Andando troviamo i
primi cartelli che indicano i parcheggi quando mancano ancora alcuni
chilometri al luogo del ritrovo, ma quello che dovrebbe essere un
aiuto si rivelerà, causa la sovrapposizione dei “troppi”
cartelli con le indicazioni, una sorta di caccia al tesoro... pardon,
di caccia al parcheggio. Infatti ,sempre seguendo le indicazioni, ci
siamo ritrovati, dopo un tortuoso giro per il paese, allo stesso
punto di partenza. Alla fine, però, siamo arrivati ad uno dei
numerosi parcheggi predisposti dall'organizzazione, un ampio campo
con erba a poche centinaia di metri dal luogo di ritrovo, dove
solerti addetti indicavano dove parcheggiare l'auto e, credo, dopo la
nostra partenza sorvegliassero pure l'area.
Veloci le operazioni di
iscrizione: un paio di tavoli supplementari dell'organizzazione,
posti in modo strategico, rendeva inutile il lavoro dei “bagarini”,
cioè di quegli individui che per prendere (questo è il termine che
ritengo più appropriato, molto meglio di “vincere”) il premio
per i gruppi numerosi vendevano i biglietti a perfetti sconosciuti,
di certo non appartenenti al gruppo. Questa è una vecchia abitudine
molto bergamasca che, nonostante le diverse modalità proposte per le
iscrizioni, continua imperterrita.
Anche se le montagne
hanno fatto da cornice, di certo non sono mancate le discese e le
salite, certo non molto lunghe, ma abbastanza ripide, che hanno messo
a dura prova le ginocchia. La giornata, limpida ed abbastanza
tiepida, ha reso piacevole la camminata. Il percorso si snodava, nel
primo tratto, in prevalenza su piste ciclabili e lungo il fiume
Brembo, nella seconda parte nel paese di Almenno, sfiorando Ubiale
Clanezzo, con un percorso “labirintico”, comunque ben segnalato e
con tutti gli incroci e le deviazioni presidiate dalla Polizia locale
e da personale di servizio. Fin qui tutto nella normalità; quello
che ha reso speciale la corsa è stato il “passare dentro” luoghi
storici, quali San Tomé, splendida costruzione romanica (per
approfondire), transitare sul ponte medioevale dell'Atttone (per
approfondire) al termine del quale si trova l'edificio della
Dogana e poco lontano il porto (per
approfondire). Ironia della sorte, avevamo incontrato questi
luoghi nella nostra passeggiata di giovedì scorso. Invito, se
qualcuno ha l'occasione di passare da questi parti, ad una sosta per
visitarli. Sono certo che non rimarrete delusi dalla visita e dalla
passeggiata; se poi volete acquistare prodotti delle valli
bergamasche, lo potete fare: nelle vicinanze vi è un rinomato
negozio (messaggio pubblicitario gratuito... evabbé, anche molto
generico. Pignoli!). All'arrivo ristoro con marmellata fatta in casa!
Alla prossima!
Ok, ok, spiego il
titolo.
Verso metà corsa sono
raggiunto da Claudio. “Claudio chi?”. Avete ragione:
Claudio “Barbetta” Caroli, sì sì ,lo stesso che nella
corsa di Calusco mi volle accompagnare per … pochi metri! Domenica
ha detto la stessa frase: “Sir, con te fino all'arrivo ...”.
“Uhmm!” penso
“Sarà vero?”. Mai fidarsi dei podisti, in fatto di
“balle” sono peggio dei pescatori. Ma … passano i chilometri ed
il “Barbetta” è sempre al mio fianco e si chiacchiera in
allegria. Cosa strana, appena inizia una salita cammina ed io mi
adeguo subito e di buon grado a questa soluzione. Ora il “Barbetta”
va molto più veloce di me, sono passati i tempi in cui tagliavamo
assieme il traguardo di una maratona. Anche questa volta tagliamo il
traguardo assieme. “Ho capito!”, siamo in quaresima ed ha voluto
compiere la sua buona azione quotidiana: aiutare un “vecchietto”
non ad attraversare una strada, ma a tagliare il traguardo. Non
importa la motivazione, ma mi ha fatto piacere correre con lui.
Grazie!
Sulla via del ritorno
però mi sorge un dubbio. Il giorno prima “Barbetta” ha corso ed
ha portato a termine l'Ultrabericus: 65 chilometri con 2500 metri di
dislivello positivo. Vuoi vedere che la buona azione l'ha fatta “Sir
Marathon” facendo sì che, con l'andatura lenta ma costante con cui
abbiamo corso meta gara, le gambe di Claudio smaltissero meglio
l'acido lattico accumulato il giorno prima?
Arrivo maratona di Reggio Emilia... quando ancora usavo il cronometro! |
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