Lunedì
mattina cerco on line informazioni sulla “Maratona di Roma”. Ecco
che tra i primi titoli ne compare uno che dice: “Maratona di
Roma centomila partecipanti”. Whowww... in un solo colpo
abbiamo doppiato i partecipanti della molto più famosa “NYCM”.
Non c'è male. Purtroppo, come spesso accade, le “fake news” sono
nascoste nei dettagli. Forse, ma non credo, i centomila indicati nel
titolo sono la somma di tutte le persone che hanno corso domenica a
Roma; di sicuro più di centomila conteggiando pure gli spettatori.
La guerra dei numeri assume particolare importanza per il fatto che
nella stessa giornata dell'8 aprile si sono disputate in Italia due
maratone in due città importanti come Roma e Milano. Non entro nel
merito di questa sciagurata scelta (ma la FIDAL dov'è quando si
predispongono i calendari?), nei post pubblicati gli scorsi anno ho
già segnalato le mie perplessità. In questo post mi limiterò a
prendere in esame i numeri “veri”, quelli che dicono gli ordini
di arrivo, non quelli forniti dalle organizzazione né tanto meno
quelli indicati dalla stampa.
Scorrendo l'ordine di arrivo della “Maratona di Roma” (-vedi- ), si nota come questo sia un ordine di arrivo 'completo', nel senso che indica tutti gli atleti iscritti e nelle ultime pagina segnala gli atleti che non hanno terminato la gara (DNF) e quelli che non sono partiti (DNS), cosa non da poco e quasi mai attivata da altre società che si occupano della rilevazione automatica dei tempi. Non risultano dall'ordine di arrivo (che indica chiaramente “Risultati NON ufficiali”) atleti squalificati (DNQ), ma questo è un dato che si potrà trovare solo nella 'Classifica ufficiale' della gara, che dovrebbe essere stilata dai GGG (Gruppo Giudici Gare, organo della FIDAL), al quale compete pure l'onere di verificare che tutti gli atleti che hanno passato il traguardo l'abbiano fatto rispettando i dettami e le regole della FIDAL.
Ma cosa dicono i numeri
reali? La “Maratona di Roma”, con i suoi 11.728
classificati, doppia la “Maratona di Milano”, che di classificati
ne ha 5.523 (o … 5.545). Va però ricordato che il tempo
massimo concesso alla maratona di Roma era di 8 ore (ultimo arrivata
Viviana, con il tempo di 7h 39' 17”), mentre a Milano il tempo
concesso per terminare la gara era di 6h30' (beh, qui per indicare
l'ultimo classificato mi trovo in difficoltà! Li segnalo entrambi.
Entro il tempo massimo concesso Wang 6h 25' 31”, e ultimo in
assoluto Christian 6h 41' 34”). Un bravo a Viviana, Wang &
Christian per aver saputo portare a termine la gara!
Ad incrementare il
numero degli atleti impegnati a Milano, ha notevolmente contribuito
la “Europ Assistence Relay Marathon”, una maratone da
correre con 4 staffettisti. Questa gara ha visto ben 2.894 staffette
all'arrivo, per cui 11.576 atleti impegnati. Quindi, in termini
puramente numerici, e considerando gli atleti “competitivi”, si
può affermare che Milano batte Roma 17.099 a 11.728!
Ma questo è solo un gioco.
Già che ci siamo
parliamo per una volta (in questo blog) pure dei primi. Roma si
dimostra gara più veloce, o per meglio dire, chi ha vinto nella
capitale ha corso più velocemente. Cosmas Jarius Kipchoge Birek (2h
08' 03”) e Rahama Tusa Chota (2h 23' 43”) sono i vincitori di
Roma; Abdiuwak Seifu Tura (2h 09' 04) e Kabuu Wangui Lucy (2h 27' 02)
hanno vinto a Milano. Per uno strano caso si è avuto uno scambio di
nazionalità: Etiopi il vincitore di Milano e la vincitrice di Roma;
keniani il vincitore di Roma e la vincitrice di Milano. Da ultimo
segnalo che i percorsi sono abbastanza simili: percorsi cittadini, un
paio di salitelle in tutte e due le gare e la presenza di un fondo
non ottimale per la corsa: sampietrini a Roma, binari dei tram e
fondo con porfido a Milano.
Negli ultimi anni la
maratona di Milano “EA7 Emporio Armani Milano Marathon”
(denominazione ufficiale) ha sempre migliorato, anche il servizio di
sicurezza posto in essere prima della gara non ha influito più di
tanto sulla pazienza degli atleti. È il primo anno che in una
maratona si devono passare controlli di sicurezza tipo aeroporto;
qualcuno li avrà potuti giudicare inopportuni o forse troppo
invasivi, ma i recenti fatti di Berlino dimostrano che la prevenzione
non è mai troppa. Quest'anno la consegna delle borse (in contenitori
trasparenti) è avvenuta in tutta tranquillità. Questo è dovuto in
gran parte al fatto che vi erano numerosi gazebi ed alla
gentilezza e professionalità degli addetti. Lo stesso vale per la
riconsegna, cosa particolarmente gradita dopo la “faticaccia”
della gara. Nulla di particolare da dire sulla gara: attimi di sonoro
incitamento, nelle varie zone cambio staffette; solite scaramucce tra
atleti scalpitanti e automobilisti impazienti (altrimenti che
maratona di Milano sarebbe?); ristori come sempre ben forniti, ma
soprattutto ben distribuiti, spugnaggi senza spugne, ma questa volta
almeno con acqua (vale la stessa annotazione fatta per gli
automobilisti); finalmente ho pure trovato, sui tavoli, gli
integratori al 30 km. Acc! a saperlo avrei evitato di portare i miei,
chissà se con peso minore avrei pure avuto un tempo minore. Ma non
mi lamento: tempo impiegato di circa mezz'ora inferiore al tempo
dell'ultima maratona, posizioni recuperate dall'inizio alla fine, ed
infine la buona compagnia delle Pecore Nere (beh, questa solo nella
fase di andata e ritorno, in quanto durante la maratona le altre
Pecore Nere sono state Pecore Sfuggenti!).
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