domenica 8 gennaio 2017

Il regalo che non ti aspetti

6 gennaio: da tre lustri la Befana portava nella calza il dono di una maratona, o meglio io correvo la Maratona. Nei primi anni di questo secolo la mitica “Maratona sul Brembo”... “, la più amata dagli italiani...” - almeno questo affermava Cavallo Pazzo – poi, da quando questa si è “addormentata”, la “Maratona di Crevalcore”. Queste due maratone avevano delle peculiarità che le rendevano uniche: quella sul Brembo si correva su di un anello da ripetere 20 volte; quella di Crevalcore si snodava nella pianura bolognese devastata dal terremoto ed essere presente aveva un sapore che andava ben al di là della semplice presenza sportiva. Correre lì voleva dire essere vicini di fatto e non solo a parole.
Lo scorso 6 gennaio, per me, una nuova gara: la “Mezza sul Brembo”, novella araba fenice della Mezza che si disputava in concomitanza con la maratona. Per la verità solo il pettorale di gara la rendeva per me nuova!

Negli ultimi anni la misurazione e la segnaletica sul percorso era cosa nostra: mia, di Fausto e di Giuliano, per cui posso affermare che conosco il percorso meglio di tutti. Aggiungete poi che molte volte faccio tratti del percorso in compagnia di Rossana...
La gara è organizzata dai Runners Bergamo. Risultato organizzativo ottimo e non lo dico io - potrebbe sembrare di parte - basta leggere i vari commenti scritti sui social: insomma un nome, una garanzia.
Il 6 gennaio ha rispettato a pieno le caratteristiche di stagione: freddo polare (il termometro segnava -3° alle ore nove), ma una splendida giornata di sole ha fatto sì che la temperatura percepita fosse di qualche grado maggiore. Più di mille gli atleti ai nastri di partenza, di cui quasi un quarto atleti dei Runners
Mario, "Sir Marathon" & Francesco
Bergamo. Prima del via un minuto di silenzio ha salutato gli amici, Franco ed Irvano, che ci hanno lasciato a seguito di tragici incidenti in montagna. In quegli istanti un freddo abbraccio ha accomunato tutti gli atleti presenti. L'attimo di commozione però è subito svanito ed ha lasciato il posto allo spirito agonistico. Partiti! Subito ho preso le posizioni di coda del gruppo, posizioni che manterrò fino alla fine. Oggi solo due Pecore Nere in gara, le altre hanno preferito altre corse oppure mettersi a disposizione del gruppo nell'organizzazione. Dopo qualche chilometro vengo raggiunto dal “Mao”, al suo rientro nelle gare agonistiche dopo l'operazione. Per sua fortuna il dolore è sopportabile. Buono il suo passo ed infatti, complice la salita e la … foto col mio nipotino David, mi distanzia di un paio di centinaia di metri. Evabbè, pure oggi la maglia nera delle Pecore Nere, sarà mia. Non sarà così! Infatti dopo un paio di chilometri raggiungo Dario e lo … supero. Eh sì, avete letto bene. Certo, non aver corso per molti mesi non gli giova. Io mantengo lo stesso passo con la convinzione che taglieremo assieme il traguardo, ma mi invita a proseguire da solo: “Non ti preoccupare, Fausto, oggi arrivo!”. I chilometri passano, lenti … ma passano. Ad un certo punto del tracciato la corsa incrocia: agli atleti veloci mancano solo un paio di chilometri all'arrivo, agli atleti lenti cinque di più! Noi stiamo correndo con il sole negli occhi e facciamo difficoltà a riconoscere gli atleti che stanno correndo in senso contrario al nostro. Ad un certo punto vedo una figura che si stacca dal gruppetto in cui sta correndo e deviando mi viene incontro. Non riesco a distinguere quello che per me è solo un'ombra in controluce. Penso che si tratti di uno dei miei tanti compagni di squadra. Appena ci incrociamo, mi batte il cinque ed in quel momento distinguo la persona: è Emanuele Zenucchi, il campione!
 
Infatti non solo ha vinto parecchie maratone, tra cui la “Maratona sul Brembo”, ma è pure stato campione assoluto di Maratona! Non nascondo che il gesto mi ha toccato e quasi commosso. In quel preciso istante mi è ritornato in mente il comportamento, molto simile, che Franco mi aveva riservato in una gara un paio d'anni fa. E mi piace ricordare che sono “...i gesti piccoli che fanno grandi gli uomini”. Passaggio ad Osio, dove ho il mio ristoro personale. Infatti ad attendermi vi è Ferdinando con una bella tazza di tè fumante in mano. Posso tralasciare questo opportunità? Certo che no, anche perché mi sono reso conto che anche oggi non vincerò la gara, per cui anche se “perdo” un paio di minuti non comprometterò di certo il risultato finale. Vedo che nel tè manca un po' di zucchero, ma forse vi è stato messo qualcos'altro; infatti noto che la mia velocità aumenta di … un paio di secondi, il che mi consente di non arrivare ultimo!
 
 
All'arrivo so che ci sono i giudici per il controllo antidoping... speriamo bene!
 
 Le foto da cui sono tratte le figurine sono di Arturo Barbieri dal sito podisti.net

1 commento:

  1. L'anno prossimo voi del gruppo "senza maratona non so stare" potreste partire alle 7.30 per giungere al traguardo in tempo pere ripartire facendo così una nuova edizione della maratona... personalizzata... pubblicizzando la cosa qualcuno che si aggrega lo trovereste sicuramente... per un ristoro volante non sarebbe un problema credo... trabuk

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