Come ogni giovedì,
passeggiata in compagnia di Rossana. Oggi per la nostra camminata è
stata scelta la ciclabile della Valle Brembana, e più precisamente
il tratto da Ambria a San Giovanni Bianco; il tutto per una lunghezza di circa 16 chilometri. Consociamo molto bene questa
ciclabile e la frequentiamo almeno una volta al mese; sappiamo già
in partenza i luoghi di fermata per un piccolo spuntino, per il
pranzo ed anche, qualche volta, per scambiare quattro parole con
gente del posto che vediamo abitualmente. Nulla che valga la pena
di raccontare, dunque. Però... oggi è successo un fatto strano.
Arrivati al termine della statale che collega Dalmine a Villa d'Almè, vedo
la statua di Arlecchino che sormonta un enorme basamento con la
scritta “Valle Brembana”: una bella e gradita sorpresa. Ma proprio in
corrispondenza dell'innesto con la statale 470 che proviene da
Bergamo, sento uno strano rumore, la macchina sbanda leggermente ma
non ci faccio caso. Guardo nello specchietto retrovisore e noto che
il basamento è... vuoto!
Non faccio neppure in tempo a rimettermi
dalla sorpresa che vedo seduto nei sedili anteriori della mia auto
Arlecchino. “Andom, alura, vo alla me cà". Non posso
far altro che accettare il nuovo ed inatteso ospite, chiarisco però
che faremo solo una parte del percorso in auto, il resto a piedi.
“A'm sé d'ecord”. Parcheggiata la macchina presso la
stazione di Ambria (che è in fase di ristrutturazione, ottimo),
partiamo. Non so come mai ma il discorso cade su faccende italiane.
Si parla della strada senza fine (come tempi di costruzione) Salerno
Reggio Calabria e delle enormi spese sostenute per il ponte mai
costruito sullo Stretto di Messina. “I è terù, i g'à mia oia
de laurà”, sentenzia Arlecchino, con una certa spavalderia.
Faccio notare che problemi simili: spese maggiori del previsto, non
rispetto dei tempi, ruberie vari si sono verificate anche nella
costruzione del MOSE. “Mose? che laur l'è?”. Spiego
cos'è e che riguarda Venezia.
“Uhhmmm, l'è ol Doge che l capess negot, a'nse mia in
Lombardia”. Non riesco a
trattenermi: “Lombardia? Peggio che andar di notte!”.
Illustro brevemente che cosa è l'EXPO ed i problemi relativi, nulla
di buono. “Tè ghet resù, ma i milanes i è mia
bergamasch. I parla, i parla, ma i fa negot po a lur”.
Provincia di Bergamo? Andiamo bene! Faccio vedere ad Arlecchino in
cantiere ancora aperto per la variante di Zogno: non si vede
nessun operaio al lavoro; le reti arancioni che delimitano tratti di
cantiere sembrano immense ferite inferte alla montagna. “Anca
la Provincia l'è trop de luntà...”.
Il
campanile suona mezzogiorno. “Te gh'èt mia ona feta de
polenta? M'è egnit fam!”.
Offro metà del mio pane e salame. Terminato di mangiare, Arlecchino
dice: “L'è mei che i laur i faghe i Comù!”.
Mi viene in mente la ciclabile del Morla, dove i lavori sono fermi da
più di un anno (vedi).
Non ho ancora terminato la spiegazione che Arlecchino mi interrompe
bruscamente: “Fam finì,
i laur che i faghe i Comù... picoi!”.
Forse
Arlecchino ha ragione: un comune piccolo ha più facilità di
controllare il rispetto dei tempi nella esecuzione dei lavori, nel
controllare le spese effettivamente sostenute, nel verificare che
quanto richiesto nelle varie gare d'appalto sia effettivamente quello
che poi viene eseguito.
Ma...
La
ciclabile della Valle Brembana è interrotta, o meglio, è ancora
interrotta. Con Arlecchino leggiamo i cartelli posti sulle recinzioni
che impediscono il passaggio. Sopra l'ordinanza (nr.
4/2015, protocollo
290 del Comune di Zogno) che
impediva il passaggio fino al 13 febbraio è posta la nuova ordinanza
(nr. 06/2015, protocollo 1649
del Comune di Zogno) che
impone il divieto di transito
da
sabato 14 febbraio a lunedì
20 aprile. “A capese mia, a capese mia...”
Sento Arlecchino bofonchiare, mentre piano piano e mesto mesto si
allontana per raggiungere casa sua a San Giovanni Bianco.
Sento
molti di voi dire: “Vabbè, tutto il mondo è paese!”. Forse sarà come voi dite, ma ne siete sicuri? (vedi
qui). Sarà solo una caso?
Ore 14.00. Sulla via del
ritorno ritrovo la statua di Arlecchino regolarmente sul suo
basamento. Mi viene un dubbio: ho vissuto un sogno o è stata una cosa
reale precorrere un tratto della ciclabile a fianco di Arlecchino?
Dalla radio la notizia dell'arresto per corruzione di un noto
politico... Forse il colloquio con Arlecchino è stato solo una
sogno, un bel sogno, mentre l'argomento dei nostri discorsi è
realtà... una brutta realtà!
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Dettaglio della Comunicazione al pubblico"
lavori per "Variante all'abitato di Zogno" |
Nota. Non so se la
trascrizione dei discorsi di Arlecchino ha la grammatica e la grafia
giusta (non ho trovato un correttore grammaticale abbinato al
bergamasco).
Mi sono avvalso di:
- Note sul Dialetto
Bergamasco (vedi)
- Vocabolario
Bergamasco (vedi)
un 'idea l'avrei: andiamo con la svizzera o l'austria o in alternativa chiediamo di aggeregarci al Süd Tyrol!!!! ahahah: simpatico l'Arlèchì e col suo "batòcio" (bastone) meniamo i corrotti, i ladri ed i delinquenti
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