Oggi parto per la mia maratona in solitaria con il cuore leggero. Mi sono arrivate buone notizie da quello che un tempo si poteva definire “amico di penna” e che ora, attualizzando, potrei chiamare “amico di tastiera”: dopo settimane ha sconfitto il “malo male”; è di certo stato più fortunato (?) di altri, in quanto ha potuto sconfiggere la malattia senza essere ricoverato in ospedale. Ha comunque mantenuto il motto “Non si cedemm” per tutto il periodo! Come al solito il mio problema è trovare la denominazione della mia 42,195. Abbastanza facile, quasi scontato: in settimana si festeggia il patrono del mio paese, San Giorgio. Lo scorso anno, limitato nel percorso “casalingo”, corsi la “St. George Run di 21 km”, (vedi “2020: i San Giorgio che sconfissero il Drago”). Quest'anno, visto che le restrizioni si sono allentate, ecco la possibilità di correre la “St. George Marathon” (beh, non brillo certo di fantasia nella scelta dei nomi). Ok, trovato nome della gara, preparato pettorale, ma … come occupare la “testa” per le circa 6 ore che impiegherò per terminare la mia maratona? Correre da soli, soprattutto su un circuito, per molti può essere alienante; personalmente, prima di partire cerco un argomento, una motivazione per far sì che la “mente” distolga il pensiero dal “corpo”, evitando così di far diventare ogni piccolo acciacco un grosso problema. In settimana ho letto, e riletto, un articolo scritto da Maurizio Lorenzini sul “sito podistico più amato dagli italiani” (- vedi -), che trattava del rapporto degli atleti con le proprie società sportive in tempo di pandemia. Inizia la mia gara, iniziano le mie riflessioni. Sono pienamente d'accordo con quanto scritto da Maurizio e aggiungo qui alcune mie considerazioni, partendo dal fondo. Ogni due anni ci preoccupiamo del collaudo dell'auto; ogni anno facciamo la revisione della caldaia senza particolari problemi, ma molti di noi fanno difficoltà a “farsi revisionare”, facendo la visita medica per ottenere il “Certificato di idoneità all'attività sportiva agonistica”. Molti dicono che il costo (circa 100 euro) è esagerato, per cui scelgono centri che praticano prezzi inferiori (ed a mio giudizio con standard inferiori). Molti dicono che in molti stati esteri non è richiesto e che basta solo un'autocertificazione. Alcuni sostengono che anche chi si sottopone alla visita può avere dei problemi successivamente. Anni fa era possibile correre senza avere l'idoneità … regolare, ora la cosa è più difficile. In ogni caso credo che sia l'interesse di ogni atleta ottenere il certificato, non per “poter” correre, ma per sapere “di poter” correre.
Per quanto riguarda il tesseramento ad un gruppo sportivo, credo che sia importante non solo per avere la tessera, ma per poter far parte di un gruppo che condivide la comune passione. Se in questo periodo molti “sospendono” l'appartenenza, vuol dire che appartenere ad un gruppo è solo un “matrimonio di interesse”, da parte dell'atleta. Per mia fortuna, gli atleti del mio gruppo, i Runners Bergamo, sembrano pensarla in modo diverso: ad oggi sono 510 gli atleti che hanno rinnovato il tesseramento per l'anno in corso, forse in calo rispetto agli anni scorsi, ma con defezioni decisamente basse. Recentemente il mio gruppo ha organizzato una “Sgambada di Pasqua Virtual” (uhmm, meglio dire “delocalizzata in tutta la provincia) con i seguenti numeri: 42 ragazzi, 139 donne, 269 uomini & pure 10 cagnolini. Come si può evincere dai numeri, anche in tempi di distanziamento sociale ed in assenza di gare, si può fare gruppo. Personalmente, per me è un onore correre con le insegne del mio gruppo sportivo; lo faccio anche nelle mie gare in solitaria. La gara è lunga, quindi posso aggiungere qualche altra riflessione su un argomento trattato di sfuggita: le gara in regime di pandemia. Molte gare previste in calendario vengono annullate per l'anno in corso e spostate direttamente al 2022, altre invece vengono spostate in altra data ma nel 2021. Personalmente credo che questa ultima soluzione sia da evitare, in quando crea difficoltà sia per gli atleti che magari hanno in programma altre gare per la data indicata (o in tempi ravvicinati) e che sono quindi costretti ad una “dolorosa” scelta, sia per gli organizzatori delle gare regolarmente programmate che vederebbero diminuire il numero degli atleti presenti ai nastri di partenza. Ho letto con attenzione le cronache delle gare che si sono disputate in regime di pandemia e devo dire che la soluzione di fornire ad ogni atleta in gara il ristoro finale in “busta” è una soluzione che trovo semplice e geniale nella sua semplicità: ognuno ha il giusto, sia chi arriva tra i primi che chi arriva tra gli ultimi. Passo dopo passo, pensiero dopo pensiero, eccomi al traguardo della mia ottava maratona corsa “in solitaria”.
Evabbè, per evitare
future tiratine d'orecchi, faccio pure la cronaca. Le previsioni del tempo
davano soleggiato e temperature in leggero rialzo, per cui pettorale
di
gara su maglietta, naturalmente Runners Bergamo. Ma appena giunto
sull'anello le previsioni sono state clamorosamente smentite: leggera
pioggerellina e vento freddo, per cui partenza con divisa quasi
invernale. Fortunatamente, dopo circa un'oretta, la pioggia è
cessata, anche se il vento freddo ha consigliato di rimanere coperto.
Passaggio alla mezza in circa 2h 40'. Il tempo (cronometrico) ad ogni
giro aumentava, per cui la previsione finale di 6 ore si allontanava
sempre più. La mia fortuna è stata la presenza sul tracciato di
gara della Miss (Rossana). Potevo forse deluderla? Certo che no.
Quindi negli ultimi 5 giri ho aumentato il passo. Termino la gara in
5h 56' 55” … ma mi dimentico di fermare il cronometro. Beh, per
fortuna qui le premiazioni sono veloci; anche oggi sono arrivato
primo ed ho tutto il tempo di fermare il cronometro un paio di minuti
dopo. Quindi, per la
precisione, tempo finale: 5h 58' 55”!
Ciao siamo alle solite. Quel vizio non lo scordi mai. La maratona è dura è lunga 42.195 m. Io mi sono dimenticato cosa si prova tagliare il traguardo.Spiagalo a me'ciao a te e al tuo giudice Rossana.
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