sabato 5 luglio 2025

Due pezzi di Parmigiano a spasso per la Norvegia

Premessa

Come i miei 42 lettori- eh sì sono aumentati dai 25 di manzoniana memoria- sanno, uso il blog anche come un diario personale, con la regola che la “base” del post deve essere collegata al mondo corse, competitive o semplici tapasciate, oppure ai cammini, che siano dei pellegrinaggi di più giorni o semplici passeggiate lungo ciclabili o per monti e boschi. Semplice in questi casi scrivere il post; per le gare organizzate l’argomento principale è la gara stessa oppure amici che vi hanno partecipato; per le “mie” gare inverto, in molti casi, la narrazione: ho l’argomento sul quale costruisco la gara per il motivo già citato. Ecco quindi che argomenti come il 25 aprile, le giornate della Memoria e del Ricordo, sono le basi del post. Qui, pur essendo la “corsa” il fulcro del post, questa è sempre di sottofondo ed è sempre trattata “al di fuori degli schemi”. Non troverete descrizioni del pacco gara, del tempo etc. etc. argomenti che credo siamo di poca importanza, ma descrizioni di fatti e personaggi, molte volte “ai confini della realtà”!

Tutta questa (un po’ lunga) introduzione per spiegare come sia possibile scrivere un post che tratta di un viaggio (organizzato) fatto in bus, in Norvegia, per ricordare quel 3 maggio 1975 … giorno del matrimonio con Rossana. È stato un po’ difficile, ma alla fine ho trovato il collegamento

Il viaggio

Un po’ di apprensione prima della partenza: viaggiare in gruppo è per noi una novità, siamo abituati a viaggiare da soli, spesso a piedi. Apprensione subito svanita. Troviamo i compagni di viaggio puntuali alla partenza, con la capogruppo Manuela, che ci farà da chioccia per tutta la durata del viaggio. Il tour sarà fatto in bus per cui, anche se il tempo non sarà clemente, nessun problema: viaggeremo comodi, all’asciutto; non è certo come la nostra ultima avventura lungo il Cammino degli Dei, dove la pioggia ed il fango furono nostri compagni, indesiderati, di viaggio. Qui la compagnia è ottima e nessun problema sulla via da seguire: sarà Ian, il nostro autista, a dover tenere gli occhi sulla retta via, mentre il nostro sguardo spazia da destra a sinistra per osservare il paesaggio: cascate, fiumi, laghi e naturalmente fiordi, visti da una prospettiva molto diversa da come li osserva chi li affronta navigando. Noi li vediamo dall’alto e possiamo apprezzare tutto il contesto in cui sono inseriti. A non rendere monotoni gli spostamenti ci pensa Rosanna, italiana ma residente in Norvegia da … una vita, la nostra guida sul posto. Non solo ci spiega con dovizia di particolari i vari monumenti o siti in cui ci fermiamo per le visite programmate, ma durante il viaggio, non solo elenca le varie caratteristiche delle zone interessate, ma tiene alta l’attenzione anche nei momenti in cui sembra non ci sia niente di nuovo. Ci “racconta” la vita dei norvegesi, molte volte facendo il raffronto con il nostro vissuto, così possiamo, non solo apprezzare il “bello” norvegesi, ma anche rivalutare il “bello” italiano. Come una maratona, eccoci alla fine del nostro viaggio: stanchi- beh, in questo caso poco- e con i nostri ricordi.


Ognuno ne conserverà memoria, ognuno avrà i suoi. I miei? Sono abituato a vedere il piccolo, ma non vuol dire che non sia importante. Due in particolare: i pennoni delle bandiere nei giardini delle case e … il caffè! Strano, vero? Vi devo una spiegazione. Vedere moltissime case con gli stendardi della Norvegia issati sui pennoni, non le bandiere, mi dà l’idea di una popolazione, che, seppure con molte diversità, è unita. Più che il caffè è la modalità in viene erogato. Fatto lo scontrino, uno se lo deve … preparare. Infatti vi sono delle apposite macchinette su cui si deve selezionare il prodotto scelto. Il tutto in piena libertà; sono sicuro che nessuno se ne approfitti. Il momento di “gruppo” che sarà un buon ricordo è la sera passata davanti ad un camino acceso, ad interpretare il significato di un disegno appeso sopra il camino stesso. Per una volta lo sguardo è stato tolto dai telefonini e si è potuto dare libero sfogo alla nostra immaginazione. Ritornando indietro nel tempo, mi sono ritrovato bambino, quando in cascina, in Piemonte, sfogliando il mais, le vecchiette del paese raccontavano storie a noi bambini. Una volta il “lavoro” si separare le brattee del mais era compito di vecchi e bambini, la cui paga era il sentir raccontare storie.

Un ringraziamento ai nostri compagni di viaggio per averci fatto sentire parte di un gruppo e non singoli partecipanti ad un viaggio organizzato.




Epilogo

Qui potrei terminare il post, ma ci sono un paio di quesiti che attendono una risposta. Il primo è il collegamento del post al blog. Un paio di giorni abbiamo fatto sosta in città, Oslo e Bergen. Ebbene qui ho visto numerosissime persone che correvano. Ok, molti erano in perfetta tenuta da running, ma molti altri, oltre alla tuta, maglietta e scarpe, avevano pure lo zainetto, non uno di quelli sportivi, ma quelli che si usano per il computer o per i libri, vuol dire che stavano, letteralmente, correndo al lavoro. Non mancavano anche mamme che spingevano carrozzine correndo.

A questo punto svelo anche il perché del titolo. Siamo abituati a portare con noi, nei nostri cammini, delle “razioni” alimentari per ogni evenienza. Nel nostro viaggio in terra straniera, nei nostri zainetti avevamo dei pezzi di Parmigiano Reggiano, razioni che sono rimaste intatte, in quanto a colazione ho mangiato, non bresaola e parmigiano, come sono abituato in Italia, ma salmone ed un formaggio di capra locale dal nome impronunciabile.

Seppure durante il viaggio tutto sia andato bene, se rifarò questa esperienza, la prossima volta dovrò ricordarmi di mettere in valigia scarpette e maglietta dei Runners Bergamo!

Lupo Solitario in corsa
... ma non nella VITA!


3 commenti:

  1. Ciao Fausto. A saperlo prima, ti avrei chiesto di farmi assaggiare il grana: in Norvegia ho avuto un po' nostalgia della ns cucina...
    Grazie per il diario.

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  2. Già letto la prima volta, poetico e profondo come lo scrittore corridore. Ognuno vive il viaggio nel interno del suo mondo che stranamente e naturalmente sarà sempre differente dagli altri. Il bagaglio che ci portiamo appresso è celato ai compagni di viaggio, e noi stessi ci ricordiamo solo quello che ci ricordiamo dell’ultima volta che abbiamo aperto quello zaino o quella valigia. Spesso quello che abbiamo tolto non ci pesa più e viaggiamo più leggeri, più leggiadri. Grazie a voi uno per uno, questo viaggio insieme è un esperienza che porto con me ancora viva e presente. Viaggiate ancora, se non altro dentro di voi. Rosanna 🌹

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