martedì 24 ottobre 2023

Nessun nuovo amico. Evviva!

Prologo

Strane cose succedono lassù. Solo poche domeniche fa abbiamo sentito la Parola che parlava di un Re che organizzò un banchetto iniziale e, di fronte al rifiuto degli invitati (“non se ne curarono”), fece incetta di invitati raccolti lungo la pubblica via e “la sala delle nozze si riempì di invitati”. Ho fatto qui un brevissimo riassunto, tralasciando per altro molti particolari. Per chi volesse conoscere l'intera storia (Mt 22, 1-14). Ma perché quindi, se non ci sono nuovi commensali, si fa festa? Perché per essere ammessi a quel particolare banchetto si deve aver tagliato l'ultimo traguardo, quello che non permette il ritorno. 

Ecco, quest'anno nessuno dei miei amici ha tagliato quel traguardo. 

Anche quest'anno l'autunno ha colorato con sgargianti colori le foglie degli alberi e quelle cadute formano un tappeto sul quale è piacevole correre. Quelle cadute nei campi saranno concime per nuove e future crescite e questo io lo vedo come un monito: bisogna saper prendere il buono di chi ci ha preceduto, non bisogna dimenticare i loro insegnamenti e soprattutto non dobbiamo dimenticare le persone, pardon gli amici, con cui abbiamo diviso momenti importati e, perché no, anche momenti di semplice svago. Ecco perché da qualche anno mi sono inventato una gara, meglio una maratona, per poterli ricordare, per poter “trascorrere” con loro qualche momento. La denominazione della gara non poteva che essere “
Maratona delle Foglie Morte”, che quest'anno è alla terza edizione. Ho già espresso nei post degli altri anni il concetto più che positivo che io assegno alle … foglie morte, per cui non mi dilungo oltre (in calce al post i relativi link).

La “mia” maratona

Per una volta, il corpo del post riguarderà lo svolgimento della mia maratona. Sarò breve per non annoiarvi. Per questa maratona ho deciso di utilizzare il percorso ufficiale(e quindi validato FIDAL) della “Mezza sul Brembo”, quello con partenza ed arrivo presso il CUS di Dalmine. La decisione di abbandonare il percorso del Parco Callioni è dovuta al fatto che la soluzione alternativa non permette di avere mezze misure: si PARTE per la maratona, si CORRE tutta la maratona, senza possibilità di ritirarsi prima della fine. Certo, questa soluzione comporta più rischi logistici: nessuna possibilità di cambiare tenuta, obbligo di portare con sé durante tutta la gara il “ristoro”, anche se ridotto al minimo. Tutte e due le soluzione però, consentono la più ampia possibilità di gestire l'orario di partenza. Ecco quindi che la partenza della gara, originariamente prevista per le ore sette, viene rimandata di circa mezz'ora, per verificare le condizioni atmosferiche che prevedono leggera pioggia. Pioggia scongiurata, anche se la temperatura è, o almeno questa è la mia impressione, abbastanza fredda, per cui parto coperto, beh, come il cielo in quel momento. Strade, come spesso accade la domenica, senza traffico, ad eccezione di numerosi gruppi di ciclisti. Come previsto in partenza, la temperatura è accettabile ed il mio abbigliamento è adeguato. Giunto ad Osio, una leggerissima pioggerellina fa temere il peggio; per fortuna è solo questione di attimi. Al primo passaggio in Dalmine il cielo, che fino ad ora era coperto da nuvole, si apre improvvisamente. È la prima volta che vedo un cambiamento così repentino; è come se qualcuno avesse acceso improvvisamente la luce. Uno splendido e raggiante sole prende il posto delle nuvole nere. Primo giro fatto, mezza maratona completata con un tempo soddisfacente, almeno per me, il che fa pronosticare un tempo inferiore alle sei ore per completare la maratona. A questo punto prendo una decisione che sarà decisiva per completare la maratona. Decido di “tagliare i ponti” alle spalle, nel senso che, invertendo il senso di corsa, percorro i due anelli che contraddistinguono la parte iniziale del tracciato (e che per me sarebbero alla fine della corsa), per cui, una volta percorsi, ci sarà una sola via per tornare a casa … e quindi completare i fatidici 42195 metri. 

Mai decisione fu più corretta. Infatti, giunto ad Osio per la seconda volta, le luci si spengono. Nulla di grave, per fortuna, ma, vista la mancanza di allenamento e di abitudine alla … maratona (sono più di cinque mesi che non ne disputo) appena accenno a correre, i crampi fanno capolino. Nessun problema se cammino e quindi … cammino. Termino la maratona con il tempo di 6h 23' 23”, tempo preso al “battito d'ali” che dà il via alla gara. Beh, in questa mia gara il colpo di pistola è abolito.

Epilogo

Tornato a casa e dopo una doccia ristoratrice, mi attende il meritato riposo sul divano. Oggi non ho fame. Mentre mi sto sedendo sul divano, sento del rumore e delle voci in cucina. Rossana avrà lasciato la televisione accesa e pure la luce, penso, notando il riflesso sotto la porta. Porta che fa difficoltà ad aprirsi. Dietro un personaggio con la barba ed i capelli bianchi con un mazzo di chiavi alla cinta mi dice con gentilezza, ma anche con fermezza, che non posso entrare, mi mancano i requisti essenziali. Non capisco. Il tutto si chiarisce quando una voce familiare alle spalle del guardiano dice: “Lascialo entrare, Pietro, non vedi che è più morto di noi!”. È Gianfranco (Gozzi), che con grembiule e mestoli sta preparando la sua famosa pasta aglio, olio e peperoncino. Superata la porta, non mi ritrovo nella mia cucina, ma in un ampio refettorio ed al mio ingresso sono accolto da voci festose: sono i miei amici! Entrato, mi metto diligentemente in fila. Oggi ricetta speciale al pasta party: casoncelli bergamaschi fatti in casa all'aglio, olio e peperoncino. 


