venerdì 8 ottobre 2021

Una “grigia” mezza maratona

La “Festa dei nonni” è una ricorrenza civile per celebrare la figura dei nonni e la loro influenza sociale. È una festa abbastanza recente e in Italia ricorre il 2 ottobre (L. 159 del 31 luglio 2005). Da buon maratoneta, ecco un buon motivo per organizzare una gara: in questo caso solo una mezza, in quanto domenica prossima sono iscritto alla mia seconda gara ufficiale il presenza dell'anno: una mezza che si disputa in val Camonica, sulle rive del fiume Oglio. Facile la scelta del nome della gara del 3 ottobre: “Mezza maratona dei Nonni”, anche se, visto che sarò il solo partecipante, avrei potuto declinarla al singolare: “del Nonno”. La giornata non è certo delle migliori: “grigio” il cielo, “grigio” il fiume Brembo e “grigio” pure io. Beh, in tutto questo grigio ho trovato il titolo del post. Anche se le manifestazioni, sia competitive che non competitive, sono in costante aumento, molti preferiscono ancora usare l'anello ciclo pedonale del parco per correre; infatti numerosi erano gli atleti presenti. 

Certo il loro passo era notevolmente più veloce del mio, soprattutto nei confronti di chi stava facendo allenamenti specifici. Ma anche se le velocità erano diverse, vedere altri persone sull'anello rende meno monotono correre, soprattutto se si corre sotto la pioggia. Penso che alla fine non sono il solo “matto” che rinuncia al tepore delle coperte per correre. Come al solito la cronaca della mia gara è scarna (e non può essere altrimenti: unico partecipante, percorso da criceto e ... sempre lo stesso).

Partito in testa, terminato in prima posizione. 

Tempo finale 2h 31' 32”!


PS.

So perfettamente che il tempo finale della mia mezza maratona farà sorridere (per non dire altro) la maggior parte dei lettori/atleti. Quello è un tempo più congruo con una maratona che con una mezza. Avete ragione, se pensate che la corsa debba sempre essere una gara per abbassare il tempo finale ad ogni costo. Al termine di una edizione della Brescia Art Marathon, fui accolto all'arrivo, da un mio compagno di squadra, con la seguente frase: “Non ti vergogni di arrivare dopo un morto? ...”. (Mi ero classificato dietro un mio compagno di squadra, atleta di assoluto valore nazionale, ma in cura per una grava malattia). Beh, in effetti mi sono vergognato! No, no, non per il piazzamento, ma per la frase che avevo sentito pronunciare!

Personalmente penso che correre debba essere un momento di soddisfazione personale che va al di là della velocità e del tempo finale assoluto. Con il passare degli anni è normale che ci sia un decadimento fisico che implica una diminuzione della velocità, ma che viene compensata dalla soddisfazione di essere ancora “in campo”, nonostante l'età ed i capelli grigi.

Molti “nonni” smettono di correre perché non riescono più ad ottenere risultati apprezzabili nelle gare alle quali partecipano, si sentono quasi sminuiti. Mi rivolgo a questi “nonni” e soprattutto ai papà che diventeranno nonni: continuate a correre, secondo il vostro passo, insegnate ai nipoti (figli) che importante non è vincere, ma partecipare con impegno per portare a termine la gara. I nipoti molte volte hanno più saggezza di quanto sospettiamo, sanno apprezzare lo sforzo e l'impegno dei “vecchi”. Per loro la medaglia di “partecipazione” del nonno è come la medaglia del vincitore!

Un'ultima riflessione a chiusura di questo post. Pensando alla mia “carriera” come atleta, anche in gioventù ero sempre più vicino alla posizione dell'ultimo, che a quella del primo classificato. 

Beh, come si può constatare, nonostante il passare degli anni, la situazione non è cambiata poi molto!

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