...ma mi hai dato pure qualcosa!
L'anno appena trascorso sarà ricordato da tutti noi per quello che ci ha tolto; di sicuro saranno più i ricordi negativi che quelli positivi. In questo mio post mi limito solo a fare un confronto tra il “dare/avere” in campo sportivo e più precisamente parlerò di corsa. Quello che il “malo male” ci ha tolto è sotto gli occhi di tutti e quindi è un dato oggettivo che riguarda sia gli organizzatori che gli atleti. Nel caso degli organizzatori di eventi sportivi, non tutti sono stati colpiti nello stesso modo, anche se tutti alla fine hanno avuto un danno. I più sfortunati, quelli che avevano gare programmate all'inizio dell'anno, oltre all'annullamento della gara hanno avuto pure dovuto sostenere le spese per il materiale già acquistato. In alcuni casi hanno provato a limitare il danno spostando la data dell'evento a fine anno, ma la cosa si è rivelata vana. I più “fortunati” (beh, si fa per dire) hanno solo annullato l'evento.
In questo caso la perdita è dovuta solo al mancato guadagno e non alla spesa per il materiale. Questo in generale per le gare competitive di livello nazionale, quelle che richiamano, oltre ad atleti di livello, anche numerosi amatori. Un fenomeno meno appariscente e soprattutto meno “pubblicizzato” è l'annullamento delle corse non competitive. Nella bergamasca, nel 2020, sono state circa un centinaio le gare che non hanno visto la luce. Molte di queste gare erano la linfa vitale per il sostentamento delle società organizzatrici; in molti casi il ricavato veniva devoluto ad Enti od Associazioni che operano a livello locale. (ne cito solo una ad esempio: nel 2019 la StraStezzano ha devoluto circa 13.000 € a varie associazioni).Per gli atleti o semplici “tapascioni” rinunciare la domenica alla corsa oppure ad una semplice passeggiata è stato la cosa più dura da sopportare. Molti hanno trovato soluzioni alternative per non entrare in crisi di astinenza. Beh, io mi “astengo” dal commentare questo fatto per non annoiarvi con le solite cose già dette e ridette sulle pagine di questo blog.
Ma cosa può aver dato il “malo male”? Come è possibile trovare qualcosa di positivo nelle avversità “podistiche” riscontate lo scorso anno? Qui, per forza di cose, la risposta è soggettiva. La stragrande maggioranza dirà che il “malo male” non ha portato nulla di positivo; come dargli torto? Altri avranno risposte meno negative e qualcuno ne avrà pure di positive.
Io posso solo elencare quelle positive per me. Per prima cosa l'essere confinato mi ha fatto riscoprire la voglia di scrivere sul blog e questo per due motivi. Primo: correndo le gare, molte delle quali già corse in anni precedenti, era difficile trovare l'argomento del post. Secondo: correndo gare “casalinghe”, tutto era più facile. Infatti ero io che stabilivo il tema della gara o, per essere più precisi, prima trovavo il “tema” e poi creavo la gara. Creare la gara, correndo da soli è semplicissimo: si deve solo preparare il pettorale, stabilire il giorno e … via! Ecco quindi in un colpo solo due obiettivi raggiunti: correre e scrivere.
Sembrerà strano, ma essere distanziati mi ha fatto riscoprire amicizie lontane, sia nel nel tempo che nello spazio. Citerò tra tutte quella con Giordano “solo6ore”. Eravamo colleghi, sia nel lavoro che in gara; poi siamo rimasti solo colleghi di lavoro, in quanto Giordano si era preso un po' di riposo, beh, diciamo qualche lustro. Per chi non lo sapesse, Giordano è stato il primo segretario del “Club SUPER MARATHON ITALIA” (ho riportato esattamente la grafia), ma ora apparteniamo ad una categoria per ora poco diffusa: quella dei “Non XMAN”, cioè quella dei non super amanti della classifica; infatti la cultura della X non è nelle nostre corde. Devo dire che questa sua nostra impostazione è da … sempre. Ho riletto con attenzione un suo scritto che ipotizzava la vittoria in una maratona internazionale, scritto nel secolo scorso: ha mantenuto fede alle sue idee. Credo che lo pubblicherò più avanti … non credete che possa essere un valido argomento per una maratona a tema? Vi anticipo già il finale: ha vinto!
Il “malo male” mi ha offerto la possibilità di trovare “Sir Marathon”! “Oh bella! Ma non sei tu?”. Eh sì. Correre da soli per diverse ore, soprattutto su un anello, fa sì che prima delle risorse fisiche si debbano trovare le risorse mentali. Transitare molte volte sul traguardo fa sì che ogni piccolo inconveniente sia una tentazione ad arrendersi: fa troppo caldo, fa troppo freddo, fa male il tallone, la schiena duole … chi corre sa meglio di me che sono molteplici i motivi per fermarsi. Ecco qui che entra in gioco la testa. Ecco, devo dire che sono sempre arrivato in fondo (anche se molto a fondo!) nelle gare che mi ero prefisso di correre. Oggi dovevo solo correre una mezza, ma, pensando a cosa scrivere nel post, ho allungato di un paio di giri la mia gara.
Al traguardo, contando le foglie, mi sono accorto che erano 12 e non 10! “????? ma che c'entrano le foglie?”. Beh, sono il mio contagiri; hanno un grosso vantaggio: non devo attendere, come fanno molti atleti dotati di “smartwatch” il segnale dal satellite e soprattutto non corro il rischio che si scarichino le batterie.
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