giovedì 22 dicembre 2016

Comunque vada, sarà un successo!

Domenica si è svolta a Bergamo l'undicesima edizione della non competitiva “Bergamo ha un cuore grande”, gara organizzata dall'Associazione Cure Palliative ONLUS, che ha saputo abbinare il lato sportivo della camminata alla divulgazione delle finalità proprie dell'organizzazione: assistenza domiciliare per i malati in fase avanzata e sostegno dell'Hospice di Borgo Palazzo (clicca qui per maggiori dettagli). Come sempre, nutrita la partecipazione dei podisti, non solo bergamaschi, che, nonostante la rigida temperatura (alla partenza il termometro segnava -3°), hanno voluto onorare più che la gara le finalità proposte dall'organizzazione.
Il percorso proponeva un tracciato che partendo da Bergamo Bassa aveva come punto più alto il colle di San Vigilio, con la parte finale sulla ciclabile della Green Way. Percorso tracciato dal buon Mao, che non conosce la parola “pianura”. Ma questa volta sembra che il buon Mao abbia “toppato” (eh sì, qualche volta anche i migliori sbagliano!). Uhmm, cosa può aver sbagliato?
Segnaletica direzionale giusta e posizionata nei punti appropriati, attraversamenti stradali presidiati, ristori in numero adeguato e... con generi presenti, distanza eh, eh, eh... non corretta, almeno questo sembra sul percorso lungo. All'arrivo infatti molti atleti si lamentavano che rispetto ai 17 chilometri dichiarati sul volantino la distanza effettiva fosse poco più di 15! Naturalmente io non posso confutare questa affermazione perché, come certo sapete, corro con il “polso libero” da cronometri e altri apparecchi. Evabbè, distanza più corta, più tempo per qualche chiacchiera in zona arrivo e, visto il periodo natalizio, si ha la possibilità di scambiarsi gli auguri in tutta tranquillità. Pensandoci bene, forse Dario..., il Mao, ha fatto tutto di proposito, insomma distanza più corta a … fin di bene. Approfitto pure io per fare a tutti i lettori del blog i miei più cari auguri di Buone feste!
"Leo Sorridens"
&
"Ovis Nigrus"

Che c'azzecca il titolo....” direbbe il buon Di Pietro. Nella fretta di farvi gli auguri dimenticavo di terminare il post.
Mancavano forse un paio di chilometri all'arrivo quando vengo raggiunto da “Leo”, che come sempre saluta in modo caloroso... e, vista la fredda giornata, ciò viene apprezzato più del solito! Correremo assieme fino all'arrivo “... così faccio defaticamento...” sono le parole di Leo. Ok, il mio correre piano alla fine serve a qualcuno! Beh, vorrei spendere un paio di parole pure io sul mio compagno, seppur per pochi chilometri, della corsa di domenica. Tutte le volte che lo incontro ha sempre un sorriso stampato sul volto! Per lui tutte le corse “... comunque siano andate, sono un successo...”. Il suo sorriso illumina i finali di gara e molte volte sono di sostegno morale ad atleti affaticati. Cosa c'è di meglio che vedere un volto amico che ti sorride dopo la fatica di una maratona? Come d'incanto tutti i tuoi dolori spariscono e si è contagiati dal suo buon umore. Dopo l'”Ovis nigrus” e la “Iena ridens”, ecco una nuova specie: il “Leo sorridens”, nuova specie scoperta dalle parti di Treviglio. Come tutte le nuove specie, poco si conosce delle sue abitudini. Una però è nota: la stranezza. Eh sì, infatti è strano il modo in cui il “Leo sorridens” affronta le maratone. Alcuni esempi. Maratona di Milano di qualche anno fa. Prima della partenza della gara Leo corre per 6 chilometri. “Oggi faccio un lungo” è la sua affermazione... ma in gara si fermerà al 36° chilometro! Beh, più che un lungo mi è sembrato un... corto! Non sarebbe stato meglio partire dalla... partenza ed arrivare all'arrivo? Se la matematica non è un'opinione: 36 + 6 = 42, distanza della maratona… ma sopratutto gara finita! Maratona di Piacenza, l'anno successivo. Incontro Leo al 40° chilometro e lo supero (in questo caso la Pecora è più veloce del Leone), ma quando taglio il traguardo vedo Leo sorridente e con la medaglia al collo! Uhmmm, molto strano, non mi ha superato, come è possibile? Semplice: si è ritirato subito dopo essere stato superato ed ha raggiunto il traguardo a piedi facendo più di un chilometro! Motivo del ritiro? “Non riuscivo a stare nel tempo delle quattro ore!”. Non era forse meglio fare i due chilometri in compagnia della pecora, seppure nera, e tagliare assieme il traguardo: Pecora e Leone “zampa nella zampa”?
Errori di gioventù!
Scherzi a parte, correre in compagnia del “L”, ma soprattutto avere la sua amicizia, è per me un motivo di orgoglio, ricordando che la gara “... comunque vada, sarà un successo!”.
 
Bergamo in una fredda mattina di dicembre...
 

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