martedì 4 dicembre 2018

Maratona di Genova: iniziata male, finita peggio!

Domenica ho partecipato alla Genova City Marathon, gara organizzata dall'ASD City Marathon, società sportiva credo nata con il solo scopo di organizzare la gara (di questo non sono sicuro, ma non ho mai incontrato atleti di questa società in gare). Che una società “senza” atleti (?) organizzi un evento sportivo non è un fatto negativo: tutte le risorse dovrebbero essere usate per l'organizzazione dell'evento, magari utilizzando le informazioni degli atleti per far sì che tutto ciò che ruota intorno alla gara risulti strutturato al meglio. Una delle motivazioni “in più” nella gara di domenica era non far sentire Genova sola, ma, portando la solidarietà di atleti giunti da molte parti d'Italia, farla sentire viva. Questa è stata la mia personale motivazione per correre nuovamente la maratona di Genova, non certo per il percorso che, come nell'edizione che avevo corso anni fa, si svolgeva quasi interamente lungo la sopra elevata.


Il primo impatto con la maratona è stato più che positivo: auto parcheggiata a 30 metri dal centro (beh, diciamo centr...ino) maratona. Consegna del pettorale e del pacco (beh... pacchetto) gara veloce e condita dalla gentilezza delle ragazze incaricate, tutte con il sorriso sulle labbra. Da qui in avanti tutto è in discesa … nel senso che iniziano i problemi. Scopriamo che gli indumenti si dovrebbero mettere nella “borsa” consegnata. Faccio notare che la funzione e le dimensioni sono quelle di un porta scarpe ed a malapena entrerebbero solo il salviettone e la biancheria intima. Evabbè, è la prima edizione, la macchine è vicina per cui optiamo per il deposito in auto. Soprassediamo! Ci rechiamo alla partenza una decina di minuti prima, giusto il tempo di fare qualche foto. Una musica da discoteca assordante ci accoglie (uhmmm, ma non dovevamo portare la nostra memoria ai defunti e solidarietà ai superstiti che hanno perso tutto … pur avendolo ancora?). Musica assolutamente inadeguata. Evabbè, pure qui, tanto sarà solo per una decina di minuti. Ore 8.30, … 8.35 … nessuna indicazione sulla partenza della gara. Lo speaker annuncia: “Partenza alle ore 8.43, in ricordo della vittime della tragedia
del ponte Morandi...”. “Ok, ha un senso” penso io. La musica continua assordante e, come dicevo prima, del tutto fuori luogo! 8.43 … 8.44... 8.50 … lo speaker annuncia che ci siamo, stanno provvedendo agli ultimi adempimenti. “10, 9, 8, … 1, 0”. ripetuto più volte, ma senza lo sparo di partenza! Finalmente, verso le nove, lo sparo dà inizio alla gara. Era già capitato altre volte che la partenza fosse posticipata, ma veniva data l'ora e questa veniva rispettata. Inizio gara in centro città: piacevole percorso, si passa accanto ad edifici storici che hanno fatto la storia di Genova. Dal quinto chilometro solo superstrada, ma per noi “montanari” scorgere il mare fa scoprire un panorama diverso e rende quasi piacevole correre dove generalmente ci sono colonne di auto nei giorni feriali. Poco prima della mezza maratona, sullo sfondo si staglia ciò che rimane del ponte Morandi. Mi si stringe il cuore, non tanto al pensiero delle vittime, ma al pensiero delle numerose famiglie che, pur avendo la vita, stanno perdendo tutti i ricordi. Ricordi che sono ancora tangibili ed a portata di mano, oggetti che di certo non hanno un valore tangibile, ma un valore affettivo, che so, le foto del matrimonio, i quaderni delle elementari di un figlio ora quarantenne, il regalo per l'ultima festa del papà, magari un po' bruttino per chi lo guarda dal lato estetico, ma pieno di affetto per il papà che lo ha ricevuto. Non mi vergogno di dirlo, ma pensando a queste cose ho sudato … dagli occhi! La corsa continua ed incrocio i miei compagni di squadra che sono dall'altro lato della strada: una piccola deviazione per battere il cinque. Ora siamo sulla strada già percorsa nel primo giro; ora il mare non mi sembra che abbia più lo stesso fascino di prima, sarà per la stanchezza. Il tracciato consente di vedere, in numerosi tratti, sia gli atleti che ci precedono, poi, invertendo il senso di corsa, quelli che ci seguono. Ad un certo punto questi ultimi spariscono! Non si tratta certo di un errore di percorso, la maratona avrà si è no un paio di curve (ok, esagero sempre, ma di curve in questa gara ce ne sono davvero poche). Più avanti scopro il motivo: i vigili urbani hanno fermato gli atleti che erano nelle ultime posizioni. Ultimi sì, ma nei tempi previsti dall'organizzazione … o forse no? Più avanti spiegherò questo punto. La mia gara sta per finire, il traguardo della maratona è a poche decine di metri: lo taglio. Solite formalità: consegna medaglia, complimenti da parte degli organizzatori e … basta! Ma come, non si doveva proseguire fino al 43° chilometro? Non dovevamo portare la nostra solidarietà alle vittime della tragedia genovese? Nessuno dice nulla, gara finita, tutti a casa e chi s'è visto, s'è visto! No, no non può finire così. Io e Giuseppe percorriamo i metri che ci separano dal fatidico 43° chilometro, in silenzio. Solo adesso pensiamo alle vittime, ma che tristezza! Tristezza non tanto e non solo per le vittime, ma per la pessima gestione di questa fase finale (naturalmente è
un giudizio personale). Per dovere di cronaca, segnalo che la quasi totalità degli atleti ha raggiunto la fine “virtuale” della gara ed in molti l'hanno fatto solo perché vi era il ristoro finale. Come direbbe il mio amico Miki, con una sua famosa frase: “Che tristezza, ragazzi!”. Pur avendo in questa gara ottenuto il mio miglior risultato dell'anno, torno a casa con l'amaro in bocca per come è stata organizzata e gestita la gara. Non mi riferisco ai ristori, un po' scarsini, al deposito borse, da rivedere, al personale assente lungo il tracciato; in fondo è la prima esperienza e certi errori si possono tollerare. Mi riferisco alla gestione complessiva ed al rapporto con la città che è del tutto diversa da quella raccontata dai telegiornali. Basta leggere i commenti postati sui vari social il giorno dopo la gara che raccontano di maratoneti sopportati a malapena, se non peggio, dai genovesi; automobilisti intrappolati anche nel giorno festivo, vigili urbani che con il loro comportamento non hanno certo dato una mano alla maratona. Commenti negativi sulla gara cancellati dagli organizzatori della maratona, giudici di gara assenti, beh, ora mi fermo. Basta una breve ricerca in internet per farsi un'idea.

