Premessa
Oggi avrei dovuto fare un “allenamento” di rifinitura, per vedere la condizione in vista della prossima mezza (competitiva) di domenica, insomma vedere se il tempo finale della mezza potesse essere vicino al tempo delle due ore e mezza, nulla di speciale. Brutta notizia: un forte raffreddore, con tutte le conseguenze del caso, avrebbe dovuto consigliare una tranquilla giornata chiuso in casa. Buona notizia, in compenso, leggendo il regolamento della gara: tempo massimo tre ore. Saltare l'uscita quindi sarebbe stata la cosa giusta. Decido, vista la bella giornata di sole, di uscire ugualmente. Corro per alcuni metri e poi mi rendo conto che è più saggio procedere camminando. Lungo il cammino ho l'occasione di passare a fianco della dimora definitiva di Gianni (il suo gruppo domenica scorsa aveva organizzato la “sua” gara). Una breve deviazione, un breve saluto e, mentre riprendo il cammino, sento delle voci: prima indistinte, poi sempre più chiare.
Amico. Correva l'anno 2001, Eccomi in compagnia di Luciano alla FirenzeMarathon |
Conoscevo Luciano dal secolo scorso. Spesso ci si incontrava in qualche gara e, anche se eravamo in società sportive diverse, non siamo mai stati rivali. In gara ci si aiutava senza porci il problema di chi tagliasse per primo il traguardo. Ad un certo punto, ha deciso di abbandonare la corsa … “corsa” e di iniziare a fornire consigli ad altri su come avvicinarsi alla corsa, sulle varie distanze, su come prepararsi. Più che un allenatore era un amico che forniva consigli (in questa veste io lo vedevo). Molti sono stati gli atleti che hanno usufruito dei suoi suggerimenti e buoni sono stati i risultati da loro raggiunti. Una caratteristica lo contraddistingueva: non si limitava a dare consigli, ma controllava di persona che questi fossero messi in pratica. Come? Semplice, li seguiva in bicicletta. Per tutti era inscindibile il binomio “Luciano e bicicletta”. Per lui tutti gli atleti erano sullo stesso piano, sia i primi che gli ultimi. Mi fa piacere ricordare che in molte gare vedere Luciano era motivo per essere contento, perché significava che la fine della mia gara era vicina. Luciano, infatti, dopo l'arrivo degli atleti da lui seguiti, inforcava la sua bicicletta e ripercorreva in senso inverso il percorso della manifestazione. Mi sembra ancora di sentire la sua voce gioiosa: “Forza, Fausto, è quasi finita …!”. Per molti più che un allenatore è stato uno “zio che dava consigli”, sempre con il sorriso e vedendo sempre il lato positivo delle co(r)se.
Maratonina Castel Rozzone (2007): Atleta
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StraTreviglio 34a edizione: Collaboratore
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Epilogo
Giornata fredda di febbraio e cupa a Treviglio. Luciano e la sua bicicletta non si sono presentati alla mezza, lasciando prima perplessi, poi sbigottiti ed infine tristi molti atleti.
Giornata fredda, ma con cielo terso lassù. Il “Boss” è stato svegliato da un vociare al portone. Pietro cercava di spiegare a Luciano che non poteva entrare con la bicicletta. Non era permesso dal regolamento. Il “Boss”, di cui Pietro era un dipendente, sentenziò che, se ci sono le regole ci sono anche le eccezioni, per cui Luciano ha potuto portare con sé la sua bicicletta!
Che la terra ti sia leggera, Luciano … e che le ruote delle tua bicicletta siano sempre gonfie!
Ciao bel ricordo di un amico complimenti.
RispondiEliminaComplimenti per l articolo
EliminaLuciano sempre con noi ♥️
Rosy.
Ciao un pensiero un amico un nipote da fausto
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