venerdì 10 luglio 2015

Le chiocciole si avviano lentamente verso il loro destino

13 giugno 2011, 6 luglio 2015, due date di arrivo, una sola meta: Santiago di Compostela! Meta raggiunta dopo un cammino di centinaia di chilometri a piedi. Diverse le vie o meglio i cammini o, per dirla alla spagnola, “camini” (con una sola “m”), stessa pellegrina compagna di viaggio, Rossana, soliti problemi del camminare a piedi per un percorso così lungo. Tutto uguale dunque? Certamente no. Sono aumentati gli anni (e credetemi, raggiunta una certa età gli anni in più si sentono), ma è pure aumentata la nostra esperienza “pellegrina” e per questo abbiamo scelto di raggiungere Santiago di Compostela per la “Via della Costa”, percorso di pellegrinaggio, forse più conosciuto come ilCamino del Norte”. Più lungo il tracciato del classico “Camino Francès”, anche se meno frequentato e quindi più “rustico” e meno “turistico”. La differenza sostanziale tra i due cammini sta nel fatto che non essendoci molti pellegrini che percorrono la via del Nord, almeno nel primo tratto, qui si mantengono abitudini ed orari spagnoli: colazione alle 10 del mattino e cena, se va bene, alle 20 di sera, orari di certo non adeguati ad un pellegrinaggio … “moderno” a piedi.


Infatti una delle cinque regole del pellegrino medioevale era di fare il pellegrinaggio in condizione di “semi digiuno”, cioè mangiando una sola volta al giorno, per cui il problema degli orari è un falso problema. 
Sebbene il primo tratto del cammino sia lungo la costa, i tratti in piano, soprattutto nelle prime giornate, sono un miraggio. Altezze non certo da alta montagna - l'altezza maggiore raggiunta è di circa 500 metri - quello che rende duro il camminare sono le pendenze delle salite, pendenze che sarebbero un ottimo allenamento per i nostri skyrunner. La durezza delle pendenze è mitigata dalla vista di panorami stupendi che si aprono ai nostri occhi, appena raggiunta la sommità o “girato l'angolo”. Un occhio al panorama... senza dimenticare di cercare le conchiglie (o le frecce gialle) che segnano il percorso. Indicazioni non certo numerose, ma sufficienti (con un po' di attenzione) per non perdere la via. Le maggiori difficoltà le abbiamo trovate nel seguire il cammino nelle città attraversate.
Un mese per percorre tutto il cammino, beh, 32 giorni per la precisione, e devo dire che siamo stati fortunati: solo una giornata di pioggia. La vicinanza dell'oceano ha tenuto le temperature ad un livello accettabile e, mentre nelle regioni centrali della Spagna si raggiungevano temperature superiori ai 40° gradi, nelle regioni settentrionali da noi attraversate (Paesi Baschi, Cantabria, Asturie e Galizia) la temperatura massima raggiungeva “appena” i 25 gradi. Nessun problema particolare nell'affrontare le tappe e, memori dell'insegnamento di Pepe, un ospitalero ottantenne, incontrato nel precedente cammino, abbiamo tenuto fede al suo motto:“Camminare da vecchi all'inizio, per camminare da giovani alla fine”. Così abbiamo fatto: nessuna fretta nel camminare, nessuna distanza impossibile da affrontare giornalmente e soprattutto un aiuto reciproco nei momenti di difficoltà (pochi, per la verità).
Passo dopo passo, giorno dopo giorno... rieccoci di nuovo, io e Rossana, davanti alla Cattedrale di Santiago: stesse emozioni e stessa gioia di quattro anni fa.

Alla prossima!

Un momento, un momento, ma cosa c'entrano le chiocciole? Avete ragione, spiego.
Nelle prime ore del cammino quando la rugiada rende umidi i sentieri ci sono molte chiocciole che lo attraversano. La volta precedente mi chinavo e le spostavo ai bordi del sentiero per evitare che fossero schiacciate da pellegrini distratti; ora la schiena non mi permette più questo gesto generoso alla San Francesco... per cui le chiocciole sono lasciate al loro destino, che spero sia fortunato!

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