domenica 17 maggio 2020

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Sono i medici Italiani deceduti a causa del coronavirus (dato preso dal portale della “Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri). Non sono riuscito a reperire i dati relativi ad altro personale sanitario (infermieri e altro personale sanitario), in quanto i loro ordini per motivi di privacy non solo non forniscono i nominativi, ma anche i dati numerici sono incompleti. Sono in ogni caso diverse decine. Questo post è dedicato a tutto il personale medico che con impegno e alto senso del dovere si è impegnato per arginare la pandemia, ma soprattutto a coloro che non potranno vedere il frutto del loro impegno per debellarla, in quanto vittime loro stessi.
Inizio con la presentazione del piccolo gesto fatto da me e da Velo (Roberto) oggi. Abbiamo ritenuto opportuno ri...iniziare la nostra vita podistica-sociale con un pensiero rivolto a chi nei mesi scorsi si è impegnato al di là del proprio dovere per debellare il coronavirus e, quando non era possibile sconfiggerlo, hanno cercato di alleviare l'estremo momento dei malati, magari con una semplice stretta di mano o segnando loro la fronte con una pietosa croce. Piccoli gesti, ma di grande umanità che, forse, hanno reso meno doloroso ai pazienti l'estremo momento.

Con semplicità e con umiltà abbiamo iniziato la nostra corsa, dopo un paio di minuti trascorsi davanti alla Cappella dell'Ospedale Papa Giovanni XXIII; nessuna parola ma semplice raccoglimento, in cui ognuno dei due ha inviato “in alto” un proprio pensiero. Il silenzio tra di noi è continuato per un paio di chilometri; nessuno aveva voglia di parlare; ognuno è rimasto assorto nei propri tristi pensieri. Un breve accenno alla nostra “prima volta” in fase due. Abbiamo corso per una ventina di chilometri, in pratica ho ripetuto il giro della non competitiva organizzata dall'AVIS Curnasco. Velo aveva espresso l'intenzione di correre assieme (assieme si, ma nel pieno rispetto delle norme ancora in vigore, cioè correre affiancati, ma distanziati di un paio di metri) una prima parte, per poi “scatenarsi” e fare un allenamento di qualità, abbandonandomi al mio destino, in qualche luogo sperduto. Ma si sa che in molte persone la corsa fa risaltare i lati migliori e quindi si è sentito in obbligo di non abbandonare il vecchietto per strada. Alla fine corsa, se devo essere sincero, facevo pure fatica a mantenere il passo che per lui era un passo di tutto riposo, per me ...no!

Concludo il post con qualche riflessione che riguarda l'argomento della corsa odierna o meglio le intenzioni. Ai più attenti non sarà certo sfuggito che nel parlare della pandemia non ho mai accennato al concetto di “guerra” e sull'operato del personale sanitario non ho mai usato l'espressione “combattere”. Il motivo è molto semplice: in una guerra vi sono due parti che si affrontano in varie battaglie. Ogni fazione in lotta può vincerne alcune e perderne altre. Ad un certo momento entra in azione la diplomazia e con accordi e con concessioni viene stipulata una pace. Certo, magari la parte che ha ottenuto più vittorie nel complesso esce vincitrice e impone o pretende maggiori vantaggi. Qui non ci sono controparti con cui trattare, non si possono pretendere condizioni vantaggiose, non si può pretendere una fine concordata. È una sola parte che ha tutto l'onere di porre fine a questa disputa. Sarà un vaccino, sarà l'immunità di massa, sarà … io sono il meno indicato a fornire ipotesi. Spero solo che presto si possa tornare alla normalità.

Abbiamo spesso sentito apostrofare, nella fase più grave della pandemia, il personale sanitario con il termine di “eroi”. Ho ascoltato in queste settimane il loro pensiero: non si considerano certo eroi, loro non vanno in guerra. Si sa, chi va in guerra corre il serio rischio di non tornare, potremmo dire che è un rischio calcolato. Loro si recano al “lavoro” e, come tutti i lavoratori, non mettono certo in conto di non poter ritornare, alla fine della loro giornata lavorativa, alle rispettive case. “Lavorano”, non “combattono”! 
Siamo sicuri che chi li apostrofa come “eroi”, lo possa fare? I comportamenti tenuti nelle loro argomentazioni sono coerenti? Chi aveva il “comando” e li mandava in “guerra”, ha dato loro tutte le “armi” per “combattere” ad “armi pari”? Ora che la “guerra”, se non ancora vinta, è in fase di stallo, fornisce agli “eroi” (… quelli che hanno “portato a casa la pelle”) qualche medaglia, magari sotto forma di un piccolo bonus di poche centinaia di euro? Ricordo solo che, oltre a turni massacranti (e spesso non ancora retribuiti), hanno dovuto, in molti, rinunciare all'abbraccio dei figli, alle piccole attenzioni in famiglia; spesso sono stati “segregati” per tempi più lunghi dei malati stessi. Qualcuno potrebbe obiettare che tutto questo disinteresse riguarda solo “i comandanti”, quelli che avevano la responsabilità di fare e non hanno fatto. Siamo sicuri di questo? Non sono certo “comandanti” i vicini di casa, quelli della porta accanto (nel vero senso della parola), che mettono nella cassetta della posta, o appiccicano sulla porta di casa, lettere nelle quali si invita il personale medico a cambiare casa, a non tornare e, se per caso qualcuno si infetta, minacciano di denunciarli. Certo, comportamenti isolati e che dobbiamo denunciare ed isolare, ma pur sempre fatti avvenuti.
Scorrendo l'elenco dei deceduti, si nota che molti sono i medici che erano in pensione. Questo fatto ci deve far riflettere: una volta conseguita la laurea in medicina, si è medici per sempre.
Chiudo il post con la frase con la quale Gianni Mura chiudeva i suoi articoli in occasione delle commemorazioni di persone scomparse:

Che la terra vi sia leggera!”





P.S. Il mio pettorale, oggi, non porta il numero con il quale siete abituati a vedermi, il 42; ma il numero 163, che corrisponde al numero dei medici deceduti e non porta neppure il nikname, ma, se lo osservate con attenzione, noterete che è riportato il nome di tutti i medici deceduti. 
P.S. 2 . oggi non indosso la maglia dei Runners Berrgamo, ma in segno di lutto una maglietta nera, spero capirete il gesto. fd

1 commento:

  1. Ciao sei sempre in forma. Complimenti x la cronaca molto precisa comunque 6 sempre in formaaa

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