martedì 22 novembre 2016

Quattro salti indietro nel tempo

Potrà sembrare strano ma domenica scorsa ho corso una “prima” in provincia di Bergamo. Si tratta della non competitiva organizzata dagli Alpini e dall'AVIS AIDO di Levate e denominata “Quater sallc coi rane”. Non che fosse una prima edizione - se non erro la manifestazione è giunta alla sesta edizione - ma per vari motivi mi era sempre sfuggita. Notizia di poco conto per trovare l'ispirazione per un post, come anche poco interesse destava il percorso quasi tutto su asfalto (molto gradito però, trattandosi di una giornata piovosa), immerso nella campagna appena fuori Bergamo, sfiorando la zona industriale di Dalmine. Campagna ora sfigurata da enormi cicatrici che sono le varie nuove strade, superstrade ed autostrade. Sarà forse la modernità che avanza, ma si può notare che molte strade sono doppioni e fanno sì che le vecchie strade siano abbandonate a se stesse... uhmmm, forse anche le nuove... Unica gradita sorpresa è stato l'attraversamento del parco di Villa Zanchi, che ebbe notorietà alla fine degli anni 40 perché fu set cinematografico per un film con Amedeo Nazzari.
Potrei accennare alla sorpresa che Ferdinando ci ha fatto quando è spuntato dalla leggera nebbia al primo chilometro correndo in senso contrario: arrivava da casa sua ed ha poi fatto con noi tutto il percorso, lasciandoci verso la fine per ritornare a casa. Niente male per uno che è infortunato! Alla fine ha fatto pure qualche chilometro più di noi “sani”.
Ripeto, troppo poco per scrivere il post, infatti qui potrei chiuderlo. L'ispirazione per il post mi è venuta a fine corsa, quando sulla via del ritorno siamo passati davanti alla scuola elementare. Qui, agli inizi degli anni 70 Rossana, allora giovane maestra, iniziava la sua lunga strada nel mondo dell'insegnamento. Ricorda ancora oggi l'esperienza di quegli anni: esperienza molto positiva. La scuola era un ambiente “vivo” e perfettamente integrato nel tessuto del paese. Bastano pochi esempi: servivano dei bulbi o delle piantine per le piccole aiuole preparate dagli alunni nel giardino della scuola? Bastava recarsi dal fiorista locale per averlo. Per il pagamento? Nessun problema: l'amministrazione comunale avrebbe provveduto al più presto. Serviva un aiuto per ciclostilare un giornalino di classe? Il vigile del paese veniva prontamente a scuola per aiutare gli insegnanti. Per non parlare della disponibilità degli abitanti a collaborare con le iniziative scolastiche: i “giochi della gioventù”, al campo sportivo, coinvolgevano buona parte del paese; i proprietari delle cascine dei dintorni accoglievano con cordialità e disponibilità le classi che si recavano a vedere e a chiedere informazioni sui loro animali. E questo molti anni prima che prendessero piede le moderne “fattorie didattiche. Certo, piccoli esempi, ma che danno e hanno un senso: la scuola era vissuta come il mezzo offerto ai propri figli per potersi emancipare. Gli stessi alunni erano motivati ed incentivati a fare bene. In un ambiente così potevano forse le maestre essere da meno? Certo che no! Allora la “buona scuola” non era uno slogan, era la normalità!

Anno scolastico 1973/1974 Classe 1a B - Levate
Chissà se qualche ex-alunno della maestra Rossana, ritratto nella foto, domenica era lungo il percorso...

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