Come certamente saprete, Bergamo è suddivisa in due parti distinte: Bergamo Alta, la parte più antica e Bergamo Bassa. La parte più “vecchia” è quella costruita su sette colli – eh, sì, anche la nostra città, come la Capitale, ha i suoi sette colli - ed è comunemente chiamata Città Alta. I collegamenti tra le due parti della città naturalmente non sono di certo piani e presentano salite e discese. Al giorno d'oggi sono modificate le caratteristiche costruttive delle antiche strade e stradine della città vecchia, che erano un tempo percorribili con carri e carretti, modifiche imposte dal mutato tipo di mezzi che vi devono transitare. Quello che è rimasto quasi del tutto inalterato sono invece le caratteristiche “scalette” che collegavano le varie parti di Città Alta, praticamente delle “scorciatoie” tra le varie strade carrabili delle città vecchia. Le “scalette” non solo mantengono il loro antico fascino, che richiama i turisti che vogliono scoprire le bellezze di angoli forse un po' nascosti della nostra città, ma sono anche una valida palestra di allenamento per molti atleti bergamaschi.
La mia società, i Runners Bergamo, ha un nutrito gruppo di atleti che frequentano abitualmente le scalette.Il gruppo “Le scalette del martedì” sarà ben lieto di ricevere altri appassionati di … salita (qui i riferimenti per chi fosse interessato). I Runners Bergamo organizzano anche la “Mille gradini”, un insieme di manifestazioni (competitive e non) che hanno come colonna portante le “scalette”.
Mille gradini? Beh, di questo non sono sicuro. Quello che è certo è che con Rossana abbiamo deciso di percorrere con il nostro ritmo, non solo le scalette, ma anche le scale dei monumenti che caratterizzano Bergamo in generale, senza tralasciare i gradini che conducono all'entrata di chiese ed al Duomo di Città Alta. Questo per un nostro particolare contributo in occasione di 'Bergamo e Brescia Capitale della cultura 2023'. Per fare questo abbiamo studiato un percorso che secondo noi ha una sua logica. È stato per noi un atto d'amore per Bergamo, un tributo alla resilienza dimostrata durante il periodo della pandemia e un segno del riscatto dei bergamaschi. Eh, sì, io, seppur maratoneta, non amo particolarmente le salite, ma mi reputo abbastanza resiliente e forse anche un po' masochista. Infatti mi sono posto come obiettivo finale tremila gradini! (naturalmente sommando quelli fatti in salita con quelli fatti in discesa).
Come dicevo, il percorso che abbiamo studiato, oltre ad includere le principali scalette, segue anche una sua (nostra) logica. Partenza dal Portone di San Matteo, posto nella parte occidentale di Bergamo e punto di “ingresso” verso città Alta, passando per Via San Martino della Pigrizia. In questa parte vi erano molti terreni coltivati e, visto che la particolare conformazione morfologica fa sì che vi sia molta ombra, le coltivazioni tendono a maturare più lentamente. Per questo tutta la zona venne chiamata dagli abitanti “La Pigrizia”. Avere prodotti agricoli maturi in tempi più tardi rispetto ad altre zone era in tempi passati un fatto positivo; infatti allora non esistevano le celle frigorifere … Ancora oggi si possono vedere alcuni terreni coltivati.
Incontriamo presto l'inizio dello Scorlazzino ma … lo ignoriamo! Scendiamo verso la piscina Italcementi, luogo che durante il periodo estivo offre un po' di sollievo dalla calura ai bergamaschi che rimangono in città, per la scaletta di San Martino e la scaletta delle More. Affrontiamo la risalita verso Città Alta passando per la scaletta di Via Fontanabrolo (sarà la scaletta con più scalini in salita di tutta la nostra avventura). Al termine di questa, salendo … Vicolo dei Gradini siamo giunti alla casa natale del grande compositore Gaetano Donizzetti. Piccola pazzia per raggiungere l'obiettivo: salita e discesa per la scalinata di Santa Grata. Rieccoci di ritorno sui nostri passi verso san Martino della Pigrizia dove, dopo aver rifatto in salita la scaletta di San Martino, affrontiamo forse le due più conosciute scalette: lo Scorlazzino e lo Scorlazzone (sempre nominate assieme quasi fossero una cosa sola!). Permettetemi una piccola considerazione. Lo Scorlazzone è stato sistemato nel 2019 ed ora si presenta in perfetto ordine e più sicuro. Analoga operazione andrebbe fatta anche per lo Scorlazzino, che in molti tratti si presenta rovinato, con ciottoli mancanti e quindi non agevole al cammino. Credo che il cartello di pericolo posto mesi fa all'inizio della scaletta segnali la conoscenza del problema e quindi si attende anche la sua soluzione. Al termine della scaletta dello Scorlazzone, siamo ai piedi del Castello di San Vigilio e quindi all'inizio della discesa verso il cuore di città Alta, ma il nostro itinerario ci porta verso due luoghi, forse poco conosciuti al giorno d'oggi, ma che ricordano momenti di spensierata allegria e tristi ricordi di un passato non tanto recente. Attraverso Via Monte Bastia raggiungiamo Case Moroni. Ora sono edifici in parziale abbandono, ma un tempo ospitavano un'osteria molto frequentata dalla gente del posto, che, dopo una giornata di lavoro (magari nei campi della Pigrizia) o nei giorni di festa vi si recava per bere un bicchiere di vino o per una partita a carte. Proseguendo per Via del Rione si raggiunge la Chiesa di San Sebastiano con la sua scalinata. Qui passa la Traccia partigiana, che ricorda il percorso fatto il 26 settembre 1944 dai partigiani delle Fiamme Verdi “Valbrembo” in ritirata dopo l'attacco alla Villa Masnada. Ritorno per la stessa via fino al Castello di San Vigilio.
