Oggi
a Bergamo si disputava la Strabergamo. Sarebbe stata una buona
occasione per partecipare e ricordare i tempi in cui tutta la
famiglia vi partecipava; mentre io la facevo di corsa, papà con Lisa
sulle spalle e Rossana a fianco di Sara ne approfittavano per una
camminata per le vie di Bergamo per un giorno invase da festanti
podisti e non da inquinanti automobili. Però, si sa, l'erba che
cresce in città non è saporita come quella che cresce nella zona di
campagna verso Crema e quindi si opta per il “26° Giro
Verde”, che si disputa a Camisano.
Lunghezza
giusta per preparare la maratona di domenica prossima: 28 chilometri,
anzi 28.150, come precisano i cartelli e le mappe del percorso
predisposte dall'organizzazione; percorso piatto e fondo accettabile.
Che chiedere di più? Il percorso di gara è stato particolarmente
curato: abbondanti frecce segnalano il percorso e rendono affidabile
la direzione da prendere; personale su tutti gli incroci garantisce
la sicurezza della corsa; cartelli chilometrici esatti (con
indicazioni non solo dei chilometri, ma anche dei metri) informano
sulla distanza percorsa; ristori a giusta distanza e con torte
casalinghe rendono golosa la sosta. Beh, le torte le abbiamo
evitate... siamo o non siamo “pecorelle smarrite”?
Passa
il tempo, passano i chilometri... ecco sullo sfondo il campanile di
Camisano! Uhmm, mi sembra troppo vicino! Beh, nulla di male, anche se
un po' più corta la gara rappresenta sempre un buon allenamento.
Ma, ma … perché si gira a sinistra? Acc... solo il percorso delle
distanze più corte “punta” verso il campanile. Piano piano il
campanile si allontana sull'orizzonte. Ora la vegetazione lo nasconde
alla nostra visuale. Passano i chilometri, passa il tempo: ecco di
nuovo il campanile... ora penso si andrà verso di esso e verso la
fine della gara... infatti è cosi... per un po', poi un'altra curva
del percorso ci allontana nuovamente dalla agognata fine; nel
frattempo la schiena ha iniziato a lamentarsi. I chilometri sono
passati ed il tempo è trascorso, il campanile è riapparso... ora
puntiamo decisamente verso di esso. Campanile sempre più vicino,
campanile sempre più maestoso. Ora siamo sotto di esso... non è
finita ancora, un paio di centinaia di metri prima del traguardo...
il tempo per ammirarlo da tutti i lati.
Ecco,
l'ultimo tratto del percorso mi è sembrato come uno yo-yo: ci sono,
non ci sono...
Alla
fine ci viene incontro il leone di Treviglio, sì, “Leo”: un
brivido di terrore percorre le nostre schiene, forse vuole mangiare
due pecorelle, ma appena ci raggiunge e, visto che non siamo tenere
pecorelle (nere) ma vecchi caproni, desiste... si accontenterà di
una foto in nostra compagnia!
Il "Leo" tra le "pecorelle" |
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