lunedì 9 luglio 2018

Primiero Dolomiti Marathon: 10 & lode per sicurezza!


… e già che ci sono pure un 10, anche questo con lode, a tutti i volontari lungo il percorso, che non solo hanno vigilato che tutto procedesse per il meglio, ma non hanno fatto mancare mai un incitamento, una battuta, un sorriso a tutti i concorrenti. Io lo posso affermare con assoluta certezza, essendo uno degli ultimi che vedevano passare, il che vuol dire che erano nelle posizioni loro assegnate, raggiunte per la quasi totalità a piedi, con percorsi più o meno lunghi, già da parecchie ore. Termino l'annotazione sui volontari “semplici” segnalando che tutti erano in perfetta divisa: tutti con la maglietta della manifestazione e, come dicevo già nelle righe precedenti, ... con il sorriso sulle labbra. Come sanno tutti i lettori del blog non amo molto correre su tracciati che prevedono salite, soprattutto se queste non sono asfaltate, ognuno ha le sue preferenze, ma ci sono pure le eccezioni: essere presente alla “Primiero Dolomiti Marathon” è l'eccezione, appunto, che conferma la regola. Sono anche qui per onorare la promessa fatta a Vittorio, lo scorso agosto, che avrei fatto di tutto per venire alla “sua” maratona, anche per uno scambio di cortesia, essendo venuto lui alla “mia” maratona... la Maratona sul Brembo, resa mitica dall'abbondante nevicata! Correre in montagna e su sentieri è molto diverso che correre in pianura, non solo su asfalto ma anche su sentieri, dove l'unico rischio è inciampare e se si cade al massimo si hanno le ginocchia sbucciate. NO, in montagna la caduta non solo è più facile, si corre su sentieri con radici, su tratti con rocce che l'umidità del bosco rende scivolose; le discese per chi non è allenato si trasformano in micidiali trabocchetti; qui se si cade non si rischia solo qualche sbucciatura alle ginocchia, ma molto di più! Ok, ok avete capito: sono un maratoneta da strada piatta e possibilmente asfaltata! Ecco che quindi alla partenza della maratona ai soliti dubbi sulla mia tenuta sulla distanza della maratona, ma con 1.300 metri “all'insù” e 1.600 metri “all'ingiù”, si è affiancato un po' di timore su come avrei corso nei tratti difficili, ma soprattutto come avrei fatto a superare eventuali trami di una caduta, visto che l'esiguo numero di atleti .. dietro di me. Sono bastati pochi chilometri, ma soprattutto pochi tratti “difficili” (… per me) a tranquillizzarmi! “Ma come, i tratti difficili ti tranquillizzano?” ecco l'obiezione di qualcuno di voi! “Tranquilli... ora vi spiego! Tutti i tratti dove vi era anche la minima possibilità di caduta (attraversamento di ruscelli con pietre scivolose, tratti in salita o in discesa con rocce umide o con pietre “rotolanti”) erano presidiati! Presidiati da volontari “specializzati”: membri del soccorso alpino o guardie del parco. Se poi il tratto era particolarmente difficoltoso, nella zona stazionavano più addetti ed ancora “più specializzati":
 equipe mediche complete. In una di queste postazioni vi era pure una barella, di quelle che consentono il trasporto di una persona su sentieri non raggiungibili da ambulanze. Per farla breve e per non far sembrare questo post un post della protezione civile: su tutto il percorso l'atleta era osservato e … coccolato. Sono contento che alla fine tutto questo dispiegamento di forze sia rimasto disoccupato; nessun incidente ha turbato quella che alla fine si è rivelata per loro una passeggiata, un' esercitazione soft per testare la loro preparazione. Assenza di incidenti frutto non solo di fortuna e di una giornata di sole, ma anche e soprattutto della perfetta preparazione del percorso di gara, avendo i volontari tagliato l'erba, pulito i sentieri e segnato il percorso con migliaia di bandierine, che non solo rendevano perfettamente visibile il sentiero, ma consentivano di impostare già parecchi metri prima la traiettoria più sicura.  Veniamo ora alla gara. Presenti tutte le “pecore nere” e con una percentuale di premiati del 33% (secondo gradino del podio per Fausto, “lo Zio”). Ottima la prova di Ferdinando che è volato nelle discese, merito secondo lui delle scarpe che si incollavano al terreno, ma secondo me anche di un po' di incoscienza sua, ma ormai il suo futuro sembra quello dei trail. Molto buona la mia prova: nessuna caduta, ma soprattutto sono riuscito a portarla a termine senza particolari problemi. Che altro dire? Che saremo presenti pure il prossimo anno (Fausto ha avuto come premio l'iscrizione alla prossima edizione), magari noi non saremo più “pecore” ma “capre” e quindi più adatte a correre in montagna. Concludo il post con due considerazione generali che magari altre organizzazioni farebbero bene a copiare. La prima riguarda i premi di categoria.

In molte gare il premio consiste in fondi di magazzino, magari di ottimo materiale, ma con taglie sballate (ho visto premiare atleti con ottime scarpe, ma col numero 48, senza possibilità di cambio). Qui il premio consisteva il un piccolo trofeo di legno di PRODUZIONE LOCALE e l'iscrizione gratuita alla prossima edizione della gara. Il classico “due piccioni con una fava”: si dà lavoro ad una ditta locale e ci si assicura la presenza dell'atleta per il prossimo anno (nel nostro caso non uno ma TRE). La seconda si riferisce alle segnalazioni che si trovavano lungo il percorso: ogni zona attraversata era segnalata da un pannello in legno, ottimamente rifinito. Da ultimo pure la medaglia era in legno e prodotta in loco!
Evabbè, ho capito, troviamo pure qualche lato “negativo”: la maglietta (bella & elegante) non si sa dove sia stata prodotta, di certo in Italia... vogliamo far lavorare qualche ditta tessile locale?... magari il prossimo anno ...! 
  
 
Sito WEB manifestazione
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ordine di arrivo
- Primiero Dolomiti Marathon
6h 02' 54"
 
6h 03' 05"
 
8'36" min/km 
 

Dettaglio mia gara


652/10 
 
   397/461
-

4/5

 

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