martedì 6 ottobre 2020

London Marathon on Brembo's banks

4 ottobre 2020, in programma la 40a edizione della “London Marathon”. Quest'anno, per i noti motivi legati alla pandemia, non è possibile correrla in presenza; quindi si ha solo la possibilità di correrla in maniera “virtuale”. Sarò pure monocorde sull'argomento, ma abbinare “virtuale” ad una corsa che in effetti sarà del tutto “reale” non mi pare certo corretto, quindi sarà una maratona “diffusa” con percorsi “personali” e con tempi e tracciati “autocertificati”, insomma corsa vera e gara estesa. Più estesa di così credo che non si possa chiedere. Infatti saranno circa 45.000 i partecipanti alla maratona di Londra 2020, atleti sparsi in 109 paesi dei 5 continenti. Una curiosità: le donne saranno il 51% dei partecipanti. Per completare le 26,2 miglia ogni concorrente dovrà percorrere la distanza tra le 00.00 e le 23.59 di domenica 4 ottobre. Potranno gareggiare in presenza 100 atleti da tutto il mondo, su invito. 

Speravo di essere uno di questi e potete ben capire la mia delusione quando il postino tutti i giorni dall'inizio di settembre mi diceva: “Mi spiace, Sir Marathon, anche oggi nulla dalla Gran Bretagna...”. Forse qualcuno potrà pensare che fosse impossibile che un invito mi fosse spedito ed anche io per la verità lo ritenevo un fatto quasi impossibile, ma ho fatto questo ragionamento: se Morgan, atleta “barone” partecipante alla competizione/gioco Moovin riesce a compiere per quasi un mese di fila 165.000 passi giornalieri (né uno di meno, né uno di più), cosa che molti ritengono impossibile, anche io avrei avuto le stesse probabilità di ricevere nella cassetta postale l'invito alla maratona!

E pensare che per poter partecipare alla maratona mi ero preparato al meglio. Ripetute al parco Callioni con il mio allenatore personale, Tommasino. Studio attento della tattica da adottare: “Partire piano nella prima metà della gara e rallentare la seconda”. Questo il consiglio di Tommasino, che mi ripeteva sempre che era la tattica adottata dalla tartaruga nella gara contro la lepre. Tattica che alla fine è risultata vincente. Dopo tutto questa preparazione atletica e tattica, potevo forse rinunciare a correre la maratona domenica scorsa? Certo che no! Per mia fortuna nei pressi della mia abitazione posso usufruire di due percorsi certificati e validati dalla FIDAL. Il vecchio percorso della “Maratona sul Brembo”, sull'anello del parco Callioni (20 giri e qualche metro) e il percorso stradale della “Mezza sul Brembo”, naturalmente questo da percorrere due volte. Ognuno presentava dei vantaggi/svantaggi. Il vantaggio del percorso sull'anello del parco sta nel fatto di poter disporre di un punto ristoro al passaggio ogni 2 chilometri, mentre la svantaggio consiste nella ripetitività del giro, che in caso di difficoltà invita all'abbandono. Il percorso stradale invece, se da un lato allontana il pericolo di un ritiro, costringe ad appesantirmi con lo zainetto dei ristori. Scelgo questa seconda soluzione, tanto più che sono mesi che tutte le domeniche percorro il tracciato completo della mezza. Per la verità, nelle ultime due domeniche ho allungato la distanza fino a percorrere 34 chilometri. Partenza, come al solito, verso le ore 7.00 (farà fede il campanile di Albegno, che, come al solito, sarà anche il mio punto di controllo cronometrico). Cielo con qualche nuvola; per fortuna una bella luna piena rende un po' più luminosa la partenza. Seguendo i consigli del mio coach, parto piano. Arrivato ad Osio, circa un quarto del percorso, incontro, comodamente seduta al bar davanti ad un cappuccino fumante, Rosa la “Tartallegra”, oggi a riposo; quindi Nicola e Marco, che hanno già finito il loro giro domenicale. Mi fermo per un breve saluto e mentre mia allontano sento che Rosa, saputo della mia intenzione di correre (beh, parola grossa, diciamo di “percorrere”) la distanza della maratona, mi saluta dicendo: “Forsa, te ghè la fet, te sét Sir Marathon” (trascrivo le parole in dialetto, beh, più o meno). Riparto confortato dalle parole di Rosa; anche oggi saprò terminare la “mia” maratona. Terminato il primo giro, decido di modificare, per il secondo, il senso di marcia in alcuni tratti. Così facendo nella parte finale non avrò da percorrere alcuni tratti del percorso. Ok, il chilometraggio sarà sempre di 26,2 miglia, ma psicologicamente mi sembrerà di fare meno strada, tagliando il percorso. In effetti sarà così, la mente sarà agevolate, mentre le gambe (ahimè) non avranno nessun “vantaggio”. Loro non si fanno imbrogliare!



Termino la maratona con un tempo di … 5h 59' e diciannove secondi (beh, più o meno). Dovrò fare una petizione al parroco di Albegno, perché metta sul campanile anche la lancetta dei secondi. Una piccola annotazione. Nella prima metà del percorso, attraversando i paesi di Osio e Dalmine, usciva dalle case un aroma di caffè, mentre nel secondo giro era il profumo delle grigliate in giardino e del brasato con polenta a tenermi compagnia. 

Infine un brevissimo accenno alla gara “reale & in presenza” della “Virgin London Marathon”. La gara è stata vinta in campo femminile dalla keniana Brigid Kosgei, con il tempo di 2h 18' 58”, mentre la gara maschile ha visto la vittoria dell'etiope Shurra Kitata; 2h 05' 51” il suo tempo. Solo ottavo il grande favorito della gara, Eliud Kipchoge; ritirato il nostro Daniele Meucci.

Beh, se avessi partecipato, sarei arrivato di certo ultimo … ma arrivato!

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