martedì 21 marzo 2017

La buona azione del “Barbetta”

Dopo la maratona di domenica a Brescia, le “stanche ossa” di Sir Marathon hanno fatto sì che per la consueta corsa domenicale si scegliesse una gara né troppo lunga né troppo impegnativa, ma soprattutto vicina a casa. Ecco quindi che la scelta è caduta sulla 25a edizione della “Marcia P. A. Croce Azzurra”, organizzata dall'omonimo gruppo, che si disputava ad Almenno san Salvatore. 18 i chilometri da percorrere e con le montagne che avrebbero fatto, come nelle ultime edizioni, semplicemente da cornice.
Andando troviamo i primi cartelli che indicano i parcheggi quando mancano ancora alcuni chilometri al luogo del ritrovo, ma quello che dovrebbe essere un aiuto si rivelerà, causa la sovrapposizione dei “troppi” cartelli con le indicazioni, una sorta di caccia al tesoro... pardon, di caccia al parcheggio. Infatti ,sempre seguendo le indicazioni, ci siamo ritrovati, dopo un tortuoso giro per il paese, allo stesso punto di partenza. Alla fine, però, siamo arrivati ad uno dei numerosi parcheggi predisposti dall'organizzazione, un ampio campo con erba a poche centinaia di metri dal luogo di ritrovo, dove solerti addetti indicavano dove parcheggiare l'auto e, credo, dopo la nostra partenza sorvegliassero pure l'area.
Veloci le operazioni di iscrizione: un paio di tavoli supplementari dell'organizzazione, posti in modo strategico, rendeva inutile il lavoro dei “bagarini”, cioè di quegli individui che per prendere (questo è il termine che ritengo più appropriato, molto meglio di “vincere”) il premio per i gruppi numerosi vendevano i biglietti a perfetti sconosciuti, di certo non appartenenti al gruppo. Questa è una vecchia abitudine molto bergamasca che, nonostante le diverse modalità proposte per le iscrizioni, continua imperterrita.
Anche se le montagne hanno fatto da cornice, di certo non sono mancate le discese e le salite, certo non molto lunghe, ma abbastanza ripide, che hanno messo a dura prova le ginocchia. La giornata, limpida ed abbastanza tiepida, ha reso piacevole la camminata. Il percorso si snodava, nel primo tratto, in prevalenza su piste ciclabili e lungo il fiume Brembo, nella seconda parte nel paese di Almenno, sfiorando Ubiale Clanezzo, con un percorso “labirintico”, comunque ben segnalato e con tutti gli incroci e le deviazioni presidiate dalla Polizia locale e da personale di servizio. Fin qui tutto nella normalità; quello che ha reso speciale la corsa è stato il “passare dentro” luoghi storici, quali San Tomé, splendida costruzione romanica (per approfondire), transitare sul ponte medioevale dell'Atttone (per approfondire) al termine del quale si trova l'edificio della Dogana e poco lontano il porto (per approfondire). Ironia della sorte, avevamo incontrato questi luoghi nella nostra passeggiata di giovedì scorso. Invito, se qualcuno ha l'occasione di passare da questi parti, ad una sosta per visitarli. Sono certo che non rimarrete delusi dalla visita e dalla passeggiata; se poi volete acquistare prodotti delle valli bergamasche, lo potete fare: nelle vicinanze vi è un rinomato negozio (messaggio pubblicitario gratuito... evabbé, anche molto generico. Pignoli!). All'arrivo ristoro con marmellata fatta in casa!
Alla prossima!

Ok, ok, spiego il titolo.
Verso metà corsa sono raggiunto da Claudio. “Claudio chi?”. Avete ragione: Claudio “Barbetta” Caroli, sì sì ,lo stesso che nella corsa di Calusco mi volle accompagnare per … pochi metri! Domenica ha detto la stessa frase: “Sir, con te fino all'arrivo ...”. “Uhmm!” penso “Sarà vero?”. Mai fidarsi dei podisti, in fatto di “balle” sono peggio dei pescatori. Ma … passano i chilometri ed il “Barbetta” è sempre al mio fianco e si chiacchiera in allegria. Cosa strana, appena inizia una salita cammina ed io mi adeguo subito e di buon grado a questa soluzione. Ora il “Barbetta” va molto più veloce di me, sono passati i tempi in cui tagliavamo assieme il traguardo di una maratona. Anche questa volta tagliamo il traguardo assieme. “Ho capito!”, siamo in quaresima ed ha voluto compiere la sua buona azione quotidiana: aiutare un “vecchietto” non ad attraversare una strada, ma a tagliare il traguardo. Non importa la motivazione, ma mi ha fatto piacere correre con lui. Grazie!

Sulla via del ritorno però mi sorge un dubbio. Il giorno prima “Barbetta” ha corso ed ha portato a termine l'Ultrabericus: 65 chilometri con 2500 metri di dislivello positivo. Vuoi vedere che la buona azione l'ha fatta “Sir Marathon” facendo sì che, con l'andatura lenta ma costante con cui abbiamo corso meta gara, le gambe di Claudio smaltissero meglio l'acido lattico accumulato il giorno prima?

Arrivo maratona di Reggio Emilia... quando ancora usavo il cronometro!

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