Come incipit al post prendo a prestito quanto scritto da Rodolfo Lollini su Podisti.net :“ … al termine della Roma-Ostia, ai concorrenti non è stata consegnata la medaglia di partecipazione, ma solo la sua fotografia, …. Apriti cielo. Degli oltre diecimila finisher di questa famosissima mezza maratona, molti dei quali molto dipendenti dai social, il fatto di non poter postare subito la propria foto con la medaglia in mano oppure in mezzo ai denti è stata una tragedia. …” (qui articolo completo).
Ma cosa era successo? Le medaglie erano “ferme” in un porto del nord Europa!
Non mi soffermo qui nei dettagli per quanto concerne le scuse del comitato organizzatore e le modalità di consegna, che, se confermato quanto scritto, a mio giudizio, risultano abbastanza complicate: in alcuni casi sembra che sia l'atleta stesso parte attiva per il ritiro. Nella presentare la manifestazione sulla pagina ufficiale (vedi), Antoni Fraccari scrive: “Le attività sulla Mobilità elettrica di ADR rappresentano una parte delle azioni e progetti innovativi della strategia di Aeroporti di Roma, società del Gruppo Mundys, in ambito sviluppo sostenibile, verso l’azzeramento delle emissioni entro il 2030.”. A questo punto mi sorge spontanea la domanda: che senso ha commissionare le medaglie, credo, in Cina? Quanto sarà il costo in termini di emissione di CO2? Personalmente credo che uno dei motivi di orgoglio di una manifestazione sia anche quello di “aiutare”, per quanto possibile, le attività produttive a km0, o quanto meno nazionali. Nel caso specifico, oltre al costo ambientale, credo che l'organizzazione abbia avuto un costo negativo, sia in reputazione sia in termini economici, sempre che si impegni a spedire direttamente le medaglie al domicilio degli atleti. Ai “dinosauri della corsa” (copyright di Rodolfo Lollini), ai quali io appartengo, rimane il ricordo della “medaglia si fa per dire” (era un pezzo di carta plastificato) consegnato anni fa alla Maratona di Milano. Naturalmente, dopo le numerose e più che giustificate critiche, fu poi inviata una vera medaglia. Ma che centra a questo punto il treno? Innes Fitzgerald, nel dicembre 2022, per partecipare ai campionati europei di corsa campestre che si sono disputati a Torino, ha raggiunto la sede della gara in treno, impiegando più di 20 ore. Questo, non a causa di uno sciopero degli aerei, ma per una sua profonda convinzione ecologista. Il risultato finale fu un quarto posto, ma molti cronisti sportivi assicurano che, se avesse viaggiato “più comodamente”, sicuramente sarebbe salito sul podio, forse anche sul gradino più alto.Ampliando un po' il discorso, si nota che in questi ultimi tempi ci sono gare che sposano un discorso ecologico. Ma sarà proprio così? Prendiamo la consuetudine di mettere nel pacco gara la maglietta: è una scelta ecologica? Certo, farà piacere a chi termina per la prima volta una gara avere la maglietta ricordo della suo prima “vittoria”, beh, sempre che gli venga consegnata una maglia della taglia giusta! Dopo un po' però, se continua l'attività, avrà i cassetti pieni e, dopo averne donate ad amici e parenti, non saprà più cosa farsene. Se poi uno è tesserato per una società sportiva, non potrà indossarle nelle varie gare, in quanto sarebbe una mancanza di rispetto verso la propria società correre gare ufficiali con maglia … non ufficiale.
Ci possono essere delle soluzioni a questo problema? Questa volta suggerisco dei consigli non da Lupo solitario, ma da Vecchio Dinosauro con i cassetti pieni di magliette. Non voglio certo togliere la possibilità a chi vuole avere la maglietta come ricordo. Ok, in questo caso si “paga” con la quota di iscrizione. Uno “sconto”, pari al costo della maglietta, toccherà a chi non la desidera. Troppo complicato avere due quote? Nessun problema. Quota unica, ma la differenza dei costi dovrà essere devoluta in beneficenza ad un ente o associazione e per la massima trasparenza lo stesso dovrebbe pubblicizzare quanto ricevuto. Personalmente, credo che questa ultima soluzione non solo sia fattibile facilmente, ma sarebbe un ottimo compromesso.
Qui articolo per chi vuole approfondire l'argomento della “Fast fashion”
Scrivendo, ma soprattutto documentandomi per questo post, mi sono reso conto che ci sono altri argomenti sulla sostenibilità ambientale delle gare podistiche(ad es.: spugnaggi, ristori, etc.). Sono argomenti che vale la pena affrontare in maniera approfondita, ma, per non dilungarmi troppo, lo farò successivamente!
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