È passato più di un
mese dall'uscita di scena della Pecora Nera e dall'entrata di
Lupo Solitario. Diverse le specie animali ma infettate, nel
mio caso, dallo stesso virus, per altro non contagioso: “maratonite”.
Ecco quindi che domenica Lupo Solitario paga il suo tributo correndo
la sua prima maratona. La giornata di
domenica, per la verità, non era iniziata nel migliore dei modi.
Infatti un violento temporale scoppiato alle sei del mattino faceva
presagire una giornata con tempo da ...lupi! Molti i miei dubbi nella
fase che precede la partenza. Tipo di abbigliamento, tracciato sul
quale disputare la maratona, orario di partenza. La fortuna, però,
sembra essere dalla mia parte. Dopo circa un'ora di pioggia battente,
dal cielo, anche se non completamente rasserenato, la pioggia smette
di cadere. La temperatura sembra non essere troppo fredda e questo
facilita la scelta dell'abbigliamento: maglietta e manicotti sembrano
coerenti con le condizioni atmosferiche. Ultimo dubbio: il tracciato.
Come Amleto, ho due alternative: “Correre per venti giri
sull'anello della Roncola, oppure due giri della Mezza sul Brembo
vecchia edizione? Questo è il dilemma!”. La
soluzione migliore, viste le mie condizioni, è la seconda. Meno
possibilità, visto il tracciato, di non completare la maratona.
Nessun dubbio riguardo l'orario di partenza: come sempre, appena
pronto, si parte!Come previsto, la
temperatura è abbastanza gradevole; le pozzanghere che si andranno
via via asciugando non danno troppo fastidio e la mia corsa sembra
abbastanza agevole. Ma … a tratti si alza un leggero vento freddo
che, se in un primo momento è apprezzato, mi causa dolori che mi
costringono ad una non prevista sospensione della corsa. Per fortuna
una breve sosta al bar per un caffè bollente ed un “pit stop”,
non per cambio gomme oppsss scarpe, ma per un altro motivo, mi
rimette presto in pista. Primo giro completato. Il tempo impiegato
per completare la prima metà gara dà una proiezione finale
ampiamente sotto le sei ore. Per il secondo giro modifico leggermente
il senso di alcune frazioni; percorro infatti i due riccioli del
percorso in modo tale da non doverli fare alla fine della gara; in
questo modo per tornare a casa dovrò necessariamente completare la
maratona! Con questa variazione del percorso di gara, perdo i
riferimenti chilometrici precisi, ma questo mi tiene impegnata la
mente per calcolarli approssimativamente (qualcuno potrà obiettare
che con un smartwatch questo problema sarebbe risolto. Giusto, ma
avete voi mai visto un Lupo con orologio?). Memorizzo solo il
tracciato degli ultimi sei/sette chilometri. Quando tutto sembra
procedere per il meglio, la mancanza di allenamento, o forse l'età,
richiedono il loro contributo. La corsa, anche se lenta, non è più
continua; alterno cammino e corsa fin dal 30° chilometro. Giunto al
36°, mi fermo alla fontanella di Osio, dove era previsto un ristoro.
Qui compio un errore da principiante (beh, del tutto scusabile, in
quanto Lupo Solitario è alle prese con la sua prima maratona). Vedo
una panchina e mi siedo, o meglio tento di sedermi perché, appena
appoggiato il fondo schiena sulla panchina, i crampi mi attanagliano
entrambi i polpacci. Ho la prontezza di riflessi di alzarmi subito e
dopo qualche minuto di stretching il dolore passa e posso riprendere
la mia gara. Cammino fino alla fine e porto a termine la prima
maratona da Lupo Solitario con il tempo di 6h 6' 00”!
Tempo superiore alle sei ore! Beh, se il mio nikname principale fosse “Duca Maratona”, potrei invocare l'italico difetto del lamento, del cercare scuse o giustificazioni: tempo perso per pausa caffè, per smaltire i crampi; percorso allungato per poter fare rifornimento alle vari fontanelle poste al di fuori del tracciato di gara misurato; sosta per far passare auto ai vari incroci, etc. etc. Ma io sono “Sir Marathon”, e quindi devo usare la mentalità anglosassone. Ricordo la frase di Wiston Churchill: “Fare di ogni avversità un'opportunità”. Ecco quindi che il tempo perso per i vari ristori è stato utile per prendere fiato e quindi aumentare i tratti fatti correndo. Fare dei tratti fuori percorso aumentandolo fa sì che correndo una maratona normale avrò meno metri da percorrere. Aver percorso prima i tratti finali, se poteva sembrare una cosa sciocca, ha alla fine tolto il desiderio di eliminarli e quindi di non completare … completamente l'intero tracciato di 42195 metri. Alla fine anche il pensiero di Lupo Solitario si uniforma a quello di Sir Marathon: “Comunque vada, sarà un successo!” e in effetti è quello che è successo: gara terminata, primo classificato. Per la precisione … preciso che il tempo massimo per la “Wolf's Marathon” era di 6 ore e trenta minuti. Beh, essere, oltre che l'unico partecipante alla gara, anche l'organizzatore, ha, come potete notare, i suoi vantaggi.
Epilogo: sommando i numeri del tempo finale 6h 6' 00”, quindi “ 6 + 6”, si ottiene il numero 12, che nella Smorfia napoletana significa “Lupo Morto, che vuol dire, interpretando il sogno: vittoria sui nemici”. Premonizione?
Non lo so, ma se volete un consiglio, giocate “12 & 42” al lotto, non si sa mai...
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