giovedì 15 maggio 2025

Ottimo investimento

Chi fa investimenti si aspetta che dopo qualche tempo il capitale investito subisca un aumento; solo così si potrà capire se il capitale investito ha dato buoni frutti, ma ci sono degli “investimenti” che non fruttano interessi. È questo il caso in cui si voglia investire in beneficenza. Il problema è che molti (a volte a ragione) sono restii a donare in quanto non sono sicuri che quanto donato sia effettivamente usato per lo scopo per il quale è stato donato. Non è questo il caso della … Casa di Leo, che sorge a poche decine di metri da casa mia, per cui ho potuto seguire dal vivo i progressi nell’ampliamento della struttura. Oggi in pratica è terminata, si stanno ultimando le ultime rifiniture ed il parco giochi all’esterno. Finiti i lavori … inizia il lavoro. Eh, sì! Ora inizia, o meglio prosegue, la missione della Casa di Leo, ossia, come si evince dal sito (vedi) “offrire un luogo in cui ritrovare la forza e la tranquillità necessarie per affrontare l’esperienza della malattia e restituire al bambino serenità”.
In questa ottica si inserisce l’organizzazione della manifestazione “Percorso di Leo”, una corsa non competitiva adatta a tutti; infatti offre la possibilità di scegliere tra tre percorsi (6, 12 e 18 chilometri). Il percorso si snoda nel comune di Treviolo, dove è ubicata la struttura della casa di Leo, sconfinando nel comune di Bergamo, proprio accanto all’Ospedale Giovanni XXIII, completando non solo idealmente ma anche materialmente il cerchio della solidarietà. Da non trascurare il passaggio all’interno del Parco della Trucca, nel quale si costeggia il Bosco della Memoria, che per molti partecipanti non solo è una scoperta ma anche un motivo di riflessione sulla resilienza della popolazione Bergamasca. Anche in questa occasione, pur partecipando con molti altri concorrenti, la mia sarà una corsa in solitaria, beh, quasi tutta. 

A metà percorso incontro Ferdinando, che di recente è entrato nel direttivo del mio gruppo sportivo, i Runners Bergamo. La sua compagnia è occasione per fare per un paio di chilometri di corsa in compagnia; lui dovrebbe correre per circa 500 metri e poi camminare, ma non sarà così. Come più volte ribadito in questo blog, i “corridori” sono come i “pescatori”: non credere mai a quello che dicono, infatti i cinquecento metri saranno alla fine un paio di chilometri. Di questo sono contento: vuol dire che si sta riprendendo e forse tra poco sarò io a vederlo di spalle. Come sempre l’organizzazione della corsa è perfetta: tutti gli incroci e gli attraversamenti di strada sono presidiati, ristori ben forniti e … tentatori. Offrono una crostata al cioccolato invitante, ma questa volta riesco a resistere. Qui devo fare un plauso al personale che ho incrociato sul percorso; in (quasi) tutte le non competitive il servizio è buono, qui il “plus” è dato dal comportamento degli addetti: hanno sempre, non solo salutato ed incoraggiato tutti gli atleti, ma lo hanno fatto in modo convinto e sempre con il sorriso sulle labbra. Qui potrei terminare il post. All’inizio ho descritto in breve le caratteristiche benefiche della casa di Leo ed alla fine ho parlato della corsa. Ma sarebbe troppo semplice e poco adeguato allo stile del mio blog. Ho accennato che in larga parte del tracciato ho corso in solitaria … ma non ero solo: al mio fianco era presente un Leoncino di nome Leo. Come direbbe qualcuno, “parlo con i morti”, parlo con “parti del mio corpo” (cuore, schiena, etc.) e, come ho più volte accennato, “corro ai confini della realtà”. Ho in mente, anzi negli occhi, il video in cui Leo parla di sé, dello stato della sua malattia. Un bambino che parla serenamente della sua malattia: “...io sono così”, senza lamenti, che accetta il suo stato. A questa visione si sovrappone un video di una folla di persone, tra cui molti bambini dell’età di Leo che stanno letteralmente lottando, nella striscia di Gaza, per ricevere una misera razione di cibo. Di loro non si parla, loro non parlano. Come Leo soffrono, ma sono sicuro che non possono condividere la sofferenza, che, se anche diversa, di certo è lacerante con le parole “… io sono felice”. Il traguardo finale di Leo aveva una fine (temporale) quasi segnata, loro no! Può essere lo stesso giorno, nei giorni successivi … io spero il più lontano possibile! Qui mi vengono in mente le parole di Leo: “Non smettete di combattere (per la vita n.d.a) ” … “Io spero che tutti voi ce la farete”. Quello che io spero è che a tutto questo sia al più presto posta la parola fine, che finalmente anche quei bambini possano dire, come Leo: “Io sono felice”. Come Lupo Solitario, ringrazio il mio Leoncino, compagno per un tratto della mia corsa, per avermi fatto riflettere.

Termino il post con un sorriso datomi dall’occasione di una foto, fuori dalla Casa di Leo, con dei simpatici e sorridenti clown.


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