Discesa ed ingresso nel cuore di Città Alta attraverso porta Sant'Alessandro e … salita verso l'Orto Botanico di Bergamo. Di costituzione abbastanza recente (anno di fondazione 1972) ha lo scopo “coltivare, mostrare, ricercare, raccogliere, acquisire, conservare e studiare collezioni vegetali; comunicare e mostrare per propositi di studio, educazione e diletto”.
Di gradino in gradino, di scaletta in scaletta si è fatto mezzogiorno. La nostra scelta per il pranzo si orienta verso il Circolino, locale storico, un tempo sede di un antico monastero poi convertito a carcere e con ...scalini, una scelta giusta ed in linea con il nostro obiettivo odierno.
Siamo ora in Piazza Vecchia, quello che una volta era il centro “direzionale” di Bergamo. Qui sorgono il Duomo (chiesa di Sant'Alessandro) e Santa Maria Maggiore, luoghi del potere ecclesiastico, il Palazzo della Ragione, centro di potere laico, e la Cappella Colleoni che in un certo senso unisce le due caratteristiche. A sovrastare il tutto si erge la Torre Civica, più conosciuta come il Campanone, denominazione che le deriva dal fatto di ospitare la più grossa campana della Lombardia. I nostri gradini in città Alta si stanno esaurendo, ma non prima di salire sulla torre della Rocca di Bergamo, con una rapida visita al Museo dell'ottocento che racconta l'epopea Garibaldina. Bergamo è anche ricordata come la “Città dei mille”, perché si stima che furono circa 180 i volontari bergamaschi che parteciparono alla famosa spedizione. Usciamo da Città Alta attraversando Porta Sant'Agostino e, percorrendo la scaletta di Via della Noca, arriviamo all'Accademia Carrara. Fondata nel 1796 da Giacomo Carrara, l’Accademia Carrara è considerata il museo del collezionismo italiano, perché le sue raccolte si fondano interamente su lasciti di illuminati mecenati che ne hanno voluto accrescere il patrimonio mettendolo a disposizione della città e della collettività. Ora siamo nella Bergamo Bassa e quindi scalette non ce ne sono più, però ci sono le scale. Ecco quindi l'occasione per salire in cima alla Torre dei Caduti. La Torre, progettata dall'architetto Piacentini, ricorda i caduti di bergamaschi nella Grande Guerra (797 i nomi scolpiti sulle lastre di marno nero). Recentemente è stata restaurata e forse in quell'occasione si sarebbe dovuta anche riportare alla destinazione originaria, togliendo il busto del pilota che mori venti anni dopo la fine della guerra.
La nostra passeggiata termina alla chiesa di Sant'Alessandro in Colonna e non poteva essere diversamente: oggi è il 26 agosto, giornata di Sant'Alessandro, patrono della Città di Bergamo.
Forse mi sono dilungato un po' troppo, ma, come avete certamente notato, ho voluto mettere in luce nel nostro itinerario “mirato” tutti gli aspetti per cui il titolo del post abbia un senso compiuto. È il nostro piccolo piccolo contributo a “Bergamo e Brescia Capitale della Cultura”
Per gli amanti delle statistiche, segnalo solo in “risultato” finale: 2.179 gradini fatti in salita e 1.738 gradini fatti in discesa, per un totale di 3.917!
Seguite il blog, presto un post più dettagliato.
Un ringraziamento particolare a Rossana, che mi ha seguito in questa pazzia (?).
Siamo alle solite se non ne fai una ne fai due. Non parole ma fatti ai fatto una bellissima cronaca e delle belle scalinate un po ti invidio ciao salutami Rossana
RispondiElimina