domenica 9 agosto 2015

Due maratone, due bicchieri!

Da ogni cosa si possono estrarre dati che possono diventare record, magari un po' strani e del tutto inutili (ai “grandi” fini statistici), ma pur sempre piccoli record, certo non degni di essere menzionati nel “Libro dei Guinnes”, ma semplici curiosità . C'è chi corre la maratona palleggiando con una palla da basket, chi la corre all'indietro, chi con un uovo sul cucchiaio e via discorrendo. Ho corso- forse corso è una parola un po' grossa, visti i tempi- due delle “10 marathons in 10 days” sul lago d'Orta, ottenendo un piccolo record: ho utilizzato per tutti i ristori un solo bicchiere per gara! Maratoneta lento, ma ecologico. Il vantaggio di questa “tattica” è stato duplice: ridurre al minino i materiali plastici da smaltire ed avere sempre a portata di mano un bicchiere da utilizzare presso le numerose fontanelle situate lungo il percorso.



Devo dire che quest'anno i partecipanti non hanno lasciato traccia del loro passaggio lungo le strade: nessun bicchierino e nessun rifiuto lungo il percorso (ricordo che lo scorso anno Gino Paolo si trasformava in “operatore ecologico aggiunto”, raccogliendo quanto altri abbandonavano lungo le strade), nessuna spugna abbandonata... ooopps, di questo parlerò più avanti. Anni fa ricordo che la “Ferrara Marathon”, allora guidata da Nicola Stella, ricevette una menzione per l'aspetto “ecologico” dato alla gara: ridurre al minimo i consumi di materiale, riciclare al massimo quelli usati e lasciare l'ambiente attraversato dalla gara intatto. Ecco, anche questo è un record, record che sarebbe bello fosse perseguito in tutte le gare. Ritorniamo alle spugne. Ieri non ve ne era traccia lungo il percorso, in quanto... non vi erano gli spugnaggi. “Segnava 37° C il termometro pubblico di Pella posto al 7° km, in questa ottava maratona consecutiva, rendendo diafani corpi già disidratati”. Ecco come inizia il resoconto della gara pubblicato sul sito del Club Supermarathon Italia (vedi). Con queste temperature non vi erano spugnaggi lungo il percorso. Il regolamento prevedeva la consegna ai concorrenti di una spugna da utilizzare per tutta la gara (ho già scritto post in questo blog sull'assoluta inadeguatezza di questa soluzione per motivi igienici e non la ripeto ora -vedi-), ma nemmeno questa soluzione è stata adottata. Anche se ci fosse stata consegnata la spugna, mancavano le bacinelle con acqua corrente. In altro post, sempre dal sito Club Supermarathon Italia, si contestava l'inflessibilità dei giudici per l'esclusione dalla classifica di un concorrente giunto fuori tempo massimo (“...stato dichiarato F.T.M. da giudici inflessibili” -vedi-).
Ma come, inflessibili?. È chiaro che se uno impiega per terminare la gara un tempo maggiore di quello stabilito dal regolamento non può essere ammesso alla classifica. Ieri, a mio parere, i giudici, se da un lato hanno avuto un comportamento più che tollerante... intelligente, tollerando (scusate la ripetizione) concorrenti a torso nudo e con cuffiette (situazioni che gare FIDAL non ammettono... più a parole che nei fatti), si sono dimostrati latitanti riguardo all'assenza degli spugnaggi. In ogni caso da ora in avanti ci siamo “tagliati” (come Club) la possibilità di segnalare questa mancanza in altre gare!
Un breve cenno ora alla gare delle Pecore Nere. Ieri il gregge schierato alla partenza si è ridotto di un terzo, ma in ogni caso la terza pecorella ha voluto essere presente alla trasferta. Come il primo giorno, gara di mezza classifica, anche se con tempi decisamente superiori, complice il grande caldo, ma tutto sommato gara conclusa senza particolari problemi.
Da ultimo un grande augurio ai concorrenti che stanno correndo tutte le gare (ad oggi sono 25), ma soprattutto a Gino Paolo, che, oltre a condividere il caldo e i 42 chilometri su di un tracciato tutt'altro che piatto con i partecipanti, al mattino fa da “fotografo”, mentre alla sera fa da “capoclasse”, portando a spasso nelle zone attraversate dalla maratona gli alunni... pardon i maratoneti, che sono sicuro non faranno dannare il buon Paolo, vista non tanto la stanchezza, (?) ma la prospettiva di dover correre il giorno dopo.
Concludo dicendo: “Correre qui una gara è poco, ma due sono troppe”, frase dettata dalla dalla vecchiaia o dalla saggezza che, a volte, la vecchiaia porta con sé.
Lascio a voi la risposta!

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