lunedì 30 settembre 2024

Ai Podisti Insonni piace … farla grossa

Da vari anni (diciamo decenni) frequento il mondo del podismo. Sono passato dalle prime non competitive sorte per “riempire” le domeniche a piedi dovute alla prima crisi energetica, antichi ricordi che credo la maggior parte dei miei venticinque lettori non ricordi nemmeno per il semplice fatto che non erano neppure nati. Dopo qualche anno sono approdato alle maratone, prima a quelle amatoriali, poi a quelle competitive. Ora sono sempre nel “mondo corse” ed ho modo di osservare con più calma quello che offre, evabbè ho capito … più tempo perché vado più piano! Quello che ho notato è che ci sono alcuni gruppi che hanno strane abitudini, ad esempio ai Podisti Insonni piace “farla presto” e “farla grossa”. Lo so già che i più maliziosi avranno frainteso il mio scritto. Mi sembra giusto dare la corretta lettura. Farla presto … la seduta di allenamento; infatti, mentre la maggior parte di noi, alle 5.30 del mattino, si gira dall'altra parte nel letto, loro girano in pista ed il venerdì girano per le vie deserte di Città Alta.
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Farla grossa … la beneficenza. Per questo si sono inventati una manifestazione che nel corso degli anni è diventata un appuntamento fisso nel calendario delle camminate non competitive della bergamasca. È pur vero che ci sono molte altre manifestazioni che vengono fatte per raccogliere fondi, ma quasi sempre non si riesce a capire “quanto, come e dove” viene devoluto il ricavato. Nel caso della “Papa Gio Run”, questo è il nome della manifestazione di raccolta fondi organizzata dai Podisti Insonni, con il contributo organizzativo dei Runners Bergamo, quanto raccolto e a chi viene dato è fatto nella maniera più trasparente. Viene consegnato un assegno fuori misura. Grossa (beh, sarebbe più corretto dire grande) è la somma, grosso è l'assegno. Lo scorsa anno sembra che ci siano state difficoltà di riscossione dell'assegno stesso. 

Per fortuna l'intervento di un falegname, che ha ridimensionato lo sportello bancario, ha permesso la regolare la riscossione dello stesso. Non so se anche quest'anno la dimensione dell'assegno sia la stessa, ma lo sportello a cui incassarlo è già pronto! Quest'anno la Papa Giò Run, a differenza dello scorso anno che si è disputata sotto la pioggia, è stata baciata dal sole, che ha favorito la partecipazione. Fonti giornalistiche stimano in circa tremila i partecipanti, per la maggior parte camminatori.

Partenza della non competitiva all'antica, cioè tutti assieme, abitudine che si è persa negli ultimi anni. Partire tutti assieme ha il vantaggio non solo di socializzare prima del via, ma di avere compagnia durante il tragitto. Anche se il numero dei partecipanti era notevole, solo piccole attese nella consegna dei pettorali e nell'accettare le iscrizioni degli ultimi ritardatari. Il tempo di attesa era per altro allietato da intrattenitori sul palco che invitavano i partecipanti ad improvvisate coreografie e ad eseguire alcuni esercizi di riscaldamento, beh, dovrei dire superflui, in quanto la temperatura era già notevole, ma comunque molto apprezzati soprattutto dai più giovani. Tre i percorsi; da quest'anno si è aggiunto il percorso lungo di 14 km, con l'immancabile passaggio in Città Alta. Suggestivo il percorso corto di cinque chilometri, che ha avuto come epicentro sempre l'ospedale Papa Giovanni, con il passaggio finale presso l'associazione Paolo Belli. Alla fine della gara vi era pure la possibilità di fare uno spuntino; infatti erano presenti alcuni “street food truck” (beh, delle bancarelle … moderne). Mi sono soffermato più del solito nella descrizione della manifestazione, per sottolineare il fatto che anche facendo le cose per bene, offrendo un buon servizio ai partecipanti, si può dare un aiuto di solidarietà importante. Veniamo ora alla mia “gara”. Viste le premesse, non potevo certo mancare. Avevo in mente di fare il percorso dei dieci chilometri, visto che a questi si devono aggiungere i sei, tra andata e ritorno dalla mia abitazione, ma Stefano, diavolo tentatore, ha proposto il percorso più lungo. Evabbè, non so resistere alle tentazioni, soprattutto se si tratta … di correre qualche chilometro in più, e poi nessun motivo per preoccuparmi: correre con il massaggiatore di fiducia a fianco non è da tutti. Prese fin dall'inizio le posizioni di coda, le abbiamo mantenute fino alla fine. Per la verità in molti tratti Stefano prendeva qualche metro di vantaggio, ma, visto che è uomo di parola, ritornava sui suoi passi per prendersi cura del “vecchietto”. Per la verità, anche io ho sempre corso, ad eccezione della discesa da Città Alta, fatta sulla scaletta di Via del Paradiso, che per me, ma soprattutto per la mia schiena, è sembrato un inferno per i gradini e il fondo irregolare. Alla fine della scaletta sono stato simpaticamente accolto come un angelo da un'addetta dell'organizzazione: “Ecco il Dellapiana, ora possiamo andare a casa!”. Ultimi chilometri hanno fatto registrare i tempi al chilometro più bassi, favoriti dal fatto che il tracciato era in leggera discesa. Tempo finale 1h 44' 12” e distanza esatta 14,08. Come faccio ed essere sicuro dei dati? A causa, o merito, dello smartwatch che mi ha regalato Stefano, ma quella dello smartwatch è tutta un'altra storia!

ULTIME NOTIZIE. Sembra che al festival di Sanremo del prossimo anno, Carlo Conti, sentita la canzone dei Podisti Insonni, abbia intenzione di farli esibire nella nuova sezione “Cantanti mattinieri”. Per la verità, di questa notizia non sono sicuro; non ci resta che attendere gli eventi futuri. Qui il loro primo brano.

P.S. Non ho citato il nome di nessuna delle molte persone coinvolte nell'organizzazione, per non personalizzare l'evento. Sono sicuro che, scorrendo le foto pubblicate in rete, le individuerete sicuramente.

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