venerdì 26 settembre 2025

Piro, che tu sia maledetto!

Ricevere un regalo è sempre una cosa gradita, ma ci sono sempre delle eccezioni. Io sono una di queste. Lo so che in base al detto “A caval donato non si guarda in bocca”, quando si riceve un regalo, non si devono criticarne la qualità o il valore, ma essere grati per il gesto e l'intenzione. Io sono abbastanza d’accordo con metà di questa affermazione: apprezzo il gesto e di questo sono sempre grato perché vuol dire che si è in sintonia con chi fa il dono, ma se il regalo non rientra nelle mie corde, verrà messo in fondo ad un cassetto, dimenticato, non utilizzato, di certo non sarà mai riciclato verso un’altra persona, ma tenuto come ricordo.

Ci sono però dei regali che devono essere apprezzati e … utilizzati, anche se in un primo momento il fatto mi può pesare. Nella fattispecie è il regalo che Stefano, Piro per gli amici, mi ha fatto esattamente un anno fa: uno smartwatch, e più precisamente il suo, sì, quello che si vede nella foto.

domenica 14 settembre 2025

Esco a correre e guardo il cielo

Premessa

Un’amica di mia figlia ha vissuto la sua infanzia a Sarajevo durante l’assedio (dal 5 aprile 1992 al 29 febbraio 1996). In tutto questo periodo, dopo i primi mesi di terrore, ha cercato di vivere con la sua famiglia una vita “normale”, tornando alle vecchie semplici e quotidiane abitudini, non solo quelle necessarie ed obbligatorie, come ad esempio fare la spesa o frequentare la scuola, ma anche frequentare parchi giochi o semplicemente fare una passeggiata con i suoi genitori, naturalmente con tutte le necessarie e dovute cautele. È stato un modo non solo per esorcizzare la guerra, ma anche un modo di “resistere” all’aggressione. Ora, a distanza di anni, questi comportamenti le hanno permesso di non risentire in modo pesante di traumi che spesso rendono impossibile vivere una vita normale, anche se sono passati decenni.

mercoledì 10 settembre 2025

Una maratona per il Re

Come può un convinto repubblicano correre una maratona per il re? Ha forse dimenticato le sciagure che uno degli ultimi re d’Italia ha procurato al suo paese? Come dimenticare l’ignavia di fronte alla caotica “scampagnata” che consenti l’ingresso a Roma dei gitanti e la conseguenza di avere un ventennio nero? Come dimenticare la firma apposta su leggi che nulla avevano di legale e, per ultimo, dopo aver taciuto sull’ingresso in guerra, il fatto che pensò bene di approdare in luoghi sicuri, quando le cose si misero male? “Sciaboletta”, il suo soprannome, credo che ben si adatti alla figura. Ma ci sono delle persone a cui viene attribuito l’appellativo di Re, non per nascita, ma per meriti. Sono sicuro che i lettori di questo blog, visti gli argomenti trattati, abbineranno la parola Re a Giorgio Calcaterra. Come dar loro torto? Giorgio ha vinto tre campionati mondiali della 100 km (2008, 2011, 2012), ma furono le 12 vittorie consecutive (2006-2012) della 100 chilometri più famosa d’Italia, “Il Passatore”, ad eleggerlo Re. 

martedì 2 settembre 2025

In vetta!

Eccomi in vetta al “mio” monte Everest!

No, nessuna impresa epica, solo una mia personale (piccola) soddisfazione: aver compiuto il mio “eversting” cioè fare ascensione di 8848 metri, impresa che sono certo che pure tutti i lettori del blog, seppur con tempi e modi diversi, sono in grado di compiere. Certo, chi pratica trail raggiungerà la vetta in pochi giorni di corsa, magari impegnandosi o avendo questo come scopo, solo in poche ore. Ma sono certo che anche chi abita in paesi di collina, se avesse la voglia e la pazienza di prendere nota del dislivello affrontato ogni giorno, conquisterebbe la sua vetta. In questo caso il pensiero corre al paese natale di mia mamma, Calosso, un piccolo borgo dell’astigiano, dove per raggiungere la chiesa posta sul “cucuzzolo della collina” si deve affrontare una ripida salita, salita che credo sia affrontata giornalmente da alcune pie vecchiette. Personalmente ho impiegato 48 giorni per la mia scalata.