martedì 1 giugno 2021

Un bergamasco, un bresciano ed una bresciana ...

Appena letto il titolo del post sento già le voci di molti di voi: “Ci risiamo, la solita e vecchia barzelletta dove due dei tre soggetti menzionati fanno la figura degli sciocchi ...”. No, non è così. Se in proporzione impiegassi il tempo in cui, letto il titolo, ne traete le conclusioni sull'argomento trattato, nel correre una maratona, sarei, se non sempre il vincitore, almeno sul podio. Chi frequenta il blog sa che sono un po' strano e che mi piace “mischiare le carte” e quindi dovrete aver la pazienza di leggere il post fino alla fine. Un attimo di pazienza, quindi. Domenica a Brescia si è corsa la Brescia Art Marathon. In tempi normali non sarebbe di certo una notizia, ma in questo periodo di ripartenza organizzare una gara in presenza è già una notizia. Ma la vera notizia è che questa è una gara vera, non certo un “surrogato” corso in “ambiente chiuso” (anche se … all'aperto), dove i partecipanti sono selezionati con vari criteri. Certo in questi mesi ho anche io apprezzato gli organizzatori che, con notevoli sacrifici, hanno organizzato quel tipo di gare, pur di mantenere vivo il movimento.
Il criterio per partecipare quasi sempre utilizzato era quello del tempo impiegato per concludere la gara, il che limitava di molto la partecipazione. Certo pure io nel mio piccolo ho organizzato gare con quella filosofia. Semplice il criterio, nel mio caso: avere il nikname (conosciuto, certificato e … approvato):“Sir Marathon”. Fino ad ora sono state sedici le maratone organizzate con questo criterio e, come tutte le gare vere, alla fine vi era la medaglia e pure l'ordine di arrivo. Lo so che faticherete a crederci, ma le ho vinte tutte io. Beh, non divaghiamo oltre. 
Dire che il 31 maggio a Brescia si è corsa la maratona è riduttivo. Infatti il Gruppo Bossoni, con il supporto tecnico dell'ASD Rosa Running Team, ha predisposto tre percorsi: la maratona, la mezza maratona e, per i più veloci, anche una 10 chilometri. Folta come sempre la partecipazione degli atleti del mio gruppo, i Runners Bergamo. Alla fine saranno 40 gli atleti che si sono messi al collo la medaglia (3 hanno corso la Fast Run di 10 km, 21 la Mezza maratona e 16 la Maratona). Ho incontrato alcuni di loro prima della partenza, o meglio delle partenze, infatti per le normative imposte dal COVID le partenze erano a … più ondate per gara. Ho rivisto Rosario, “il Predicatore”, che, dopo un lungo periodo di “digiuno” gare, si appresta ora ad una “bulimia” di gare; infatti il sabato precedente alla maratona ha corso in terra veronese l'Ultrabericus. “Ho le gambe un po' indolenzite, anche se ho fatto solo la distanza corta ...” queste le sue parole. Mario, “il Segretario”, che si è impegnato a ritirare e consegnare i pettorali di tutte le gare. “Una levataccia così non la facevo da tempo ...”. Ferdinando, Pecora Nera, che, dopo un rapido saluto, non ho più visto neppure per la classica foto. Luigi, “Zio Pier”: “Oggi non ce la faccio, mi fermo a metà ...”. Questa la sua affermazione prima della partenza; secondo di categoria, a fine gara. Una citazione a parte si merita Dario, “il Mao. Domenica ha corso la sua 150a e ultima maratona. Beh, questo è quello che lui afferma; vedremo in seguito se sarà come Pinocchio. Come i grandi campioni, lascia sulla cresta dell'onda. Esce (?) di scena vincitore, classificandosi primo nella sua categoria. Il mio rammarico è non poterlo fotografare sul podio; infatti le premiazioni delle categorie sono annullate per le già citate norme.

