martedì 11 maggio 2021

Mezzo vaccino … mezza maratona

Il nostro giorno è giunto! 

No, non ancora quello del giudizio finale, per quello spero passi ancora molto tempo. Il giorno a cui faccio riferimento è quello della vaccinazione “anti malo male”. Credo sia doveroso un piccolo accenno sulla mia esperienza relativa alle operazioni vaccinali. Se devo essere sincero, nutrivo molte perplessità, non tanto sul dovere (sì, io ritengo che sia un dovere ed anche un privilegio vaccinarsi), quanto sulle modalità della sua esecuzione. Avevo ancora negli occhi le file (disordinate, senza nessun distanziamento) delle persone in attesa della inoculazione della dose di vaccino, viste alla televisione, situazione resa ancora più precaria dalla pioggia e dalla fragilità dei pazienti (allora si trattava di ultraottantenni). Ricordo il disagio degli abitanti del mio Comune costretti prima a combattere per ottenere l'appuntamento, poi a sobbarcarsi decine di chilometri per ricevere la dose.

Beh, devo dire che nulla di tutto questo si è verificato, nel mio caso. Appuntamento preso senza particolari difficoltà (se devo essere sincero, le operazioni “burocratiche e telematiche” le ha eseguite mia figlia Lisa!). Perfetta la gestione degli accessi alla struttura vaccinale. Nessuna “Primula”, ma la struttura del Centro Sportivo Universitario. Parcheggi ben segnalati e sufficienti; personale volontario (Croce Rossa ed Alpini) gentile ed attento; medici ed infermieri pronti a rispondere ad eventuali domande o dubbi. A questo aggiungiamo che anche un accesso più massiccio sarebbe stato supportato senza problemi: sedie (distanziate ed in gran numero), in spazi all'aperto, ma al coperto, prima dell'accettazione ed in spazi chiusi dopo l'accettazione. Posso quindi affermare che tutto è stato organizzato nel migliore dei modi.

Una piccola nota di cronaca, tanto per rimanere in tema … “corse”. Lo spazio dove sono state posizionate le postazioni vaccinali è lo stesso dove gli altri anni si svolgevano le operazioni relative alla “Mezza Maratona sul Brembo”: custodia borse, consegna pettorali prima della gara, premiazioni poi. Per una singolare coincidenza, sapete che numero aveva il box per la “mia” vaccinazione? Beh, sono sicuro che avete indovinato: il 42, il “mio” numero!

Tutto questo avveniva il venerdì. Domenica in programma la solita corsa, in solitaria, nel solito posto: la pista ciclabile del Parco Callioni. Fin qui le certezze; il dubbio era relativo alla distanza.

A risolvere il mio dubbio ci ha pensato il mio “personal trainer” (eh, sì, pure io ho l'allenatore personale!). È giovane, ma di sicuro ha un avvenire nel campo. La distanza l'avrebbe decisa sul momento, osservando attentamente la corsa “dal vivo”. Eccolo quindi percorrere al mio fianco un paio di chilometri in bicicletta, proprio come faceva Carlo Vittori seguendo Pietro Mennea (non voglio mancare di rispetto a nessuno e non intendo certo paragonarmi a Pietro, ma perché precludere, fin da ora, al mio allenatore un futuro in campo atletico? Certo, se lui lo vorrà), per poi trarre le conclusioni. Durante il giro di “osservazione” non sono certo mancati i suoi suggerimenti ed incitamenti: “Dai, nonno, corri” … “Vado bene così?” ...”Facciamo una gara fino alla curva”. Terminato il giro, ecco le sue conclusioni: “Allora, nonno, devi correre sempre, allungare un po' il passo e soprattutto … comprami un pacchetto di patatine!”.

"Devi fare il passo più lungo"
"...  e andatura regolare ..."
"Hai capito, nonno?"
"Ok, proviamo assieme"

Detto questo, abbiamo fatto un tratto di strada assieme per verificare che tutti i suoi suggerimenti fossero capiti e messi in pratica.
Faccio un giro in solitaria e, quanto transito nuovamente nella postazione del mio allenatore, sento le sue parole: “Per oggi, nonno, basta mezza maratona, riposati!”, mentre raggiunge i genitori mangiando patatine.
Mentre si allontana, mi chiedo se anche la prima ricompensa come allenatore di Carlo (Vittori) sia stata un pacchetto di patatine.

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