Per correre in questo
tempi di assenza gare, come già detto in altri post, essendo un
podista pigro, devo trovare delle valide motivazioni. Per la gara di
domenica mi è stato di aiuto Ferdinando, proponendomi di correre la
Maratona della Val di Scalve, che per noi sarà “Maratona della
Rinascita”, in autosufficienza. In fondo basta volere e ci
vuole poco per trovare tracciati, anche di lunga distanza, in
provincia di Bergamo. Per raggiungere la Val di Scalve, si deve
necessariamente transitare per la Val Seriana. Chi segue abitualmente
il blog sa perfettamente che sono molto legato a questa valle, dove
nel 1977 ho corso la mia prima maratona, dove ho molti amici e dove
da molti anni io e Rossana utilizziamo la ciclabile per le nostre
passeggiate del giovedì. Posso affermare che forse conosco la Val
Seriana più di molti valligiani. Quest'anno la Valle è assunta, sua
malgrado, agli onori della cronaca … mondiale. È stato uno dei
luoghi più colpiti dal coronavirus. Per la verità, per dare un
senso alla nostra maratona della rinascita, per essere solidali con
gli abitanti e per avere una giusta motivazione, qui avremmo voluto
correre.
Motivi contingenti hanno fatto sì che rimandassimo la
maratona in questa valle ad un prossimo futuro, quando le condizioni
di sicurezza sanitaria saranno più … sicure. Oggi attraversiamo
tutta la valle in automobile per raggiungere Colere, in val di
Scalve, che sarà il punto di partenza della nostra gara.
Chiacchieriamo tranquillamente, parlando della nostra gara: dove
trovare acqua lungo il percorso, se ci saranno bar aperti, come
affrontare la salita del Dosso, etc., tutti argomenti relativi alla
maratona, ma quando i cartelli stradali indicano Alzano Lombardo,
Villa di Serio, Nembro … il silenzio prende il sopravvento ed il
sole abbagliante del primo mattino rende quasi irreale il paesaggio
che stiamo attraversando. I paesi che si stagliano all'orizzonte
sembrano sospesi a mezz'aria.
Il passo della
Presolana è il confine tra le due valli. Qui si notano molti turisti
che si stanno preparando per escursioni sulla Presolana o zone
limitrofe, un bel segno di ripresa. Sono anni che passiamo in questo
periodo sul passo, ma quest'anno notiamo un maggior numero di persone
ed i parcheggi, pur essendo ancora presto, sono già quasi tutti
pieni. Un buon segno di ritorno alla normalità.
Il vantaggio di correre
gare autogestite è che non dobbiamo attendere. Nessuna coda per il
ritiro del pettorale, nessun problema per trovare parcheggio e
soprattutto appena pronti nessuna attesa in griglia: si parte! Come
ampiamente da me preventivato, correre “con” Ferdinando non vuol
dire correre “assieme”. Nonostante dica di non avere allenamento,
di non essere preparato, etc. etc. il suo passo è più veloce del
mio e dopo poco mi ritrovo a correre da solo. Da anni, anzi da
sempre, il percorso della maratona è sempre lo stesso, per cui non
ci sono problemi di perdersi, e quindi ognuno può correre con il
passo che ritiene più opportuno. Per fortuna Ferdy è un buon
Samaritano e, come tale, non abbandona l'uomo percosso dai briganti …
uhmmm, meglio “il vecchio maratoneta”. Infatti, nei pressi delle
numerose fontane disposte lungo il percorso, eccolo porgere acqua
fresca e sincerarsi che tutto proceda bene. Quindi si riparte assieme
… per un piccolo tratto. La giornata è soleggiata, ma una leggera
brezza rende fresca l'aria e piacevole il correre. Nel nostro
tragitto, soprattutto quando transitiamo nel tratto più impegnativo
della gara, il bosco del Giovetto, incontriamo numerose persone che
stanno passeggiando. Quello che si nota è che tutte si comportano in
modo corretto, utilizzando mascherine. Lo stesso comportamento lo
notiamo anche nei paesi che attraversiamo. Verso mezzogiorno,
transitiamo da Vilminore di Scalve, da dove quest'anno avrebbe dovuto
partire la maratona “ufficiale”. Singolare è questa gara, che è
una delle competizioni italiane, quest'anno si sarebbe dovuta correre
la 43a edizione, ma la sua disputa è sempre in sospeso.
Infatti, almeno da una decina d'anni, al termine della gara lo
speaker ufficiale termina la giornata con la frase rivolta ai
partecipanti: “Ringrazio tutti gli atleti che hanno corso la
maratona e comunico che è l'ultima edizione...”. Beh, forse
non ha tutti i torti: ultima edizione dell'anno! Azzone, Schilpario,
Vilminore … Teveno, i paesi che attraversiamo. Finalmente ecco
Colere, la fine della maratona: tempo sul mio cronometro: 6h 06' e
diciannove secondi! Opppps: 41.100 metri, dice lo smartwatch del mio
“coach/accompagnatore”, quindi si continua per altri 1.120 metri:
6h 15' 16” il tempo ufficiale della “nostra” maratona, lunga
42.195 metri … ufficiali!
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Un piccolo
inconveniente che mi è capitato correndo. All'uscita dal bosco del
Giovetto, strada bianca con brecciolino, non so come sia successo, ma
… inciampo e cado. Nulla di grave, per fortuna: una ferita ed una
botta al ginocchio sinistro ed un polso dolorante. Mi rialzo (a
fatica), mi risciacquo la ferita con acqua fresca e riprendo piano
piano la corsa. Raggiungo Ferdinando alla fontana di Azzone e
risciacquo nuovamente la ferita. Ora la ripartenza è più
difficoltosa, la corsa un po' sgraziata, ma piano piano mi riprendo e
con il passare del tempo la corsa diventa ancora fluida, seppure
lenta. La mia fortuna è la certezza che in caso di difficoltà ci
sarà l'amico ad attendermi ed eventualmente ad accompagnarmi
all'arrivo.
Non vi sembra quasi una
metafora di quello che è successo e di quello che potrà accadere
nel prossimo futuro? Caduta, aiuto e ripartenza
verso la normalità. Prendo a prestito le parole di Luca Zaia, di cui
Crozza ha fatto un tormentone: “Ragionateci sopra ...”
Stanchi ma soddisfatti
ritorniamo verso casa. Ora il sole risplende e ci mostra i paesi in
modo diverso: lungo le sponde del fiume Serio le persone prendono il
sole e i bambini giocano felici con l'acqua.
Tutto finito?
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