lunedì 6 maggio 2013

Accodati ai codini!

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 Ieri si è svolta tra Barchi e Fano una delle più belle (dal punto di vista del panorama) maratone italiane. Dalle colline marchigiane si è scesi fino al mare, passando tra castelli con tanto di castellane e cavalieri, in borghi medievali con gruppi locali in abiti tradizionali e ristori volanti con prodotti del territorio, il tutto “condito” da un tifo, non numeroso ma rumoroso!
Alla partenza un paio di lieti incontri: il primo con Paolo che, superati i suoi problemini di salute, era presente in veste di coach per la moglie impegnata nella maratona... la deve tenere in forma per la 100 km del Passatore del 2014; il secondo con le “giovani promesse” incontrate alla maratona del Garda dello scorso anno. Qui erano impegnate sono per metà; infatti il loro coach aveva programmato per loro solo la mezza maratona. Il prossimo appuntamento con la regina delle corse sarà per loro alla maratona di Venezia.
Pettorale medaglia collemarathonNaturalmente erano presenti molti altri amici: non potevamo certo lasciare solo Annibale!
Nella zona della partenza incontro Pasquale. Anche lui ha litigato, come me, con il parrucchiere, motivo per cui la sua coda è sempre più lunga... come la mia; l’unica differenza è che la sua è di un bianco candido. Altra cosa che ci accomuna in questi tempi è un fastidioso mal di schiena e, visto che il tempo stimato per correre (?) la maratona è lo stesso (4h30’), si decide di farla assieme... almeno fino a che uno non lasci l’altro.
Sir Marathon con Paolo e consorte
La giornata un po’ velata e con qualche goccia di pioggia è favorevole alla corsa ed alle chiacchiere. I chilometri passano, magari non veloci, ma passano. In varie occasioni alcuni nostri conoscenti, appena ci raggiungono, dicono che, visto il nostro passo regolare e... tranquillo, vogliono accodarsi a noi. Aggiungono che sarebbe bello fare la corsa assieme, arrivare in gruppo e via dicendo. Pasquale, sempre gentile, risponde con un “Prego, si accomodi!”
Fin qui nulla di strano; lo strano è che, dopo pochi minuti di corsa con noi, i nostri nuovi compagni prendono vigore, guariscono all’improvviso da tutti gli acciacchi che avevano e ... piano piano si allontanano, lasciandoci di nuovo soli.
I due "codini"



Vuoi vedere che abbiamo delle qualità terapeutiche, per cui basta fare qualche metro con noi e tutti i malanni scompaiono?

Eccoci ora sul lungomare, l’arrivo è in vista... solo che per raggiungerlo si deve fare una passeggiata nel centro di Fano di circa tre chilometri. Le nostre gambe stanno bene; le nostre schiene forse un po’ meno e le strade con acciottolato sconnesso certo non aiutano, ma attraversare il centro tra vie piene di storia ha il suo fascino.

Eccoci ora sul molo. Anche qui una piccola ultima “cattiveria” degli organizzatori: si passa praticamente accanto all’arrivo, ma per tagliare il traguardo si deve raggiungere la fine del molo e quindi rientrare... d’altro canto la maratona è lunga 42195 metri!
Tagliamo il traguardo in perfetta sintonia e... sincronia!
Ringrazio Pasquale per la compagnia e ribadisco il concetto che la fatica fatta nel correre una maratona fa superare molti stereotipi, uno dei quali vuole che ci sia rivalità ed acrimonia tra polentoni e terroni...


Nord & sud: assieme dall'inizio alla fine!
 







Avrete certo notato che nei post che riguardano le maratone non cito mai classifiche o atleti, ma in questo caso voglio fare un’eccezione.
Tra i 1067 che hanno tagliato il traguardo vi è Luca Panichi (con il tempo di 5h41’46”), un atleta disabile che ha corso la maratona in carrozzina, non un carrozzina speciale, di quelle in fibra di carbonio, ultraleggere, che vediamo in molte maratone, ma con la sua carrozzina normale. Con questo suo gesto credo abbia voluto dimostrare il suo essere normale, pur nel suo handicap, dimostrare che lo sport è senza barriere e senza confini.

Quattro bergamschi alla ColleMarAthon:
Sir Marathon, Ferdinando, Stefano & Giuseppe

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