Oggi
ho fatto una scoperta sconvolgente: non solo le persone con
l'avanzare dell'età mettono su qualche curva, ma anche i percorsi di
gara hanno questo difetto. Se allora noi giovani atleti avevano un
ventre piatto, anche la gara era un bel “piattone” nella zona
bassa della periferia di Bergamo; infatti il percorso si snodava nei
pressi dell'aeroporto, allora solo militare. Oggi che le nostre linee
sono più morbide... causa qualche chilo in più, anche il percorso
presenta delle linee sinuose con salite che toccano sì i punti più
caratteristici di Bergamo, ma tutti nella parte alta!
Tempi
passati, ricordi attuali.
Anche
allora facevo parte di un gruppo che si muoveva in autonomia,
rispetto alla maggioranza degli altri atleti; anche allora coma oggi
si cercavano gare con un particolare fascino o storia alle spalle;
insomma, anche allora eravamo delle “pecore nere”. Variegato era
il gruppo e con caratteristiche ben precise. Vi era Giovanni, vecchio
saggio, capo indiscusso del gruppetto. Non correva, ma aveva un passo
svelto e sicuro. Prediligeva gare medio lunghe con molta salita.
Ferruccio, il più veloce e sempre in competizione con Mario, che
oggi definiremmo un ultra maratoneta. Già in quegli anni correva la
“Tagliamento”, gara ora non più in calendario, la cui lunghezza
era di 177 chilometri. Ferruccio era più veloce in maratona, Mario
più resistente nelle gare lunghe. Da ultimo c'ero io, che ero il
giovane della compagnia. Facemmo gruppo per molti anni. Da loro ho
appreso molto, soprattutto il rispetto per tutti gli atleti, non solo
per i più veloci, ma soprattutto per i più lenti. Sono stati,
soprattutto Giovanni, maestri di “corsa” e di vita.
Stessi
visi, anche se con qualche ruga in più e con capelli non più
corvini, ma di un bel colore cenere, hanno reso possibile questa
gara. Renzo, che ha coordinato come sempre la gara; Dario,
coordinatore dei ristori; il “Mao”, che ha reso “sinuoso” il
tracciato: credo che non abbia tralasciato nessuna salita, che
conduce dalla Città Bassa alla Città Alta.
Ma
veniamo alla gara di oggi. Assente Fausto, impegnato a Seregno, ho
corso con il “Ferdi”. Complice un suo problema, è stato
costretto a correre in mia compagnia... ma quando il tracciato
saliva, io restavo in retroguardia.
Mario, Giovanni, io e Mario - 1977 - |
Verso
metà gara ecco sopraggiungere alcuni nostri top: Giovanni, Stefano e
Miki. Loro sono oggi quello che Ferruccio e Mario erano allora: fieri
avversari sempre in lotta tra di loro, il cui obiettivo principale è
battere gli altri due più che altri avversari!
Ultima
parte di gara: praticamente corsa in solitaria, pochi partecipanti.
Certo vi erano altre gare in provincia, ma evidentemente la corsa
bergamasca ha perso in po' di appeal. La conferma di questa ultima
osservazione l'ho avuta all'arrivo. Anni indietro, l'oratorio era
affollato non solo dagli atleti, ma anche da familiari, almeno fino
alle due del pomeriggio. Ricordo mio papà che badava felice alle due
nipoti che giocavano allegre nel campo sportivo, in attesa del mio
arrivo.
Oggi
solo pochissime persone si attardavano presso il ristoro, forse
aspettavano qualche amico ritardatario.
Questa
situazione mi ha reso un po' triste... e, mentre piano piano mi
recavo al parcheggio, mi sono venuti in mente i pensieri che ho
scritto in questo post...
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