domenica 25 aprile 2021

25 aprile: Bella ciao

Anche quest'anno il “malo male” ha impedito a me e Rossana di effettuare una “passeggiata-ricordo” su sentieri o verso luoghi che ricordano la lotta di Liberazione. In alcuni anni abbiamo percorso itinerari noti a quasi tutti; in altri ci siamo recati su luoghi che videro il sacrificio di pochi (e dimenticati) partigiani. Lo scorso anno le norme ci impedirono di uscire dai confini del nostro giardino, ma furono molti i compagni di corsa che condivisero il ricordo, in occasione della festa del 25 aprile. Quest'anno, pur con le dovute precauzioni, c'è stata la “liberazione” della corsa, quindi ho potuto evadere dal mio giardino. Bene. Distanza che non rispecchia il mio nickname, quindi niente maratona e nemmeno mezza, ma … 25 chilometri, beh, in linea con il 25 aprile. Come al solito, il “cuore” del percorso sarà l'anello del Parco Callioni (10 giri, circa 20,5 km), ma, per rendere adeguata alla circostanza la mia “fatica”, la partenza sarà da via XXV aprile e l'arrivo in via Partigiani.
Beh, forse sono più di 25 chilometri, ma oggi la corsa sarà solo il pretesto per ricordare. Ricordare sì il 25 aprile, festa della Liberazione, ma anche chi l'ha resa possibile. In questo caso voglio ricordare le “donne della liberazione”. Già nel post dello scorso anno ricordai Tina Anselmi e Nilde Iotti, forse le più conosciute, prese ad esempio di tutte le donne impegnate nella lotta di Liberazione. Il pettorale di gara riporta una foto che rappresenta delle donne in armi, forse una delle poche che non fa certo giustizia del loro impegno. In alcuni casi ci furono donne che assunsero il comando di gruppi di partigiani ed il comando di centinaia di uomini. Non che il ruolo di staffetta, a cui associamo il ruolo delle donne nella lotta di Liberazione, fosse secondario, anzi. Il ruolo imponeva molte volte di essere a stretto contatto sia con le forze di occupazione tedesca sia con i fascisti: un contatto “viso a viso”, con tutto il rischio che comportava tale situazione.

Bella ciao” riporta il mio pettorale.

Bella ciao” è diventata la canzone simbolo della lotta partigiana.

Bella ciao” è il saluto con cui il marito si accomiatava dalla moglie, che stava uscendo di casa per consegnare, nel ruolo di staffetta, ordini, medicinali, viveri … e che forse non vedrà tornare la sera.

Bella ciao” è il saluto con cui i genitori salutavano la figlia, vedendola allontanarsi con uno zaino sulle spalle per raggiungere le montagne, dove c'erano i compagni in armi.

Bella ciaoӏ la frase sussurrata dal caposquadra Tito, in una nebbiosa mattinata dell'autunno 1944, prima di lasciare il rifugio e riprendere la macchia sulle colline delle Langhe, rivolta a Iolanda, una ragazza che l'aveva nascosto.

Bella ciao” è la frase urlata, il 25 aprile 1945, dal caposquadra Tito a Iolanda. Ritornato sui suoi passi da uomo libero, per ritrovare la ragazza che gli aveva incatenato il cuore!


Liliana Cavani ha raccolto molte testimonianza di donne che a vario titolo hanno dato un contributo affinché l'Italia potesse “risorgere”.

(https://youtu.be/j7p7v504j6M)

Ciao, Bella” è il mio saluto alla “rossa” (in tutti sensi) Milva, scomparsa il giorno prima del 76° anniversario della Liberazione”; “... che la terra ti sia leggera!


(https://youtu.be/ahbiQxlvKHs)


In ricordo del Caposquadra “Tito”,
IX Divisione d'Assalto Garibaldi “A. Imerio”
78a brigata “Devic”
Distaccamento “Mocco”

… mio padre!


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1 commento:

  1. Trovi sempre un motivo x macinare km. Ciao 🏃‍♂️🏃‍♂️🏃‍♂️

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