Prima dicevo dei tempi previsti. Nel regolamento erano date sei ore per completare la maratona, ma nel commento post gara l'organizzazione parla di autorizzazione data per lo svolgimento della gara dalle ore “... 8,30 alle ore 13,30 con eventuali proroghe...”. quindi il tempo NON era di sei ore, ma di cinque!
 
 
Termino questo post per elogiare il comportamento di Mario (Liccardi) (vedi il suo articolo), che con la signorilità che lo contraddistingue si autoesclude dalla classifica di una (non)maratona, ed allo stesso tempo stigmatizzo il comportamento di quegli atleti (?) che vedo in classifica, pardon, nell'ordine di arrivo, pur sapendo di non aver completato la maratona! Questo fatto aumenta ancora la mia convinzione che le varie società che gestiscono il cronometraggio assegnano un tempo ed una posizione a chi “taglia” il traguardo, anche se ha “tagliato” il percorso. Sono i giudici che stilano la classifica … tutto il resto è ordine di arrivo NON ufficiale!
 
 
 
 
 

 
 

Sito WEB manifestazione
Ordine di arrivo
Sito WEB
ordine di arrivo
 
    
Genova City Marathon
4h 29' 42"
 
4h 29' 15"
 
 
6'22" min/km 
 

Dettaglio mia gara


661/19
 
  618/770
-
12/18


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