giovedì 12 maggio 2022

Chi bene fa, bene riceve

Piano piano gli effetti del “malo male” si fanno sempre più leggeri e a distanza di due anni tutto sembra tornare alla normalità. Anche se con molte difficoltà, le camminate non competitive in provincia di Bergamo sembrano “riprendere piede e tornare a camminare” ad un buon ritmo. Personalmente, anche quando le restrizioni del “malo male” hanno consentito di organizzare le camminate, non vi avevo ancora preso parte. Due i motivi principali: troppe ed ancora restrittive le regole di partecipazione e mi riferisco in modo particolare al divieto di assembramento che costringeva i partecipanti, non solo a restare isolati durante la camminata, ma soprattutto prima e dopo la corsa. Si doveva quindi correre in solitaria. Ecco quindi che mi ero adeguato: se devo correre da solo, almeno mi scelgo percorso, chilometraggio, quota iscrizione ed orario di partenza. Non vi annoio oltre; da un paio d'anni ho scelto l'anello del Parco Callioni per le mie corse domenicali.
Ma ecco che la Corsa di Leo mi ha offerto l'occasione di partecipare ad una non competitiva, seguendo le mie … regole. Ritrovo a 200 metri da casa mia, partenza con ampia scelta di orario, tre chilometraggi tra cui scegliere e quota di partecipazione devoluta ad un ottimo scopo. Spendo qui poche parole per spiegare cosa è la casa di Leo, anzi riporto solo il riassunto “La casa di Leo è Accoglienza, Calore Umano, Casa”. Sono certo che vorrete approfondire, bene cliccate – qui - , e scoprirete una di quelle realtà, magari poco conosciute ma che … aprono i cuore! Se la scoperta vi apre il cuore, beh, voi aprite il portafoglio!

Eccomi quindi al ritrovo e qui ho l'occasione per salutare e scambiare quattro chiacchiere con i ritrovati amici. Le strade di Treviolo ora sono più affollate del solito; oltre ai fedeli che si recano a Messa, decine di podisti iniziano a santificare la domenica a loro modo: correndo secondo i propri ritmi. Per me correre sulle strade che mi sono famigliari in compagnia è una sensazione “nuova” che riporta “all'antico”. Beh, in compagnia si fa per dire: dopo un paio di chilometri un fastidioso dolore al polpaccio mi fa rallentare. Non è che andassi già veloce, per cui chi corre, anche se lentamente, scompare piano piano all'orizzonte. Ecco quindi che ritrovo la mia normalità: correre da solo. Penso che anche se oggi correrò da solo, almeno lo avrò fatto per una una buona causa: sostenere l'iniziativa della casa di Leo. Ma, come spesso accade, le buone azioni vengono premiate. Il mio premio sarà la compagnia di Gianmario. Verso il sesto chilometro Gianmario mi raggiunge: il suo passo è più veloce del mio. Penso che percorreremo assieme qualche decina di metri e poi, come nell'ordine delle cose, anche lui mi abbandonerà al mio solitario destino di podista solitario sulle strade di casa. Non sarà così, rimarrà al mio fianco fino alla fine. Passo dopo passo (lento), parola dopo parola, corriamo affiancati senza nessun problema di tempo finale e la sua compagnia mi fa persino dimenticare il mio problema al polpaccio. Eccoci all'arrivo e neppure molto sudati. Un bicchiere di una nota bevanda gassata sarà il nostro premio finale. I ristori sul percorso non erano normali ristori, ma ristori “golosi” (meno male che ho saputo resistere); credo che molti atleti alla fine siano stati più pesanti che alla partenza; percorso ben segnalato e spesso “sorvegliato” da ragazze sorridenti. Tutto bene dunque? Potrei rispondere di sì, ma, essendo una Pecora Nera, devo pure trovare qualche particolare negativo. Ah, ecco i torroncini (ne ho presi due) sul ristoro finale non erano torroncini morbidi. Meglio così, ho rinunciato a mangiare il secondo! Sono contento della buona riuscita della manifestazione, che, oltre a raccogliere fondi, ha contribuito a far conoscere l'iniziativa a molte persone.


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