venerdì 14 maggio 2021

La “Maratona del dubbio”

Lo scorso anno, in piena prima fase della pandemia, scrissi un post per stigmatizzare il significato della parola “buffone”, con la quale molti indicavano chi, pur di continuare a correre rispettando le strette norme anticovid, lo faceva in spazi ristretti: cortili, giardini e tanti pure in casa. Il dubbio era se dovessi essere considerato un buffone oppure no. Certo, per alcuni potevo sembrare tale, ma era proprio così offensivo? Beh, alla luce dei fatti forse non proprio. Non erano forse i buffoni che tra uno scherzo ed un lazzo prendevano in giro i regnanti dicendo, con arguti giri di parole, verità da tutti conosciute e da tutti taciute? Il loro status di buffone consentiva loro una specie di amnistia da parte del regnante. Esempi di eccezionali buffoni possono essere considerati San Francesco, il Giullare di Dio, ed in tempi più recenti Dario Fo, un buffone premio Nobel. Corsi, vestito quasi come un buffone medievale, la “Mezza del dubbio”, naturalmente in un ambiente, secondo molti, buffonesco: il giardino di casa mia. 
Ora il dubbio non è un dubbio che ho personalmente, ma è un dubbio che altri possono avere leggendo il mio blog, che sintetizzo così: “
Ma saranno vere le cronache della maratone che sono descritte sul blog, ma soprattutto sarà vero che corre tutti i 42 chilometri?”. Dubbio altrui, certezza mia: ho l'argomento sia per il motivo ed il nome della maratona, sia per l'argomento del post relativo. Correrò la “Maratona del Dubbio”.

A cosa è dovuta l'origine, ma soprattutto da chi viene questo dubbio? All'inizio del mese stavo misurando con un amico un tratto di strada, per “costruire” una mia personale maratona. Nei pressi di Treviolo, transita la “Mezza maratona sul Brembo”, gara organizzata dai Runners Bergamo e certificata FIDAL. Ho visto che è possibile utilizzare quattro chilometri “certificati”; restava solo da misurare il tratto di strada che unisce l'ottavo chilometro al quarto per ottenere un anello … quasi certificato FIDAL. Ebbene, durante questa fase, l'amico ha sollevato il dubbio: “Ma chi mi dice che farai tutta la maratona? Come fai a dimostrare la distanza percorsa? Se scrivi un post, poi DEVI dimostrare che quanto hai scritto risponde a verità...”. Beh, in effetti io non uso nessuno smartwatch, corro solo su percorsi misurati e certificati e come contagiri uso foglie di lauro che “raccolgo” ad ogni giro; dopo cinque giri, pardon foglie, mi fermo per il ristoro. Raccolta la ventesima foglia e completato il giro mi manca una manciata di metri per completare la fatidica distanza della maratona. Ecco 42195 metri fatti, maratona terminata!

Come si vede, sono metodi artigianali; non possiedo (e non voglio possedere) uno smartwatch che certifichi in modo “assoluto” la mia gara”. Uhmmm, siamo sicuri poi che sia più corretta la misurazione con un mezzo elettronico, rispetto al mio metodo primitivo? Chi può garantire che non sia stato messo sul polso di un'altra persona? Siamo sicuri che non si possa manomettere?Con questa ultima mia considerazione posso affermare che certe distanze “certificate” sono del tutto inattendibili. Vi invito a leggere “Morgan nuova promessa dell'ultramaratona bergamasca” (vedi) e “La corsa virtuale esiste!” (vedi). Lascio a voi le conclusioni. Per inciso, ho scritto pure ai gestori e sviluppatori della applicazioni “Moovin”, senza ottenere alcuna risposta. Siamo sicuri che sia sempre accurata e giusta la distanza rilevata? Posso citare un fatto che non solo dimostra che ci possono essere differenze, ma soprattutto che la “ragione” esposta da alcuni atleti (?) ha dell'incredibile. 12 ore di Curno di qualche anno fa: ho assistito alla discussione di un partecipante con l'addetto del servizio rilevazione tempi e con gli organizzatori. Il motivo era, secondo lui, il non conteggio di un giro. Risultavano, all'organizzazione, 30 giri e quindi 12.000 metri percorsi, mentre lui sosteneva di aver percorso circa 12.500 metri e quindi 31 giri. L'addetto al servizio di rilevazione ha controllato i tempi di passaggio che corrispondevano a quanto segnalato dal concorrente, ed erano congruenti tra di loro, e quindi ha escluso la non segnalazione di un passaggio. Alla fine il concorrente si è allontanato arrabbiato e convinto che gli fosse stato rubato un giro. Certo, questo è un esempio di parte, fatto da uno che conta i giri con le foglie, avete ragione. Segnalo l'articolo di Giorgio Rondelli, pubblicato sulla Gazzetta dello Soprt – leggi l'articolo -.

Queste sono alcune delle riflessioni sui dubbi che possono venire a chi legge il mio blog. Posso in ogni caso dimostrare con assoluta certezze la distanza percorsa, il tempo impiegato, le soste fatte ed i passi totali. Come? Beh, in questo caso anche io devo ricorrere alla tecnologia. Sono in pochi a sapere (forse sono io l'unico) che vi è un satellite geostazionario (sigla “K42M195”) che è puntato sulle seguenti coordinate: Latitudine 45°40'28"56 N – Longitudine 09°36'46"80 e gradi decimali 45,6746; 9,613 Locator (WWL) JN45TQ. Era stato programmato per controllare il poligono missilistico di Musudan-ri: situato alle coordinate 40°51′N, 129°40′E, ma, per un errore, sono state date coordinate errate, in quanto hanno eseguito i calcoli in metri invece che in yard. Io ne ho avuto notizia ed ho scoperto che posso avere i dati dei miei passaggi. Chi gestisce le procedure di rilascio però vuole essere sicuro di non rilasciare dati a persone non autorizzate e quindi per essere sicuro vuole che le sia fornita una prova, che in realtà è molto semplice, anche se lunga. Vuole sapere l'esatto numero di foglie di lauro prima e dopo la gara, quindi se non credete che abbia corso la maratona e volete prove certe e provate, inviatemi i dati ed io farò richiesta formale. Per favorire il conteggio, segnalo che prendo foglie solo dal lato destro.

Termino il post, un po' più lungo del solito, di certo credo che sia il più strampalato di tutti quelli scritti. Mi ha tenuto la mente impegnata per quasi tutti i venti giri della pista ciclopedonale e mi sono pure divertito a scriverlo.

Un dubbio mi sorge solo ora, alla fine del post: “Ma a qualcuno interessa veramente se io corro una maratona intera?”.

Ho una certezza: io la corro. La certificazione mi viene data dalla … mia schiena!

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