lunedì 19 giugno 2017

Manca il ristoro, ma...

è giusto così!

Prima che qualcuno possa fraintendere o peggio male interpretare il titolo, spiego subito il perché. Oggi in programma una corsa non competitiva in Bergamo organizzata dall'AIDO, che oltre a far “muovere” la gente in sicurezza, guarda caso sulle strade che portano a Città Alta, vuole anche “promuovere” gli scopi della propria associazione, come si vede due bei propositi. Vista la giornata che si preannuncia particolarmente calda, cedo anche io oggi alla tentazione di partire con il fresco. Ecco che alle 7,15 sono già in piena attività lungo la strada che passando accanto allo stadio porta sulla ciclabile. Oggi il passo è particolarmente lento: quindici giorni sul Cammino Portoghese lasciano il segno, per cui sono molti più del solito gli atleti che mi superano. Nulla di strano, dunque. Il problema si pone al primo ristoro, o meglio dove dovrebbe essere il primo ristoro. Pochi metri prima di giungervi sentiamo un paio di concorrenti che si lamentano perché nulla è ancora pronto. A subire le lamentele sono tre gentili signore che balbettando assicurano che non è colpa loro, che gli addetti non hanno ancora portato i tavoli. Loro sarebbero pronte a fornire acqua e tè, ma … “Come? Io pago e non trovo il ristoro... non si fa così!”. “Giusto?”. “Eh, NO, non è giusto... che ci si lamenti!”. Infatti sono solo le otto e, leggendo con attenzione il regolamento, si può notare che la partenza è fissata alle ore 8.45, ma per i percorsi di 15 e 19 chilometri anticipata alle ore 8.00. Neanche Bolt sarebbe in grado di correre i chilometri che separano la partenza dal ristoro in un baleno, per cui chi parte prima è libero di farlo, ma si assuma anche il rischio di non trovare i ristori, anzi, se tutti gli organizzatori si comportassero allo stesso modo, non ci sarebbe più la “corsa” alla partenza anticipata, che se ha i suoi motivi in estate, quando le giornate sono calde, non ha nessun senso in inverno, quando si anticipa la partenza ancora con la luna in cielo.
La 27a edizione della “CamminAIDO da Bèrghem de Sòta a Bèrghem de Sura” già nel nome ha il programma: salite e discese a volontà. Unica pecora Nera presente, per cui corsa più solitaria del solito, ma questo mi ha permesso di impostare l'andatura come meglio credevo: partito piano ho avuto modo di rallentare in salita, ma soprattutto di fare le discese al piccolo trotto. Nonostante l'andatura fosse lenta anche in discesa, il problema al ginocchio si è ripresentato. Nulla di grave, ma non fa piacere a nessuno correre con dolori. E pensare che durante tutti i 430 chilometri del Cammino portoghese non ho sentito nessun dolore, pur trovando sul percorso sia salite impegnative che discese in alcuni tratti con fondo molto sconnesso. Mah, sarà che i pellegrini godono di una particolare protezione di San Giacomo!
Anche oggi la partecipazione non mi è sembrata numerosa; certo il caldo non invita a correre, ma una leggera brezza ha reso meno gravoso e faticoso correre lungo le strade di Bergamo Alta. Forse qui è merito di Sant'Alessandro, patrono di Bergamo.
L'organizzazione ha risposto pienamente alle aspettative degli atleti: percorso ben segnalato con cartelli direzionali, tutti gli incroci e gli attraversamenti pericolosi presidiati, ristori in punti strategici, ai quali si sono aggiunte le molte fontanelle sparse per Città Alta, per cui si è potuto correre al sicuro e … non patendo certamente la sete.
A fine giornata, contrariamente ai giorni scorsi dove a fine giornata avevo “spalle doloranti e gambe filanti”, domenica sera “le spalle erano leggere e le gambe particolarmente pesanti”.

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