Prologo
Finalmente una domenica senza particolari impegni di corsa. Oggi potrei pure riposare e dare un po’ di sollievo alla mia vecchia schiena messa a dura prova dai lavori del piccolo orto. Il motivo è il fatto che settimana prossima ci attende un percorso di trekking, che alcuni anni fa sarebbe stato affrontato senza particolari problemi, ma oggi, vista l’età non più giovane, ci dà qualche motivo di apprensione, non tanto per la lunghezza quanto per il tracciato, che si snoda sull’appennino Tosco Emiliano. La “Via degli Dei”, 130 chilometri da fare in tutta tranquillità, sperando nel bel tempo. Ma si sa non posso tralasciare il mio santificare laico della domenica, per cui anche oggi indosso scarpette e maglietta ed esco a correre.
Sarà solo una corsetta di sei sette chilometri, affrontati in tutta tranquillità.
Esco, più tardi del solito: giornata soleggiata, temperatura ottimale, strade deserte, insomma una giornata ideale per stare all’aria aperta per un’oretta, corricchiando. Nessun particolare pensiero o preoccupazione; oggi non ci sarà “l’obbligo” del post … post corsa. Sul mio percorso incontro solo qualche atleta che si sta allenando . Saluto con un cenno della mano, come buona educazione impone, ma quasi sempre non ottengo risposta. Evabbè, forse agitare per una frazione di secondo la mano lo farebbe sbilanciare e perderebbe … ma lasciamo stare. Come dicevo all’inizio, traffico assente … ma ecco che sento, alle mie spalle, un sordo rumore che diventa mano mano sempre più forte; riconosco essere il tipico rumore (qualche appassionato direbbe “suono”) di un maggiolino. Alla guida una persona anziana con la barba che canta una canzoncina in spagnolo (*). Mi supera e dopo poco sparisce dietro una curva. Non faccio caso alla .. cosa. Un altro rumore “disturba” la mia non corsa. Qui nessuno potrà dire che è un suono, soprattutto gli abitanti dei Colognola, il quartiere che confina con l’aeroporto di Orio al Serio. È il rumore di un aereo in fase di decollo. Sarà la combinazione dei due rumori a risvegliare in me un motivo, anche oggi, per impegnare la mente. Collego i due rumori a due personaggi: Pepe Mujica, ex presidente dell’Uruguay recentemente deceduto, e Donald Trump. Il collegamento tra i due sono i rumori che hanno “disturbato” il mio lento andare. Mi spiego meglio. L’autovettura, vecchia e malandata, di Pepe era un vecchio Maggiolino della Wolkswagen. L’auto gli era stata donata da alcuni amici il secolo scorso e da allora è sempre stata la sua auto, sia di servizio che personale. Recentemente gli era stato offerto un milione di dollari per quell’autovettura, offerta che seppure a malincuore era stata rifiutata. Avrebbe sì voluto venderla e dare il ricavato ai meno abbienti, ma sarebbe sembrato un gesto scortese per gli amici che gliel’avevano generosamente donata. Pepe era solito fare beneficenza, che considerava un gesto più che normale: del suo “lauto” stipendio di circa 8.000 euro, tratteneva solo circa 1.000 euro per sé, mentre il resto veniva donato. Penso a quei parlamentari di una regione a statuto speciale che si sono aumentati lo “stipendio” di varie migliaia di euro. Aumento votato sia dai parlamentari di governo che di opposizione.
L’aereo di cui ho sentito il rumore mi ricorda il Boing 747, del valore di 400 milioni di dollari, regalo fatto dalla famiglia reale del Qatar e ricevuto dal presidente Trump. Non voglio entrare in merito alle varie questioni di opportunità o politiche che implica questo regalo, lascio ai lettori le valutazioni. Quello che mi ha lasciato stupito sono le notizie riguardo alle misure di sicurezza che dovranno essere messe in atto per un futuro ed eventuale suo utilizzo. Si parla che per verificare la presenza di microspie sia necessario almeno un anno di ricerca. Per non parlare degli undici bagni … - vedi qui per tutti i dettagli -.
A questo punto, per poter scrivere il post, mi devo pure inventare la corsa. Ormai sono un esperto organizzatore: ecco che di corsa ed in corsa invento la corsa: la “10 miglia del Parco”. Dieci miglia (16.093 metri) distanza inusuale, ma, visto che oggi doveva essere una giornata di riposo e considerato che avevo già corso circa 4/5 km, mi sembra un buon compromesso. Questa gara, visto il poco tempo per organizzarla non avrà il pettorale, ma dovrò in ogni caso pagare la mia quota d’iscrizione. Altri pensieri, altre considerazioni hanno impegnato il mio tempo di corsa che alla fine sarà di 2h 09’ 57”, lo so tempo alto, ma considerate che il programma prevedeva solo un’oretta di corsa. Spero che la lettura di questo post possa invogliare altri ad approfondire la conoscenza, no no non di Trump, ma della persona Pepe, che sarebbe stato accolto nel gruppo delle Pecore Nere dei Runners Bergamo, infatti la sua biografia ha per titolo “Una pecora nera al potere”. Pepe Mujica, «la pecora nera», un comunista anomalo che ha fatto la storia.
Sono sicuro che il Portinaio di lassù aprirà le porte a Pepe; se ciò non si realizzasse, di certo troverà un piccolo appezzamento di terreno poco fuori il portone per coltivarlo.
Che la terra ti sia leggera e … fertile, Pepe!
Prologo (*)
Forse sarà stata la mia immaginazione, ma tutto può essere, in quanto questo blog molte volte è … ai confini della realtà!
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