Domenica
ore 6.00. Il termometro segna – 4 e il buonsenso consiglierebbe di
rimanere sotto le coperte o al massimo di uscire a correre dopo
qualche ora, quando un pallido sole farà salire la temperatura
almeno sopra lo zero. Eccoci invece, impavidi avventurieri, a sfidare
la rigida temperatura e recarci nella bassa Bergamasca, più
precisamente a Romano di Lombardia, per partecipare alla settima
edizione “Marcia per la vita... 100 passi”. Quest'anno
si aggiunge alla brigata anche Domenico, che vorrebbe provare a
correre distanze superiori alla mezza... senza sentire nessun dolore.
Sono anni che Domenico ha un fastidioso problema che non vuole
andarsene, ma può un “pellegrino” rinunciare a santificare la
domenica con la corsa? Certo che no! Eccolo quindi alla partenza...
ci rivedremo all'arrivo, lui è molto più veloce di me, ma quello
che più conta è il constatare che il dolore oggi gli ha dato
tregua; speriamo che sia solo l'inizio. Appena arrivati incontriamo
subito Dario... il “Mao”. Oggi, contrariamente agli anni scorsi,
mi lascerà solo al mio destino. Dice che ha male di qui, ha un
dolore di là, che non esce più in settimana ad allenarsi, etc. etc.
... uhmmm, sarà. I ben informati dicono che si alleni di nascosto,
che il passo stia tornando quello di prima e che i dolori siano solo
un ricordo! Partenza! Ecco che dopo appena un paio di chilometri mi
ritrovo da solo. Domenico sta correndo come sempre in scioltezza e
dopo poco sparisce alla vista nella foschia; Fausto lo segue di lì a
poco. Ottima la sua prestazione odierna. Solo in una fredda mattina
nella campagna della Bassa Bergamasca. Correre da solo offre spesso
dei vantaggi: si possono osservare cose che correndo in compagnia
spesso sfuggono. Già, vedere, osservare... ma la scarsa visibilità
odierna, vuoi perché le ombre della notte stanno ancora prevalendo
sulle prime luci della giornata, vuoi perché una leggera foschia
avvolge il paesaggio, sta di fatto che nelle fasi iniziali della
corsa vi è poco da osservare. Ma l'uomo è una splendida macchina,
nel mio caso una macchina … lenta, ed ha molte risorse. Oggi riposa
la vista e lavora l'udito! “Din, don...”, il campanile
delle chiesa chiama a raccolta i fedeli. Ecco, mi passa accanto una
vecchina che sentendo le campane aumenta il passo. “Oink...
oink...” i maiali stanno reclamando la loro colazione. Un
solerte contadino entra nella porcilaia con una carriola carica di
mangime, “oink... oink...” il grugnire continua, beh, nessuno
forse ha detto loro che quando si mangia non si deve parlare con la
bocca piena. Magari stanno solo ringraziando il contadino per la
colazione. Avvicinandomi alla porcilaia anche il senso dell'olfatto è
stato risvegliato... “Muuuu...muuuuu...” le mucche stanno
reclamando attenzione: devono essere munte. Duro lavoro quello del
contadino; non conosce giorni di riposo ed anche se oggi è domenica
la “levataccia” obbligatoria è assicurata. Ora il percorso di
gara si allontana dalle cascine e si dirige verso il fiume Serio.
Silenzio! Non si sente lo sciabordio tipico dell'acqua dei
ruscelli di montagna o il fragore di una cascata. Anche l'acqua
“parla”. Oggi si sente il silenzio dell'acqua che scorre
lenta nel letto del fiume. “Toc, toc... toooc...” un
improvvisato taglialegna sta tagliando il tronco di un albero caduto
sul greto del fiume. Presto scoppietterà in un camino riscaldando la
casa e farà cuocere una calda polenta o succulente braciole. Ottima
soluzione quella di recuperare tronchi lungo i fiumi: prendono nuova
vita e rendono puliti i nostri corsi d'acqua. Presto il fondo sassoso
delle rive del fiume lascia il posto all'asfalto. “Tump...
tump...” rumore di passi che piano piano aumenta di intensità.
Ecco concorrenti partiti dopo che si avvicinano! “Tump... tump...”
ora il rumore dei passi si affievolisce fino a scomparire. Ora i
concorrenti sono davanti e scompaiono alla vista inghiottiti da una
curva del percorso. “Ora premiamo il gruppo...”. È la
voce dello speaker che chiama i responsabile dei vari gruppi per
ritirare il loro premio. Uhmmm, vuol dire che sono arrivato! Anche
oggi “cartellino timbrato”! I miei compagni sono già cambiati,
soddisfatti per l'esito della loro corsa. Incontro un sorridente
Giacomo che non vuole stare, anzi non riesce a stare, lontano dalle
corse. Oggi ha partecipato alla gara più corta camminando a “quattro
zampe”, no, no non a carponi, ma aiutandosi con due stampelle,
anche se: “Avrei potuto correre con solo una...”. Eh,
sì, avete letto bene, ha detto proprio correre! Il mio sincero
augurio è che presto possa effettivamente correre senza usarne
nessuna”.
Ah,
dimenticavo: il “Mao”, quello che non riesce più a correre, oggi
ha percorso sì solo “20 km”, ma la sua media è stata come la
mia, se non superiore.
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