Oggi
trasferta verso le colline della Brianza e più precisamente a
Montesiro di Besana Brianza, dove è in programma la non competitiva
denominata “Ul gir de Munt”, giunta alla 31a
edizione. La giornata non è della più favorevoli per correre: tempo
uggioso e abbastanza freddo. Il cielo nero non fa certo presagire una
corsa asciutta. Dopo giornate primaverili, i forti temporali degli
ultimi giorni hanno messo a dura prova gli organizzatori: dovevano
garantire un tracciato regolare su un percorso molto bello e
panoramico, cosa abbastanza difficile, visto che il percorso si
svolge in gran parte nei boschi con fondo sterrato e con continui
saliscendi. Dislivelli non impossibili, con pendenze abbastanza
dolci, tratti in salita e discesa non lunghi, ma il tutto ostacolato
dal fango che rendeva più arduo il procedere degli atleti. Anche nei
rari tratti piani si doveva procedere con attenzione: fango e radici
hanno causato numerose cadute; anch'io ho contribuito a … misurare
il percorso. Fortunatamente nessun serio problema, solo una
sbucciatura al ginocchio; in questo caso il fango è stato amico,
attutendo la caduta. Gli
organizzatori, viste le precarie condizioni di alcuni tratti, hanno
leggermente variato il percorso, “togliendo” alcuni tratti
particolarmente difficoltosi. Questo però ha creato qualche piccolo
problema con i cartelli che indicavano i chilometri percorsi. Alla
fine i percorsi lunghi, 30 e 36 km, saranno più corti di circa
quattro chilometri.
In
estrema sintesi la descrizione del percorso di gara.
Quello
che ha caratterizzato questa gara è stata la presenza di atleti, in
un numero decisamente maggiore rispetto ad altre gare simili, che
interpretano la gara non competitiva con lo spirito che caratterizza,
o che almeno dovrebbe caratterizzare, questo tipo di gare:
partecipare senza preoccuparsi del tempo finale. Importante è fare
del moto senza stressarsi. Cogliendo al volo i discorsi di alcuni di
loro si capisce che il tempo brutto non influisce sulla
partecipazione, ma solo sulla lunghezza scelta... anche se una volta
in corsa chissà perché si decide sempre di fare i percorsi più
lunghi.
Ricordo
che tra la fine degli anni 70 e l'inizio degli anni 80 correre in
queste zone era abituale per me, anzi in alcuni tratti il percorso si
è sovrapposto a vecchi percorsi ed era una cosa normale vedere
persone che camminavano, anzi allora erano forse più le persone che
interpretavano così la gara.
Oggi
vi erano persone che correvano veloci, ed erano la maggioranza;
questo vuol dire che non solo è cambiata la mentalità, ma forse è
cambiata la qualità dei partecipanti.
Per
quanto riguarda la mia gara (quella con i compagni), sono abbastanza
soddisfatto, a parte la caduta (qui ho pareggiato con Domenico): sono
stato il primo a tagliare il traguardo.
No,
non ho corso più veloce dei miei amici, ho solo fatto un percorso
più corto!
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