Oggi rientro in gara
dopo cinque settimane di riposo, beh, riposo forzato, a causa di
acciacchi dovuti più all'età che allo stress delle corse. La scelta
della gara, la 31a edizione della “Strabrembate”,
organizzata dalla società “Nuoto di Brembate Sopra”, a
posteriori si rivelerà una scelta abbastanza infelice per il rientro
di un convalescente. Passi per i chilometri di gara in salita, ma
devastanti si sono rivelati i tratti in discesa, molti e con pendenze
impegnative. Questo è stato il responso finale suggerito dalla mia
schiena! Evabbè, ormai è inutile recriminare. Con il senno di poi
avrei fatto bene a deviare sul percorso più corto ed evitare i
tratti più impegnativi di salita/discesa. Per fortuna la giornata
era ideale per correre; per questo motivo le quasi tre ore impiegate
per fare i 20 chilometri del percorso lungo sono passate tutto
sommato discretamente. Come da qualche mese a questa parte, il gregge
della pecore nere si è assottigliato: Ferdinando sta recuperando in
modo più che soddisfacente i postumi del suo “infortunio”, per cui preferisce passeggiare tranquillamente, mentre Dario, pur lamentandosi sempre, preferisce distanze più lunghe o mezze maratone, segnando tempi inferiori o molto vicini alle due ore. Meno male che è … “quasi fermo”, come ama spesso ripetere!
Eccomi quindi al via
in compagnia di Fausto. Ma la sua compagnia dura poco, infatti piano
piano piano si allontana e presto sparisce alla vista, non prima però
di aver fatto una foto assieme davanti a San Tomè. Bene, vuol dire
che il problema al ginocchio e definitivamente superato. Correre soli
ha il vantaggio di non dover sostenere nessuna conversazione e quindi
la mente ha la facoltà di “correre” libera. Qui il ricordo è
legato all'amico Giulio. Non so se capita pure a voi di legare un
fatto od un luogo ad una persona. Quando corro questa gara, il
pensiero va a Giulio. Sarà per il fatto che è stata una delle
ultime occasioni nella quale abbiamo corso assieme, non lo so. Mi
sono passati nella mente i tratti corsi assieme al “maratoneta”
Giulio. Alla fine non importava chi avesse tagliato per primo il
traguardo; eravamo tutti e due orgogliosi del nostro piccolo
risultato. Ricordo anche le conversazioni riguardanti il lavoro ed i
problemi sindacali, discorsi che erano abituali quando si incontrava
il “sindacalista” Giulio e che alla fine lasciavano sempre
qualche riflessione. Insomma, a stare con Giulio non ci si annoiava
mai.  Pensando a Giulio, le
salite mi sono sembrate meno ripide e le discese meno pericolose:
sono sicuro che da lassù Giulio stesse guardando giù!Mentre sto scrivendo
questo post, mi sembra anche il mal di schiena si stia piano piano
alleviando. 
Suggestione o
intervento di Giulio?
 
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