Prima
che qualcuno possa fraintendere o peggio male interpretare il titolo,
spiego subito il perché. Oggi in programma una corsa non competitiva
in Bergamo organizzata dall'AIDO, che oltre a far “muovere”
la gente in sicurezza, guarda caso sulle strade che portano a Città
Alta, vuole anche “promuovere”
gli scopi della propria associazione,
come si vede due bei propositi. Vista la giornata che si preannuncia
particolarmente calda, cedo anche io oggi alla tentazione di partire
con il fresco. Ecco che alle 7,15 sono già in piena attività lungo
la strada che passando accanto allo stadio porta sulla ciclabile.
Oggi il passo è particolarmente lento: quindici giorni sul Cammino
Portoghese lasciano il segno, per cui sono molti più del solito gli
atleti che mi superano. Nulla di strano, dunque. Il problema si pone
al primo ristoro, o meglio dove dovrebbe essere il primo ristoro.
Pochi metri prima di giungervi sentiamo un paio di concorrenti che si
lamentano perché nulla è ancora pronto. A
subire le lamentele sono tre gentili signore che balbettando
assicurano che non è colpa loro, che gli addetti non hanno ancora
portato i tavoli. Loro sarebbero pronte a fornire acqua e tè,
ma … “Come?
Io
pago e non trovo il ristoro... non si fa così!”.
“Giusto?”.
“Eh,
NO, non è giusto... che ci si lamenti!”.
Infatti
sono solo le otto
e, leggendo con attenzione il regolamento, si può notare che la
partenza è fissata alle ore 8.45, ma per i percorsi di 15 e 19
chilometri anticipata alle ore 8.00. Neanche Bolt sarebbe in grado di
correre i chilometri che separano la partenza dal ristoro in un
baleno, per cui chi parte prima è libero di farlo, ma si assuma
anche il rischio di non trovare i ristori, anzi, se tutti gli
organizzatori si comportassero allo stesso modo, non ci sarebbe più
la “corsa” alla partenza anticipata, che se ha i suoi motivi in
estate, quando
le
giornate sono calde, non ha nessun senso in inverno, quando si
anticipa la partenza ancora con la luna in cielo.
La
27a
edizione della “CamminAIDO da
Bèrghem de Sòta a Bèrghem de Sura”
già
nel nome ha il programma: salite e discese a volontà. Unica pecora
Nera presente, per cui corsa più solitaria del solito, ma questo mi
ha permesso di impostare l'andatura come meglio credevo: partito
piano ho
avuto modo di rallentare in salita, ma soprattutto di fare le discese
al piccolo trotto. Nonostante l'andatura fosse lenta anche in
discesa, il problema al ginocchio si è ripresentato. Nulla
di grave, ma non fa piacere a nessuno correre con dolori. E pensare
che durante tutti i 430 chilometri del Cammino portoghese non ho
sentito nessun dolore, pur trovando sul percorso sia salite
impegnative che discese in alcuni tratti con
fondo molto sconnesso. Mah,
sarà che i pellegrini godono di una particolare protezione di San
Giacomo!
Anche
oggi la partecipazione non mi è sembrata numerosa; certo il caldo
non invita a correre, ma una leggera brezza ha reso meno gravoso e
faticoso correre lungo le strade di Bergamo Alta.
Forse
qui è merito di Sant'Alessandro, patrono di Bergamo.
L'organizzazione
ha risposto pienamente alle aspettative degli atleti: percorso ben
segnalato con cartelli direzionali, tutti gli incroci e gli
attraversamenti pericolosi presidiati, ristori in punti strategici,
ai quali si sono aggiunte le molte fontanelle sparse per Città
Alta, per cui si è potuto correre al sicuro e … non patendo
certamente la sete.
A
fine giornata, contrariamente ai giorni scorsi dove a fine giornata
avevo “spalle doloranti e gambe filanti”, domenica sera “le
spalle erano leggere e le gambe particolarmente pesanti”.
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