
È lui che con altri amici organizzò nel lontano 1977 la maratona, gara che fu il mio battesimo in questa particolare distanza. Da allora la nostra conoscenza è diventata piano piano amicizia. Mario è uno degli ultimi rimasti del Gruppo sportivo Semonte di allora ad essere in attività, ma a differenza di me lui è ancora su ottimi livelli agonistici. Daniela è stata campionessa mondiale di “Vertical Running”, la disciplina sportiva che scala i grattacieli più alti del mondo (vedi) (vedi). Ora è in fase di ripresa. Chiacchierando con loro il tempo passa veloce e tra un ricordo ed un progetto lancio a Mario il seme di una piccola proposta: “Perché non organizzare per il 2017 un “remake” della maratona della Valle Seriana del 1977? Sono trascorsi giusto giusto 40 anni ...”. Mario per un attimo tace poi risponde: “Perché no?”. Siamo raggiunti da “Zio Pier”, colui che segue con grande passione e professionalità i report delle gare dei Runners Bergamo, che ci sollecita per la consegna delle borse. Il tempo di una rapida (e mossa) foto e via di corsa per la consegna delle borse, dove gli addetti aspettano con pazienza i ritardatari, che sono la maggioranza degli atleti. Tipica giornata autunnale, temperatura freddina, ma per fortuna un buon bicchiere di tè caldo, offerto dagli alpini, ci riscalda in attesa della partenza. Un piccolo segno di come l'organizzazione si curi degli atleti. Alle 9.30 precise il via. Mi ritrovo subito nelle posizioni di coda che manterrò fino alla fine. I primi chilometri sono in compagnia di molte ragazze che non stanno zitte un attimo. Potrei stare con loro fino alla fine, ma non riesco a sopportare i continui riferimenti alla velocità della corsa: “Stiamo andando a 5' 550”... dobbiamo rallentare...”, “Ultimo chilometro a 6'10, aumentiamo il passo....”, “No, no va bene così, se aumento mi faranno male le gambe...”. Sarà pure vero che faranno male le gambe, di sicuro non hanno male alla... lingua! Decido di lasciare l'allegra compagnia e … udite udite … aumento di poco il passo! La gara si snoda lungo le sponde del fiume Oglio, sulla ciclabile. Su questo stesso tracciato anni fa si correva una 30 chilometri. L'autunno colora le foglie degli alberi che da un verde pallido passano al rosso o al marrone scuro; a tratti le macchie gialle dei fiori autunnali ravvivano le sponde del fiume. Sarà forse per la conversazione avuta con Mario all'inizio, sarà perché il tracciato della gara è molto simile: si attraversano piccoli paesi tranquilli; lungo gli argini del fiume sorgono operose fabbriche; le case immerse nel verde sembrano quelle di un presepio; colori e suoni si mischiano. Corro in solitaria, la mente viaggia nel tempo, il passato si sovrappone al presente, non mi rendo conto di dove sono, non mi rendo conto del tempo in cui sono... le piccole gocce che bagnano gli occhiali sono la pioggerellina che cade a Boario Terne o il nevischio che rende difficoltosa la corsa nella pineta di Clusone? Non ha più senso continuare la cronaca della gara di oggi; forse non mi ricordo nemmeno più di come è finita, ma d'altro canto ha importanza per voi conoscerne l'epilogo?
No, no, amici, non ho
preso nulla, sono perfettamente cosciente... solo che oggi è il 2
ottobre!
Il ricordo certe volte
fa strani effetti.
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