo come il nostro non solo far correre gli atleti, ma anche saper ottenere una visibilità esterna. Ieri questa visibilità è stata ottenuta, sia facendo ricordare a Roberto l'appuntamento del 6 gennaio a Dalmine per la “Mezza sul Brembo”, sia invitando al ristoro personale molti atleti che si recavano alle loro autovetture. Forse questi atleti non verranno a correre il 6 gennaio, ma sicuramente associeranno il nome dei Runners Bergamo ad un gruppo a cui guardare con simpatia e saranno dei nostri non appena le distanza delle gare si allungheranno... Parola di Sir Marathon!

Uhauuu... una nuova regione!
Reggio Emilia passata da Provincia a Regione. Allora è vero che le provincie sono state abolite!

Nessun commento:

Posta un commento