Eccomi schierato alla partenza. Naturalmente la mia è l'ultima ondata dei maratoneti. Il mio problema è terminare nel tempo massimo. Per questo ho un pacemaker personale: Sandro. Pronti … partenza … via! Mi sembra di sentire la voce di Tommaso, il mio nipotino, che mi obbliga a fare decine di gare nel giro di pochi minuti. Beh, oggi la gara sarà un po' più lunga del solito. Appena partito tutti i miei dubbi di colpo spariscono: sono partito, devo arrivare! Un chilometro di gara e sudo. Sì, mi stanno sudando gli occhi: sto passando accanto al cimitero di Monpiano, dove ha trovato pace il mio amico Beppe. La corsa continua in solitaria. Eh, sì, la mia lepre non si vede neppure all'orizzonte. Percorso ben segnalato, incroci presidiati da volontari, il che rende sicura la corsa. In vari attraversamenti i Vigili urbani fermano le rare automobili per consentire il passaggio del solitario maratoneta. Mi sento importante. Verso il 13o chilometro raggiungo Sandro. Ecco finalmente la diversità con le mie maratone in solitaria: posso chiacchierare! Senza rendercene conto i chilometri passano, non veloci, ma passano. Possibilità di avere acqua ogni paio di chilometri; solo nei ristori finali troveremo dei gel. Per dovere di cronaca, segnalo che anche alla MilanonCityMarathon in un ristoro avrebbero dovuto esserci, ma al mio passaggio … erano tutti spariti. Ho, in ogni caso, preferito utilizzare quelli che mi portavo da casa, non conoscendo gli effetti di quelli predisposti dall'organizzazione.

Correndo e chiacchierando gettiamo il seme per una “pazza idea”: Bergamo e Brescia sono state duramente colpite dal “malo male”, ma unite da molte iniziative di solidarietà. Ecco la nostra idea: una maratona, anzi due maratone che, partendo dal Papa Giovanni XXIII di Bergamo e dagli Spedali Civili di Brescia si incontrino a metà strada, guarda caso nel comune di Sandro. Certo pazza idea, ma ... “Le idee migliori non vengono dalla ragione, ma da una lucida, visionaria follia” (cit. Erasmo da Rotterdam).

Al 30o chilometro sosta … al bar, per bere una nota bibita gassata. Certo, le regole prevedono la squalifica per gli atleti che prendono ristori al di fuori degli spazi consentiti, ma, visto il tempo in più impiegato e quindi nessun vantaggio per noi, credo che non saremmo stati puniti. Passiamo in Piazza della Loggia. Sosta d'obbligo per una foto e per una preghiera in ricordo delle vittime dell'attentato. Ormai manca poco alla fine e la mia lepre … diventa tartaruga! Potrei abbandonarlo al suo destino, come lui fece con me anni addietro ( vedi ), ma io sono un buono e giungo ad un compromesso con promessa. Compromesso: corro gli ultimi chilometri. Promessa: tagliamo il traguardo assieme! Riesco a correre per gli ultimi chilometri. Ecco l'ultima curva prima del traguardo. Vedo la fine e guardo per la prima volta il cronometro. Spero solo che siano passate le cinque ore; in caso contrario manterrei di certo la promessa, ma … . Nessun problema, il cronometro segna qualche minuto dopo le cinque ore. Mi volto e, ritornando sui miei passi, vado incontro a Sandro, che raggiungo dopo poche centinaia di metri. Tagliamo assieme il traguardo. Un bergamasco ed un bresciano all'arrivo della maratona di Brescia, maratona della rinascita, maratona dell'amicizia. Promessa rispettata.



Tempo? Naturalmente un tempo palindromo: 5h 18' 15”!

Alla prossima...

No, no, non mi sono dimenticato il titolo. La bresciana è Loretta, che mi regala la seconda medaglia per l'amico Beppe!

E poi dicono che i bergamaschi ed i bresciani non si possono vedere! Lasciamo ad altri sport questi problemi.

Epilogo: “Un bergamasco, un bresciano ed una bresciana”, ovvero una storia di fatica, sudore ed amicizia!


1 commento:

  1. é stato bello rivederti, ora non ci ferma più nessuno...
    ciao dall'ex predicatore, ora sarà la vecchiaia mi chiamano capitano Ro

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