Chi poteva suggerire a Gianfranco una simile ricetta, che coniuga il piatto bergamasco della Curnaschese ai miei gusti un po' particolari, se non Gianni (Cesari), anche oggi capo del ristoro finale. “Per te, Fausto, un piatto abbondante...”. Luciano (Bacis) e Mario (Ferri) mi hanno riservato un posto accanto a loro. Dopo qualche anno si sono ritrovati ed hanno tanti argomenti in comune essendo tutti e due ottimi allenatori di atleti della Bassa Bergamasca, in erba quelli che seguiva Mario, più attempati gli allievi di Luciano. Dai loro discorsi capisco che anche da lassù hanno sempre un occhio di riguardo per i loro atleti … quaggiù. Terminato il mio primo bergamasco-bolognese, mentre addento un pezzo di formaggio, ecco che Gianluigi (Chiodi), seduto poco più in là, sentenzia: “L'è mia ol me formai del munt!”. Come dargli torto? Fermarsi a gustare il formaggio, a pochi chilometri dalla fine della Maratona della Valle Seriana, non era un opzione, era un obbligo! Ecco che quando si parla di maratona compare Antonio (Mazzeo). “Capisci, Fausto, che non puoi andare piano all'inizio; bisogna mettere subito fieno in cascina”. Eh, sì, caro Antonio, forse avrai certo ragione, ma io oggi come ieri “Non metto mai il tempo come obiettivo e questo dovresti averlo capito”. Mentre si allontana, in una nuvola di fumo del suo immancabile sigaro, si materializza da altro fumo Giulio (Riva), anche lui con la pessima abitudine di fumare. “Fausto, Antonio non è proprio cambiato” e, se lo dice Giulio, che fu per molti anni suo fedele accompagnatore, deve essere vero. Il pranzo sta quasi per finire; ho comunque modo di incontrare Angelo (Bertoli), che anche questa volta si fa consegnare da Giancarlo (Corà) il trofeo per il gruppo più numeroso alla FerraraMarathon. Beh, anche qui il numero non riguardava tanto gli atleti del gruppo di Angelo, ma il numero dei biglietti venduti. Nicola (Stella) ricorda a tutti i presenti che la FerraraMarathon non è altro che la Vigarano Maratona 2.0, e ne va orgoglioso. Ecco, siamo al dolce che è servito da Gaetano (Amadio). Che dolce poteva essere se non una “Crostata di Ciliegie?”. Ma dice Gaetano: “Le ciliege della marmellata questa volta le ho raccolta con i piedi ben piantati per terra”. “Ho capito come dovrei camminare nel mio pellegrinaggio, ma bastava che lo dicessi e non lo facessi oggi, camminando per i chilometri finali”. Chi pronuncia questa frase sorridendo è Renzo (Baldi), partito per l'ultimo pellegrinaggio prima che potessi dargli consigli per Compostela. “Magari avessi camminato io gli ultimi chilometri …” chi pronuncia, sconsolato queste parole è Roberto (Gherardi), ricordando che il traguardo di una maratona fu anche il suo ultimo traguardo. Vedo Franco (Togni), che, mentre si avvicina per salutarmi, appallottola un foglietto prima di gettarlo via. Mentre lo raccolgo e vedo l'intestazione “Tabella di allenamento per Sir Marathon”, mi vengono in mente le sue parole: “Non importa il tempo impiegato per terminare la maratona: siamo entrambi maratoneti”. In fonda sapeva già che, anche se sono buoni consigli, non li avrei certamente seguiti. Chi anche qui controlla la regolarità delle “crocette” è William (Govi). “OK, anche se non hai seguito il percorso corretto, la crocetta te la metto”. In effetti ha ragione: per prendere acqua alle varie fontanelle che si trovano lungo il percorso, l'ho dovuto allungare! Senza parole è il lungo abbraccio con chi, senza avere neppure una lira (beh, poche), è sempre stato per me un signore nelle maratone, ma soprattutto nelle vita: Beppe (Togni).

Drin … drinnnn... è il campanello del cancello della mia abitazione. Di colpo tutto svanisce; mi ritrovo solo nella mia cucina. Sul tavolo ci sono delle briciole di una crostata di ciliegie …


Oltre le dimensioni che l'uomo già conosce, ne esiste una quinta, una dimensione senza limiti come lo spazio e senza tempo come l'infinito. È la regione intermedia tra la luce e l'oscurità, tra la scienza e la superstizione, tra l'oscuro baratro dell'ignoto e le vette luminose del sapere.

È la dimensione dell'immaginazione.


Che la terra vi sia leggera ... Amici!

2 commenti:

  1. Siamo alle solite parole famose non mi dilunghero. È una storia lunga giustamente ai commentato le persone che purtroppo se ne sono andate tutte belle persone che ho avuto il piacere di conoscere con te ho condiviso x qualche anni molte maratone. Belle esperienze purtroppo loro sene sono andati in silenzio penso che un giorno non so quando citerei anche me' e perché no magari metterai la mia foto vicino a quelle dei nostri amici . Io non ho fretta abbi pazienza ci vedremo presto x strada chissà dove? Ciao un tuo ammiratore

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  2. Grazie del Ricordo! Un abbraccio Trab

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