mercoledì 13 aprile 2016

C'era uno striscione giallo con una scritta nera...

Diceva: “Verità per Giulio”, per non far sfiorire la primavera!

Le proteste e le agitazioni iniziate nel 2011 nei paesi arabi per ottenere maggiore libertà sono state denominate con un termine giornalistico “primavere”. La spontaneità della ribellione, la grande partecipazione giovanile, l’imponenza delle manifestazioni di piazza e la non violenza del movimento, avevano segnato il momento più alto di questa ondata rivoluzionaria, che appare ormai irrimediabilmente trasformata in tragiche lotte di potere. Il caso di Giulio Regeni si può inquadrare in questo contesto. Non mi dilungo oltre, non è questo né il momento né il luogo. Da subito questo blog ha aderito alla campagna di Amnesty International perché su questo fatto venga fatta piena luce. Subito mi sono chiesto: posso fare qualcosa di più? Basta un semplice logo “appiccicato” al blog per sentirmi tranquillo? Ho ascoltato con attenzione la conferenza stampa dei genitori di Giulio; a tratti ho pure “sudato” con gli occhi.

Prima pagina "L'Unità" Lunedì 11 aprile
Le parole semplici ma decise della mamma di Giulio mi hanno fatto pensare. Non chiedeva vendetta, chiedeva solo giustizia, ma soprattutto chiedeva con forza che la Verità, quella con la “V” maiuscola, venisse a galla. Mi sono tornate alle mente le parole di un'altra mamma, quella di Ilaria: anche lei chiedeva e … chiede tutt'ora verità e giustizia. Forse abbiamo lasciato sola quella mamma, troppo sola! Devo fare qualcosa di più, devo dare un segno, non devo lasciare sola quella mamma. Ma cosa? L'idea di Amnesty International di appendere lo striscione ad una finestra mi sembra una buona idea! Ma se lo striscione da statico diventasse itinerante forse sarebbe meglio e quale migliore occasione della “Maratona di Roma”? Nelle giornate precedenti, mentre gli altri affinavano la preparazione alla gara, io preparavo lo striscione giallo. Ho subito eliminato l'idea di scrivere il cognome sullo striscione, vuoi per una questione tecnica (beh, meno lavoro), ma soprattutto per evidenziare la mia vicinanza a Giulio. Non si chiama un amico con nome e cognome, l'amico lo chiami con il solo nome, magari con il soprannome.
 
Prima pagina "Corriere della Sera" Lunedì 11 aprile
 
Approfitto del ritiro del pettorale all'expo Maratona per scattare le prime foto; in alcuni stand loro fotografi ci fanno delle foto che dicono verranno pubblicate sui loro siti. Mi sembra un buon inizio. Durante la gara approfitto di ogni assembramento di persone che assistono al passaggio degli atleti per mostrare loro lo striscione. Molti applaudono all'iniziativa; molti non conoscono il fatto, ma sono i vicini a spiegare loro di che si tratta. Correre con lo striscione alzato, anche per poche decine di metri, fa male alla braccia e rende la corsa lenta e goffa. Non me ne importa nulla, anzi in quei momenti mi sento vicino a Giulio, penso lui ma soprattutto a chi ha reso il suo corpo ed il suo volto riconoscibile “...solo dalla punta del naso ...”, come ebbe a dire la mamma.
Ecco Via dei Fori Imperiali, ultimi sussulti per lo striscione, la maratona è finita, lo striscione ripiegato.
Il percorso per ottenere la verità è ancora lungo, ma non per questo si deve abbandonare, anzi è proprio il contrario, proprio perché è lungo ed impegnativo ci si deve mettere più impegno.
Verità! Penso dentro di me: Verità che il governo Italiano ha il dovere di pretendere, Verità che il governo Egiziano ha l'obbligo di dare!

  

L'Unità 11 aprile pagg. 2 - 3

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