domenica 21 dicembre 2025

Riaccendiamo la gioia. La mia lanterna

Accogliendo l'invito della Parrocchia e su suggerimento di Rossana, anche io ho costruito la mia lanterna. Mi sto recando presso la chiesa della Roncola per poter accendere la lanterna con la fiamma che è stata accesa direttamente a Betlemme, più di un gesto simbolico. Alle mie spalle sento un ragazzino di circa 4/5 anni, che porta una lanterna, che dice al papà, osservando la mia: "Perché la lanterna di quel signore è rotta?". Il papà non vuole infierire; vede che non c'è storia sulla fattura delle due lanterne: "Di sicuro sarà caduta e non ha avuto tempo di ripararla ...". Mentre mi oltrepassano osservo la loro lanterna, è veramente fatta bene: angoli perfetti, incastri a regola d'arte, materiale ottimo. La fattura ricorda le lanterne dei vecchi galeoni poste a prua. Di certo il papà sarà un artigiano ed avrà utensili appropriati. Mi immagino le ore di lavoro con i figli che prima di mettersi all'opera progettano la lanterna, poi sotto l'esperta direzione del papà, iniziano la costruzione. Mi immagino il maggiore chiedere consigli sul materiale da usare, su come utilizzare i vari attrezzi, mentre al più piccolo vengono assegnati compiti di secondo piano, ma non certo meno importanti (ad esempio carteggiare i vari pezzi, o passare al fratello maggiore gli attrezzi giusti). La costruzione, vista la complessità della lampada e la perfezione dell'opera finita, avrà richiesto diversi giorni e di conseguenza anche un distacco da un immancabile schermo, che sia di un telefonino o di una postazione di gioco. La mamma, dopo aver anche lei dato un'occhiata alle due lanterne, non dice nulla, ma un sorriso smagliante le illumina il viso. Vale più di mille parole. Leggo nel suo pensiero: "Certo che la nostra è propria una lanterna di classe, non come quella ...". Ma ... anche qui c'è un ma. Il più piccolo nella sua ingenuità esclama ad alta voce: "Visto, papà, che la mamma aveva ragione; il pacco con la lanterna da montare è arrivato ieri, in tempo per farla!".

A questo punto la "mia lanterna" si è sentita sollevata, non sarà una Cenerentola! (i lettori più affezionati sanno che alcuni post sono ... al confine della realtà ed in questo caso anche le lanterne hanno voce ed un'anima!).

Un passo indietro mi sembra necessario.

Quando Rossana mi ha proposto la costruzione di una lanterna, la prima cosa che ho fatto è stata quella di informarmi come fare. Internet è una miniera di idee. Avrei potuto prendere spunto da una di queste e seguire il tutorial per creare una lanterna ... uguale a molte altre. Mi sono posto,però, una domanda: "Sarà la strada giusta?". Certo, non era una strada sbagliata, ma ho preferito scegliere una strada diversa: non parlare della lanterna, ma "far parlare la lanterna". Innanzi tutto per la sua costruzione ho utilizzato tutti materiali di recupero e nella sua costruzione tutti i pezzi hanno un significato. Certo, a prima vista può sembrare un accozzaglia di elementi che non hanno alcun senso. Di seguito una piccola spiegazione del significato.

Fronte. Rappresenta una costruzione distrutta. Si vede che era un edificio importante dalla struttura che richiama delle colonne e da pezzi di vetro colorato che erano sulla facciata. Che struttura era? Poteva essere un Teatro, una Biblioteca, una Chiesa. Osservando con attenzione si vede che alle sue spalle vi è un libro bruciato: un libretto di un opera lirica? Un testo classico? Un messale? Che sia stata la guerra la causa di questa distruzione è indicato daL filo spinato, arrugginito, che si vede nella parte alta del fronte.

Retro. Qui la parte dominante è un rudere alto: un minareto, una torre antica di qualche fortezza, un campanile? Sono tutte possibilità; ognuno ci può vedere quello che vuole, ma la sostanza non cambia: anche questo manufatto è stato distrutto da qualche bombardamento. Al suo fianco due piante di ulivo. Non si nota molto, ma non sono uguali: una ha le foglie bruciate: saranno stati i sedicenti guerriglieri di Hamas il 7 ottobre o i coloni israeliani nei giorni scorsi? In ogni caso tutte e due le fazioni non vogliono certo la pace. Pace che è simboleggiata dall'ulivo integro che sorge a fianco di quello bruciato.





Lati. Si vedono due situazioni di guerra dove a soccombere sono i civili, povera gente che nulla ha da guadagnare dalle situazioni di conflitto. Da un lato le macerie di una casa di legno, con i vetri distrutti dall'esplosione di un missile, da un colpo di mortaio, da un drone? Poco importa, era un'abitazione civile. Quello che è particolarmente odioso in questa guerra, perché di guerra si tratta, è l'accanimento degli invasori non sulle strutture militari, anche qui non certo giusto, ma almeno comprensibile, ma su strutture civili: scuole, ospedali, centrali elettriche, abitazioni civili lontane centinaia di chilometri dalla linea del fronte. Sull'altro lato vi è la simbolica presenza di una tenda di un campo palestinese nella striscia di Gaza. Qui la distanza è minima tra chi lancia bombe e chi le riceve, ma la situazione per la popolazione civile è molto più grave. Qui si muore non solo per le bombe, ma anche per il freddo, la fame e le malattie. Nessuna giustificazione per l'esercito israeliano, ma allo stesso tempo una dura condanna ad Hamas. Nessuna loro empatia nei confronti dei palestinesi, che sarebbero loro fratelli. Come non ricordare le stridenti, pompose e farsesche opere messe in atto durante la liberazione dei prigionieri, dove si vedevano decine di miliziani impettiti, con il volto nascosto, con divise pulite, auto di grossa cilindrata pulite, armi oleate, grande sfoggio di telecamere, etc. etc., il tutto documentato per la loro politica. Bastava allontanarsi di poche decine di metri e si scorgevano lunghe file di profughi che si spostavano continuamente, senza trovare una sistemazione, seppur precaria ma almeno definitiva. Nessuna auto di grossa cilindrata, tutt'al più qualche carretto trainato da magri asinelli.

Nella parte alta di entrambi i lati vi sono dei fili brillanti che ricevono ed espandono la luce della candela e vogliono rappresentare la speranza di un futuro luminoso. Di proposito non sono diritti, ma con varie curvature per rappresentare la difficoltà del raggiungimento di tale obiettivo.

Base. Qui è rappresentato un terreno devastato dalle bombe, nero e coperto di rovine, tra le quali si notano chicchi e spighe di grano, che vogliono rappresentare la vita che risorge; non a caso il grano è simbolo di vita.

Parte centrale. È l'anima della lanterna. Qui sorge la luce accesa con il fuoco che proviene direttamente da Betlemme. Espande una luce verde. Si sa che il verde è simbolo di speranza, di via libera verso la ... PACE. Ricordo che candele di questo colore, alcuni anni fa, erano accese sui davanzali delle case polacche ai confini con la Bielorussia; indicavano ai profughi provenienti da quella terra che potevano trovare cibo, indumenti ed assistenza, insomma un "caloroso" abbraccio in terre gelide.

Ecco, la mia lanterna vuole invitarvi a pensare che il Natale non è solo panettone o pandoro, ma anche altro...

Un augurio di BUONE FESTE ed un SERENO 2026 a tutti i miei quarantadue lettori! 

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