martedì 17 marzo 2015

Maratona di Barcellona: il percorso sembra tracciato da Gaudì

Il percorso della “Maratona di Barcellona” (denominazione esatta “Zurich Marató de Barcelona”), giunta quest'anno alla 37a edizione, si snoda interamente in città. Non un percorso circolare che relega i maratoneti in oscure e spesso anonime periferie dove solo il tratto iniziale e finale è in centro città, ma un percorso che sembra dividere la città in tanti piccoli frammenti, con numerosi punti di contatto.
Se facciamo un gioco che fanno spesso i bambini, cioè coloriamo gli spazi vuoti (ad esempio quelli delle lettere) con vari colori, vediamo sparire la città come se fosse sepolta sotto enorme mosaico colorato. Ecco quindi fondersi in un'unica entità città e maratona. Che la maratona non sia cosa estranea alla città lo dimostra non solo il pubblico, che per tutta la maratona ha fatto da supporto agli atleti (quelli ai bordi delle strade non erano certamente solo accompagnatori o turisti), ma anche e soprattutto gli abitanti non direttamente interessati alla gara, che per qualche ora hanno avuto modificate le loro abitudini. Nessuno si è lamentato; non ho visto nessuna colonna di auto strombazzanti; non si sono avute epidemie improvvise che costringono ad urgenti visite in ospedale; non ci sono stati turni di lavoro inderogabili... tutti avvenimenti che, ad esempio, quando si corre la maratona di Milano, sembrano ineluttabili. Cittadini più educati? Informazione più puntuale? Organizzazione più efficiente? Non so dare una risposta. Sta di fatto che a parità di condizioni si hanno due risultati completamente diversi.

Mi è sembrato giusto iniziare questo post con un omaggio alla città e ai suoi abitanti. Veniamo ora alla gara ed alla sua organizzazione. Ritiro senza nessun problema del pettorale di gara. Era prevista, come gadget, la consegna della maglietta ufficiale della gara, di cui all'atto dell'iscrizione era stata chiesto di indicare la taglia. Bene, è stata consegnata la taglia che uno aveva richiesto. La maglietta non andava bene? Nessun problema: si poteva cambiare... con altri concorrenti, in quanto l'organizzazione, giustamente, non lo faceva! Un rapido passaggio negli stand (troppo affollati per i miei gusti), sul tipo della maratona di Firenze. Eccoci finalmente ai nastri di partenza. Giornata con aria “frizzantina”, ma soleggiata: una giornata ideale per correre. Alle 8.30 lo sparo che indica l'inizio della gara, ma nessuno nella nostra gabbia (la penultima) si muove: due cartelli indicano “STOP”. Nessuno scalpita, nessuno cerca di fare il furbo e di sopravanzare i cartelli. Passano alcuni minuti ed ecco un altro sparo. Noi nel frattempo siamo avanzati, camminando molto lentamente di qualche decina di metri. Anche questa volta... tutti fermi: i cartelli fanno sempre bella mostra di sé davanti a noi. Al terzo sparo ho (abbiamo) capito il meccanismo. Si parte a gruppi ed ognuno ha una sua partenza ufficiale con tanto di sparo e coriandoli al cielo. Ora ai cartelli si sono sostituiti i pacers delle 4h 30'. Il tempo è indicato su bandierine poste sulla schiena degli atleti. A vederli da lontano sembrano tanti samurai che guidano la carica dei loro eserciti. L'ideogramma relativo all'esercito è sostituito dal tempo. Ecco quindi che dopo circa venti minuti dalla partenza dei primi, l'esercito viola delle 4h 30' si mette in marcia, pardon inizia a correre. Eh, sì, proprio così, queste partenze “intelligenti” fanno sì che una volta partiti non ci sia il classico effetto fisarmonica “corro/cammino/corro”. Come dicevo all'inizio, percorso non banale, ma che tocca tutti i punti di interesse della città. Sarebbe troppo lungo elencarli tutti: segnalo solo il “profano” stadio Camp Nou, dove gioca il Barcellona, e, come luogo “sacro”, il simbolo della città: la “Sagrada Famìlia”... nel mezzo tutti gli altri monumenti. Numerosissimi sul percorso gruppi folcloristici che con il suono ritmato di tamburi e di altri strumenti a percussione danno il ritmo agli atleti. Punti di ristoro ogni 2,5 chilometri rendono agevoli i rifornimenti per gli atleti. 
Naturalmente tifo lungo le strade ed ai numerosi supporters venuti per sostenere amici e parenti si aggiungono tifosi locali che incitano gli atleti. Numerose sono le bandiere del Barcellona calcio, ma più numerose sono le bandiere gialle e rosse della Catalogna (più precisamente: quattro fasce rosse su campo dorato), sventolate dai catalani. I chilometri sembrano lievi ed il tempo passa veloce. Quasi senza rendermene conto, sono sul rettilineo d'arrivo. Qui non si può rallentare, il traguardo è vicino... Noto che il cronometro segna 4h 43' e pochi secondi. Da un rapido calcolo capisco che posso chiudere sotto le 4h e 44'... ma se
rallento e calcolo bene il tempo posso fare di meglio: terminare in 4h 44' e... 44”!
Detto...
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
& fatto!
 
 
 
Termino con un paio di annotazioni “tecniche”. Il tracciato ideale di corsa è stato identificato da una linea blu, linea che quindi indica dove il giudice misuratore ha preso le distanze per omologare la gara come maratona. Ho notato che in questo caso le traiettorie non sono “esasperate” come nella misurazione della mezza maratona sul Brembo (vedi), ma sono quelle che con più probabilità gli atleti terranno in gara. La maratona di Barcellona quindi non ha una distanza omologata? Non credo proprio. 
 
 
 
Tutto bene dunque alla Maratona di Barcellona? Beh, credo che si debba migliorare la consegna delle borse al termine della gara. Chi ha terminato con tempi simili al mio, ha dovuto attendere circa 15 minuti per la consegna. Meno male che la fila era ordinata, gli atleti pazienti ed il luogo della consegna al coperto. Nessuna lamentela, anche perché gli addetti si impegnavano. La soluzione? Semplice: qualche addetto in più. Questo fatto per altro non abbassa di molto la mia personale valutazione della gara.
Diciamo che per un bel dieci tondo manca ancora mezzo punto!
 

 
 
 
 
Un dettaglio: anche le spille avevano qualcosa di diverso dal solito. Non so se è un caso, ma l'estremità colorata delle spille stesse ricorda vagamente lo stile della Art Nouveau di Gaudì, che utilizza, oltre alla forma, il colore.

  
 
 
 
 



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