martedì 23 aprile 2024

Quattro tasselli e un calzascarpe

24a edizione della Padova Marathon: 24 presenze; per essere precisi, ventiquattro presenze alla maratona che si disputa con arrivo a Prato delle Valle, a Padova, unico punto fisso in tutte le edizioni, in quanto negli anni ha cambiato varie denominazioni (vedi la storia). Essere stato sempre presente ha i suoi vantaggi; il principale è aver ricevuto la qualifica di “senatore”, con il relativo vitalizio, che in questo caso è la gratuità della quota di iscrizione, ma ha anche lo svantaggio di non trovare più argomenti da scrivere, senza il rischio di doversi ripetere. Non mi dilungo quindi a ripetere che aver stabilito il punto di partenza della gara presso lo stadio Euganeo ha tutti i vantaggi che i maratoneti, soprattutto quelli che devono raggiungere la partenza il giorno della gara, ritengono opportuno: facilità per raggiungerlo, essendo vicino all'uscita autostradale ed un ampio parcheggio gratuito.
Beh, qualche piccolo problema per il ritiro del pettorale c'è stato, in quanto la postazione era un po' esigua (come spazio); il tutto superato però senza particolari problemi, perché il tempo di attesa è servito per salutare vecchi amici. La presenza degli alpini alla partenza è un buon segnale; infatti, non potendo servire un bicchiere di vino, offrono in alternativa un bicchiere di tè caldo, particolarmente apprezzato nella giornata di domenica. Partenza regolare e puntuale. Come sempre, tutte le strade attraversate dalla maratona sono state chiuse al traffico e presidiate, non solo da volontari ma anche da Vigli Urbani, il che ha reso meno riottosi i pochi automobilisti che … proprio nella giornata di domenica dovevano recarsi all'ospedale per trovare un parente ammalato! Come mi capita ormai da diverso tempo, se si escludono i primi chilometri corsi in compagnia di Alfio, tutto il resto è stata una corsa … solitaria. Per fortuna, almeno nella prima metà, la monotonia è stata spesso interrotta da vari gruppi di persone, aderenti ad associazioni del territorio, che nei paesi facevano il tifo anche per gli atleti un po' più lenti. Ristori ben forniti e con acqua e tè, quasi sempre nelle bottigliette, in quanto “... per via del Covid, non si possono utilizzare bicchieri”. Beh, in qualche punto di ristoro vi era anche la possibilità di ricevere “sottobanco” un buon bicchiere di vino. Naturalmente io l'ho rifiutato; no, non per via del Covid, ma perché sono astemio. In compenso sono sicuro che Angelo (quello che corre mascherato da capo indiano), dopo aver bevuto una fresca birra a metà maratona, avrà accettato di buon grado l'offerta. La temperatura si è abbassata ed un vento, quasi freddo, ha reso, almeno per me, meno faticosa la corsa. Questa situazione ha di fatto reso meno importante l'assenza dei punti di spugnaggio. Anche in questo caso, come a Milano, non riesco a capire il senso delle regole imposte dalla FIDAL, regole in questo caso ignorate. Evabbè. 

Quella della mancanza degli spugnaggi non è la sola caratteristica che rimanda alla maratona di Milano. Anche qui gli ultimi chilometri si corrono su strade “medioevali”, nel senso che sono strade con acciottolati e pietre, che sicuramente rendono piacevole sia la vista che il camminare dei moti turisti, ma mette a dura prova per la coordinazione nella corsa dei primi e … per il mal di schiena dei poveri vecchietti come me. In questo caso però, vista l'esperienza, avevo messo in conto il problema, per cui mi è bastato rallentare (uhhmmm … diciamo mettere più attenzione) ed il problema si è risolto. Terza assonanza: il problema della maglietta. Al ritiro del pacco gara ecco la consueta domanda: “Che taglia vuole per la maglietta?”, “XL” … A questo punto indovinate la risposta, come in un buon giallo, ma con finale scontato: “Abbiamo solo M e S”. Anche stavolta mi sento preso in giro, non per la mancanza della taglia della maglietta, ma per la domanda. Un piccolo suggerimento agli addetti alla consegna. Se avete solo alcune taglie, fate una domanda con risposta chiusa: “Vuole la taglia M o la S?”. Il risultato sarà lo stesso ma almeno non ci sente presi in giro. Suggerimento per chi organizza. Ad una maratona di Torino anni fa, si era presentato lo stesso problema, ma è stato brillantemente risolto offrendo magliette con la taglia giusta, ma senza serigrafie della manifestazione. Considerato che vi è sempre uno sponsor tecnico, questo è tecnicamente possibile, basta solo volerlo. Certo, in molti casi l'atleta vorrebbe avere la maglietta della manifestazione e questo non è assolutamente un problema; infatti basta chiedere il cambio e si trova subito chi accetta lo scambio. Come feci io tempo fa, insomma si tratta di “Prendere due atleti … con una maglietta”. Da ultimo segnalo come sia una buona prassi far pagare un paio di euro per accedere al pasta party finale. Quello che di solito è gratuito spesso viene deprezzato e … molte volte scartato. Anche quest'anno ho terminato la mia Maratona di Padova, senza particolari problemi ed ho pure trovato l'argomento per il post. Al prossimo anno, che sarà pure anno del Giubileo!



Ok, spiego pure il titolo del post. 

Nelle prime edizioni uno dei maggiori sponsor era una famosa ditta che produce materiale per il fissaggio, mentre nelle ultime edizioni è stata sostituita da una nota catena di negozi che vendono scarpe. 

I quattro tasselli ed il calzascarpe sono i gadget che caratterizzano queste sponsorizzazioni e che non possono mancare nel pacco gara!



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