venerdì 19 aprile 2024

Maratoneta a sei stelle!

Tra tutti i miei difetti di certo non rientra quello dell'invidia, anzi sono molto contento quando una persona a me vicina riesce a raggiungere un obiettivo che si era proposto o un determinato traguardo. Ho scoperto che questo stato ha pure un nome. Provare gioia e felicità per i successi di un’altra persona, anche quando non si è coinvolti direttamente, rientra nel fenomeno che gli psicologi sociali hanno denominato “freudenfreude”, capace di rendere più piacevoli e intime le relazioni e migliorare la qualità di vita delle persone. Felicità per la felicità altrui. Raggiungere un traguardo (o per essere più precisi sei traguardi) era l'obiettivo di un mio compagno di squadra, anche lui affetto dal mio stesso virus: la “maratonite”. Ma andiamo con ordine. Esiste un campionato mondiale di maratone che comprende quelle che qualcuno ha stabilito essere le sei maggiori maratone che si disputano al mondo.

Non entro nel merito, sia per quanto riguarda la scelta delle maratone sia per quanto riguarda le posizioni di vertice finali delle gare stesse. Per chi volesse approfondire più dettagliatamente l'argomento qui un link – vedi -. Esiste però un traguardo al quale anche atleti “comuni” possono aspirare: tagliare il traguardo delle sei maratone e più precisamente: Berlino, Boston, Chicago, Londra, New York e Tokyo. I traguardi possono essere raggiunti anche in più anni e, vista non solo la difficoltà delle trasferte ma anche i costi, mi sembra una cosa molto saggia. Alla fine del 2023 erano 12.772 gli atleti che avevano raggiunto questo agognato obiettivo. A questi ora si è aggiunto anche Claudio (Briguglio), atleta dei Runners Bergamo e, credo, anche primo atleta bergamasco.

Conosco Claudio da circa quattro lustri ed a fine anno era obbligatoria una mia “visita” presso il centro di Medicina Sportiva, dove Claudio operava come medico, per fare la “visita” necessaria per ottenere l'agognato foglio giallo dell'abilitazione all'attività sportiva. Un piccolo inciso: a nessuno piace spendere dei soldi, ma i soldi spesi per la visita credo che siano il miglior investimento per tutti gli atleti che vogliono fare, anche con i propri tempi, attività agonistica. Claudio era un medico scrupoloso, che prendeva il giusto tempo per valutare la situazione di ogni atleta. Famosa, per me, la frase: “Fausto, ora facciamo l'ultimo carico, 30 secondi ...”. Beh, forse in tutti questi anni il suo cronometro era guasto: i tempi si allungavano sempre. La visita si trasformava per me in un vero e proprio allenamento. Evabbè, alla fine uscivo dallo studio con il mal di gambe (non essendo abituato a pedalare), ma non solo con il foglio giallo, ma con la certezza che il mio stato fisico era in … buone condizioni. Prima dicevo “era medico di medicina sportiva”, ora è un felice pensionato e, per uno strana coincidenza, la mia visita è stata l'ultima che ha effettuato prima di prendersi il meritato riposo. Uhhhmm, forse è meglio dire “prima di non recarsi più al lavoro”; ora … corre e credo che si stanchi più di prima. 

Claudio è stato sempre trasparente e con un carattere aperto (nel mio archivio fotografico l'ho sempre trovato con il sorriso). Trovava sempre il modo di essere positivo anche nelle situazioni di potenziali crisi. Ecco cosa disse al giornalista dell'Eco di Bergamo, in merito alla sua partecipazione alla Maratona di New York (2015): «A New York le gambe vanno quasi da sole – dice Claudio Briguglio, portacolori dei Runners Bergamo - . Io al 30° chilometro sono entrato in crisi, da cui sono uscito grazie a un tifo da stadio a ogni angolo delle strade». Robe che i runner comuni non possono nemmeno immaginare. Con Claudio non ho corso molto; a mia memoria solo alcuni chilometri alla maratona di Milano. Di sicuro abbiamo corso assieme “mezza, mezza maratona sul Brembo”, quella in cui tutti i Runners Bergamo avrebbero dovuto correre in compagnia, ma ci trovammo “solitari e sperduti lungo le rive del Brembo” in cinque, ma almeno quella volta la compagnia non avrebbe potuto essere più qualificata: un medico, un massaggiatore e l'allora segretario dei RB. Che volere di più?

Con la maratona di Boston, dove ha conquistato la sesta e ultima stella, Claudio ha potuto mettersi al collo il “trofeo” delle Major Marathon. Ma ha fatto tutto da solo? Come spesso si dice: “Dietro un grande uomo si cela una grande donna”. In questo caso è confermata la regola. Silvana, la moglie, è stata sempre al suo fianco e sono sicuro che buona parte del suo successo sia dovuto alla sua presenza. È stata sulla linea del traguardo quasi sempre, ma qualche volta, non so se in una delle maratone menzionate, ha saputo mettersi al suo fianco negli ultimi chilometri ed accompagnarlo all'arrivo.

Nel fare i miei personali complimenti a Claudio, spero che in un futuro possa condividere con me, se non tutta la maratona, almeno qualche giro della “Maratona sul Brembo”, anche se fino a questo momento questa corsa non risulta avere i requisiti per aggiungere la stella delle Major Marathon. A questo proposito, mi viene in mente il motto: “Pensare in grande ed agire in piccolo”, cioè avere grandi obiettivi da raggiungere, ma farlo a piccoli passi. In questo caso saranno 2093 metri … 

Io ci spero!


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